Ieri sera l’ennesimo incontro tra i sindacati autonomi e il neo commissario Cocina. La nuova proposta “Ripartire dai contratti di assunzione”.
Stenta a trovare una soluzione la crisi della Pubbliservizi. Che i 700 mila euro al mese, messi a disposizione il 26 ottobre dall’allora sindaco della città metropolitana, Enzo Bianco, non sarebbero bastati, apparve chiaro sin da qualche giorno dopo.
A discutere su come uscire dalla crisi, ieri sera, nella sede dell’ex provincia in via Nuovaluce, i sindacati autonomi, il presidente Silvio Ontario e il commissario straordinario della città metropolitana Salvatore Cocina, fresco di nomina da parte del presidente della regione siciliana Rosario Crocetta.
A gravare sulla partecipata vi è una situazione debitoria di circa 6 milioni di euro, ci ha spiegato Ontario, dovuti a subappalti, sprechi crescenti e una gestione complessiva non consona con il fatturato aziendale, ha ribadito il presidente, da noi intervistato prima che iniziasse l’incontro, durante il quale ha proposto ai sindacati presenti una soluzione.
Il presidente della Pubbliservizi ha dichiarato che “I 700 mila euro mensili che la Città metropolitana ci dà, non bastano vista la situazione economica in cui ci troviamo . È chiaro che non c’è solamente la parte necessaria per andare avanti, ma bisogna pagare i debiti pregressi. In questo momento, come previsto per legge, se viene dimezzato il contratto, un buon amministratore chiaramente dovrebbe ridimensionare il tutto in base a quante siano le entrate dell’azienda. Stiamo facendo questo – ha continuato Ontario – insieme ai sindacati, se accettano o non accettano questo sarà chiaramente una loro volontà, e comunque io da amministratore devo attivare tutte le disposizioni normative per non far perdere l’azienda e rimodulare il tutto in base ai 700 mila euro che ci vengono dati dalla Città metropolitana. Sull’azienda gravano circa 6 7 milioni di euro in parte dovuti a dei costi troppo alti, un numero di subappalti sempre in aumento e spese fatte giuste nei riguardi dei fatturati che c’erano”.
“Con l’arrivo di Cocina, non è cambiato l’interlocutore che è sempre la Città metropolitana, è solo cambiato chi la rappresenta. Però purtroppo – ha concluso Ontario – la situazione, a prescindere di chi la rappresenta è molto complicata. Quindi il nuovo commissario che si è insediato, ha dei problemi abbastanza grossi da risolvere nel più breve tempo possibile”.
Al termine della riunione Santo Fascetto, del sindacato autonomo Confliaa Centro storico ci ha riferito che la proposta di Ontario era stata riinviata al mittente e di aver fatto una controproposta per fare ripartire l’azienda.
“Abbiamo respinto la rimodulazione presentata da Ontario – ha detto- . Abbiamo fatto una nostra proposta, quella di azzerare i contratti di lavoro e ripartire con i livelli e le buste paga al momento delle assunzioni. Proposta che a mio parere è stata accolta con interesse sia da Ontario che da Cocina”.
“Noi ha continuato Fascetto – non abbiamo nessuna intenzione di lasciare ore di lavoro. A conti fatti, ci sarebbero dei lavoratori, che con l’attivazione del Fis prenderebbero anche 160 euro al mese. Tutto questo è impensabile. Inoltre – ha continuato Fascetto – questa strada proposta non è attivabile, poiché le trattenute in busta paga per il contributo alla Fis non sono stati versati, così come abbiamo potuto constatare chiedendo all’INPS. Attivare questa procedura, in ogni modo è un errore, come è stato un errore non fare partire le procedure del licenziamento collettivo, ma ora è tardi. Infatti- ha concluso Fascetto –si possono solo richiedere fino a 75 giorni dalla scadenza del contratto e il nostro scade il 31 dicembre di quest’anno”.
A giorni tutte le sigle sindacali, saranno convocate all’Ufficio dell’Ispettorato del Lavoro, per un’altra riunione, l’ennesima dopo quel pomeriggio del 26 settembre, dove in via Etnea i lavoratori della Pubbliservizi avevano festeggiato una vittoria che ad oggi sembra essere sempre più effimera.