L’Asaec – Associazione antiestorsione di Catania “Libero Grassi”, contesta il fenomeno del voto di scambio, definendolo una “piaga” e offrendo supporto «ai cittadini che si opporranno a questi metodi e a coloro che intendono denunciare i fatti».
“Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative, spiega l’associazione in una nota, il timore comune è che possa farsi avanti questa pratica”.
L’invito è rivolto particolarmente ai più giovani, «ai quali – affermano i soci Asaec – è puntualmente negato un degno futuro, perché non cedano al canto delle sirene che promettono, promettono ma mai mantengono. La crisi di questi ultimi anni ha reso ancora più evidente il ricorso, da parte delle fasce più bisognose, al mercimonio della compravendita dei voti. Intere organizzazioni rastrellano i quartieri popolari di ogni città, forti della riuscita del loro commercio. Spesso oltre al denaro, ai buoni benzina e ai pacchi alimentari, venivano offerte mirabolanti promesse di lavoro o altro, salvo poi scoprire che tutto veniva puntualmente disatteso».
Dalla riflessione all’interrogativo il passo è breve: «Se oggi ci ritroviamo in una situazione di degrado urbano e paralizzati dalla cattiva amministrazione – precisano i soci – è proprio perché abbiamo fatto ricorso all’illegalità ed abbiamo eletto persone poco capaci e immeritevoli?».
E infine, un accorato appello alla comunità: «Se vogliamo davvero cambiare – si legge in conclusione – se sentiamo il bisogno e l’urgenza di un reale miglioramento, non facciamoci più comprare».