Politiche 2018 proposte Cisl | Il sindacato etneo ha presentato un programma di buon governo e sviluppo dell’Italia strettamente connesso alla realtà isolana e al tema dei Neet.
La Cisl ha presentato ai candidati per le politiche del 2018 un programma di buon governo dal titolo “Italia 2018”. Una serie di proposte sui temi: lavoro, fisco e politiche sociali.
All’incontro, oltre alla segreteria provinciale guidata da Maurizio Attanasio, con i segretari territoriali Ornella Romeo e Rosario Portale, erano presenti i segretari delle federazioni di categoria della Cisl etnea. Per il mondo politico erano presenti come candidati, Giovanni Burtone e Giuseppe Berretta per il centrosinistra, l’ex assessore regionale Giovanni Pistorio per il centrodestra, Nunzia Catalfo e Laura Paxia per il Movimento 5 Stelle. Presenti anche l’ex senatore Pino Firrarello e il deputato regionale Anthony Barbagallo. Hanno fatto poi arrivare le loro adesioni l’onorevole Basilio Catanoso, il senatore Salvo Torrisi e il deputato regionale Nicola D’Agostino.
“Maurizio Attanasio ha affermato che “Ascoltando i lavoratori, i pensionati e i giovani, viene fuori un unico giudizio: stiamo assistendo finora a una campagna elettorale molto confusa e poco concreta, dove i populismi e la demagogia rappresentano pericolose derive per il Paese e non vengono debitamente dibattuti i temi che interessano gli italiani e anche i siciliani. Siamo convinti che occorra il confronto, un patto tra politica e parti sociali e la ricerca del massimo consenso sulle decisioni da prendere per guidare l’Italia”.
Il documento della Cisl di Catania, che trae spunto dall’omologo elaborato dalla Cisl Nazionale e presentato il 29 gennaio dalla segretaria generale Annamaria Furlan, si caratterizza nelle sue articolazioni per i riferimenti alla realtà isolana e catanese, con il nodo cruciale sul lavoro.
Sul tema del lavoro e politiche attive, Attanasio esorta affinché “Si prosegua con il Patto per la Sicilia, e quello per Catania che possono e devono rappresentare un’opportunità di crescita del Mezzogiorno e di riequilibrio territoriale. Un Patto che sta cominciando a dare i primi frutti in termini di opportunità di occupazione. È necessario, poi, confermare il credito di imposta, la decontribuzione rafforzata al 100% delle assunzioni, le Zone economiche speciali (ZES)”. Per ridare fiato agli investimenti, alla produzione industriale, al terziario e alle eccellenze, secondo quanto esposto dalla Cisl, occorre rafforzare la fiscalità di vantaggio. La mancata attuazione delle politiche attive del lavoro costituisce la principale carenza nel quadro delle recenti riforme sul lavoro, in una regione al terzo posto in Europa per giovani NEET (41,4%): va inserita nelle “aree di crisi” anche la zona industriale di Catania affinché possa godere dello stesso regime di ammortizzatori sociali; vanno riformati i servizi per l’impiego oggi inesistenti in Sicilia e uniformati a un unico modello nazionale; va ricostruito il sistema siciliano della Formazione, adeguandolo alle esigenze dell’industria 4.0. e alle nuove norme che hanno riformato il sistema dell’Istruzione.
Europa, “Vanno rafforzati poi i controlli sugli Stati membri che fanno cartello e rivisti i meccanismi degli accordi con i Paesi terzi – avverte il segretario della Cisl catanese – che spesso sottopongono a forte penalizzazione settori strategici dell’agricoltura siciliana, come l’agrumicoltura e l’ortofrutticoltura DOP e IGP”. Per favorire la crescita economica del Paese, inoltre secondo la Cisl Catania, vanno anche cambiate a livello europeo le regole troppo rigide del fiscal compact in modo da consentire maggiori investimenti pubblici.
Sul tema Welfare, il sindacato ha fatto notare che la Sicilia, con il 40% della popolazione, è la regione con il più alto tasso di persone a rischio povertà in Europa, pertanto serve una riorganizzazione delle politiche sociali, che deve essere posta al centro dell’Agenda pubblica. “Nell’ultima legislatura – ricorda la Cisl – ci sono stati segnali di inversione di tendenza, anche significativi, con interventi nazionali (il REI) che riguardano singole platee ancora poco tutelate (povertà), avviando logiche nuove di azione (presa in carico, valutazione, mix trasferimenti economici e servizi ecc.). Ma le misure per fronteggiare le situazioni di marginalità sociale non devono essere tampone ma strutturali, unificando i fondi per avere chiarezza delle disponibilità”.
Sul Fisco già nel 2015, la Cisl ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare di riforma fiscale. “La nostra visione fiscale – ha sottolineato Attanasio – ha come obiettivo l’equità del sistema, l’alleggerimento della pressione fiscale, la semplificazione, il recupero dell’evasione fiscale. La progressività è il paradigma delle nostre proposte e contemporaneamente è anche il criterio di valutazione”. Irpef, imposizione locale, tassazione delle imprese, recupero dell’evasione, sostegno alle famiglie, sono tutti tasselli di un unico quadro di insieme che devono essere analizzati e valutati sotto il profilo dell’equità, della sostenibilità economica e dei conti pubblici.