Il circolo catanese trova pochissime differenze rispetto all’oggi. E pone sei domande all’amministrazione.
Critiche e richieste di chiarimenti sul piano di pedonalizzazioni deliberato dalla giunta, arrivano da Legambiente Catania.
In un comunicato giunto in redazione si legge infatti: “L’imponente progetto di pedonalizzazione, così come è stato definito dal Comune di Catania, è piuttosto un censimento e una riorganizzazione delle aree pedonali e delle Ztl già presenti, almeno sulla carta, in città.
Infatti, consultando l’elenco di strade che secondo l’amministrazione rientrano nel piano di pedonalizzazione, ci sono pochissime differenze rispetto la situazione attuale: di fatto solamente piazza Dante, parzialmente, e un tratto di via Garibaldi saranno inibite al transito, peraltro senza che venga detto in che tempi e con che modalità. Sembra solo un annuncio generale, privo di specificità”.
Secondo il circolo, tra l’altro, il controllo sul rispetto delle isole pedonali esistenti, a cominciare da via Crociferi e via Etna, sarebbe praticamente nullo.
“Non accettiamo i toni trionfalistici e propagandistici dell’amministrazione comunale – prosegue la nota -.
Ci sembra, piuttosto, che il progetto sbandierato sia solo un modo per dimostrare in sede di Conferenza della Mobilità Sostenibile, che si terrà domani a Palazzo degli Elefanti, che il Comune stia facendo qualcosa sulla mobilità sostenibile”.
E Legambiente conclude ponendo sei domande all’amministrazione comunale:
1) perché la città di Catania è l’unica città che non ha nemmeno avviato l’iter per il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile;
2) perché non si mette mano ad un piano della sosta che differenti le tariffe al fine di disincentivare l’utilizzo del mezzo privato in centro storico;
3) perché via Dusmet, che era stata pedonalizzata dalla precedente amministrazione, sia stata invece di fatto aperta al transito e perché piazze che invece meriterebbero più dignità e una riorganizzazione dello spazio a favore della mobilità sostenibile non sono state incluse in questo piano;
4) a che punto è l’iter per il bando di gara per i nuovi BRT e se i fondi sono a rischio per il mancato utilizzo;
5) perché da anni non si utilizza più il sistema “Street Control”, l’unico in grado di garantire una lotta alla sosta selvaggia;
6) perché mettere in atto alcuni interventi, come l’eliminazione delle isole spartitraffico al Corso delle Province, che contraddicono il Piano Generale del Traffico Urbano mettendo conseguentemente in secondo piano la sicurezza stradale e incentivando, anzi, la sosta su strada.
In sintesi, cosa vuole fare davvero e seriamente l’amministrazione comunale per raggiungere quegli obiettivi di “aumentare la vivibilità per cittadini e turisti, esaltare le bellezze monumentali del cuore barocco della nostra cittá e tutelare la sostenibilità ambientale”?