Cliccando sul link le INFO per aderire all’appello per “difendere i servizi pubblici, i posti di lavoro e il futuro di Catania”.
Una manifestazione aperta a tutti i cittadini si terrà martedì 13 novembre alle 18,30 in piazza Duomo, in concomitanza con il Consiglio Comunale che discuterà della crisi finanziaria del Comune.
È di ieri la notizia che il ricorso presentato dal Comune è stato rigettato, il prossimo passaggio è dunque nell’aula consiliare.
La manifestazione è organizzata dalle associazioni, movimenti e partiti che lo scorso 5 novembre si erano incontrati presso la sede dell’Arci di Catania per discutere della mobilitazione contro i responsabili del dissesto finanziario e per difendere i servizi pubblici, i posti di lavoro, i beni comuni della città.
Fra gli obiettivi dei promotori esigere dal Governo maggiori finanziamenti agli enti locali, il superamento del federalismo fiscale, la garanzia dei servizi essenziali di cui le cittadine e i cittadini hanno diritto.
Di seguito l’appello che sta venendo sottoscritto in queste ore :
Il dissesto è vostro. La città è di tutte e di tutti.
Difendiamo i servizi pubblici, i posti di lavoro e il futuro di Catania
Manifestazione cittadina martedì 13 novembre.
Ore 18,30 – Piazza Duomo, Catania
Le politiche di austerità imposte dell’Unione Europea, i tagli ai finanziamenti agli enti locali (il 70% in vent’anni), il federalismo fiscale che ha rotto la solidarietà tra regioni povere e regioni ricche, la speculazione sul debito pubblico delle banche e di Cassa Depositi e Prestiti, le cattive gestioni delle amministrazioni comunali guidate da Scapagnini, Stancanelli e Bianco hanno portato Catania al fallimento politico, amministrativo e finanziario.
I partiti politici di centrodestra e centrosinistra, la dirigenza delle organizzazioni sindacali confederali, ampi settori dell’imprenditoria, i vertici delle corporazioni professionali e pezzi della magistratura hanno negli ultimi decenni costituito un blocco consociativo complice e artefice del saccheggio della città. Clientele, affari, infiltrazioni mafiose, privatizzazioni hanno impoverito la città a tal punto da causare una devastante recessione economica, l’abbandono dei quartieri popolari, l’emigrazione di migliaia di giovani e adesso il fallimento finanziario. Il Sindaco Pogliese è in perfetta continuità con chi ha amministrato Catania fino ad oggi e non può oggi pensare di cancellare le responsabilità del centrodestra mendicando un’elemosina dal Governo.
La dichiarazione di dissesto finanziario richiesta dalla Corte dei Conti per l’impossibilità di ripagare un miliardo e seicento milioni di euro di debiti e per l’impossibilità del Comune di far fronte alla spesa corrente (stipendi, fatture, servizi essenziali, manutenzioni) è stata confermata dalle sezioni riunite della Corte dei Conti a cui il Comune aveva fatto ricorso. Catania è ora ufficialmente in dissesto.
Non possono però essere le cittadine e i cittadini catanesi a pagarne il pesantissimo prezzo: già in queste ore sono migliaia le lavoratrici e i lavoratori che non stanno percependo lo stipendio, decine le aziende a cui il Comune non sta pagando le fatture e saranno molti i servizi pubblici che nei prossimi giorni non potranno più essere assicurati.
Catania non ha bisogno oggi di elemosine dal Governo. Il Comune di Catania è strutturalmente in deficit. La povertà di ampie fasce della popolazione e un’economia in profonda recessione impediscono all’ente locale di far fronte solo con le proprie entrate ai servizi essenziali di cui i cittadini hanno diritto. Per salvare davvero Catania non sono utili scorciatoie, serve cambiare tutto!
Martedì 13 novembre saremo in piazza per denunciare i veri artefici del dissesto e per:
L’abolizione del federalismo fiscale e per chiedere maggiori finanziamenti strutturali agli enti locali.
L’annullamento del debito pubblico determinato da speculazioni bancarie e affariste.
La difesa dei servizi pubblici locali, contro la loro privatizzazione. Per una riorganizzazione delle società partecipate che elimini gli sprechi e garantisca i posti di lavoro.
La ripubblicizzazione della gestione dei rifiuti, dell’acqua, dei servizi di manutenzione e pulizia delle strutture comunali.
La difesa dei posti di lavoro e il pagamento puntuale degli stipendi.
L’eliminazione delle spese clientelari, delle consulenze nelle società partecipate e degli sperperi delle risorse pubbliche per progetti inutili. Servono progetti che cambino la città, migliorandone la qualità di vita e contestualmente creando lavoro, rimettendo in moto l’economia, con il contributo di tutte e tutti ,cittadine e cittadini, attraverso una partecipazione attiva al governo della città.
Un’altra Catania che produce, lavora per il bene comune ed è ricca di solidarietà.
Per adesioni: cataniabenecomune@gmail.com
Hanno finora aderito: Arci, Gapa, Palestra Lupo, Comitato Popolare Antico Corso, I Siciliani giovani, Spazi Sociali Catania, Catania Bene Comune, Sinistra Italiana, Sezione Olga Benario PCI, rete La Ragna-Tela, Città Felice, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Partito della Rifondazione Comunista, Officina Rebelde…