Pubblicato il: 15 July 2018 alle 1:12 pm
L’uomo, licenziato qualche giorno prima, é stato incastrato dalle telecamere di sorveglianza.
Un ordigno improvvisato, composto da 17 flaconi di plastica contenenti benzina e collegati ad un timer, è stato ritrovato all’interno della cosiddetta “palazzina CED” dell’ospedale Garibaldi centro.
I fatti sono avvenuti la mattina del 9 luglio, quando personale della Squadra Mobile – Sezione Reati conto il Patrimonio “Squadra Antiracket” e dell’U.P.G.S.P., è intervenuto nel nosocomio a seguito della segnalazione del ritrovamento dell’ordigno nella stanza dove sono installati i server, ubicata al primo piano del plesso.
Giunto sul posto, il personale della Mobile, unitamente a personale del Nucleo artificieri e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, ha trovato il vetro di una porta-finestra (accessibile da una terrazza) infranto ed al suo interno il citato ordigno – tecnicamente denominato “IED”, ndr – costituito da un flacone di plastica della capacità di 1/2 litro, contenente liquido infiammabile, ove era immerso il capo di un filo elettrico, a sua volta collegato ad un timer; quest’ultimo, a sua volta, era collegato ad una prolunga elettrica la cui spina, già inserita in una presa, era poggiata per terra perché poco prima era stata distaccata dal responsabile dell’ufficio.
All’interno della stessa stanza, dislocati in corrispondenza dei server, sono stati trovati altri 15 flaconi di plastica, da ½ litro cadauno, ed una bottiglia da 1,5 litri, tutti contenenti liquido infiammabile.
All’interno della sala, in prossimità della porta finestra, è stata poi sequestrata una pietra utilizzata per infrangere il vetro.
L’immobile è stato dunque immediatamente messo in sicurezza dal personale del Nucleo artificieri e l’ordigno è stato sequestrato e repertato dagli uomini della Scientifica.
Il personale della Squadra Antiracket, con il coordinamento della Procura della Repubblica, ha dunque visionato il contenuto delle telecamere di video-sorveglianza del presidio ospedaliero, mentre, era acquisita la denuncia da parte del responsabile dell’ufficio amministrativo, che evidenziava come un’addetta dell’ufficio avesse subíto il furto del badge (per l’accesso ai locali della palazzina ed il furto di un computer dall’interno della sala server.
In particolare, la visione delle immagini ha consentito di individuare un individuo di corporatura robusta, che nel tardo pomeriggio di venerdì 6 luglio era entrato nella c.d. palazzina CED portando al seguito un sacchetto in plastica, all’interno del quale si scorgeva una tanica.
L’uomo è stato notato, poco più tardi, uscire dal plesso con un sacchetto di plastica all’interno del quale vi era un computer.
Contestualmente si è appurato che, alcuni giorni prima, la commissione Disciplina dell’A.R.N.A.S. Garibaldi aveva deliberato il licenziamento di un impiegato, addetto all’ufficio sistemi informatici, che lavorava proprio presso la sala server, identificato in Alessandro FERRARI.
L’acquisizione delle fotografie hanno subito evidenziato la perfetta corrispondenza delle fattezze fisiche al soggetto immortalato dalle telecamere del presidio e l’uomo è stato quindi rintracciato e, ad esito di perquisizione all’interno della sua abitazione, è stato trovato e sequestrato un computer asportato all’interno dei locali del CED.
La sera del 9 luglio quindi la Procura della Repubblica ha emesso a suo carico fermo di indiziato di delitto, nella nottata del 10 luglio FERRARI, indagato anche per furto aggravato, è stato dichiarato in stato di fermo ed associato presso la casa circondariale di Catania – Piazza Lanza.
Ieri 13 luglio, il G.I.P. del Tribunale di Catania, in sede di richiesta di convalida, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.
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