Soddisfazione dei sindacati, che vedono con piacere l’apertura al territorio in un settore con forte decentramento all’estero.
Per i 600 licenziati del call center Qè di Paternò si sta aprendo uno spiraglio lavorativo. Infatti la Netith, nuova realtà creata dal gruppo paternese Di Bella, sta contattando alcuni degli ex lavoratori del call center per coinvolgerli nella fase di inizio attività sulle nuove commesse.
A darne notizia sono la Slc Cgil e la Fistel Cisl, i cui rappresentanti stanno seguendo la vertenza da un anno.
Dai sindacati il commento è positivo, e sottolineano come l’apertura al territorio siciliano della Netith sia un valore aggiunto, specie in un settore dove la delocalizzazione dei servizi all’estero è spesso praticata.
Nel comunicato congiunto dei sindacati confederali si legge: “Siamo pronti ad aprirci al confronto con chi decide di fare impresa con investimenti propri. Chiediamo il coinvolgimento di tutti i possibili protagonisti del processo. Al momento già Enel, tra i precedenti committenti, ha dichiarato la propria volontà di riportare la commessa Enel-Energia presso la Netith, seppur con volumi di attività ancora lontani da quelli precedentemente affidati a Qè e quindi con effetti ancora limitati sulla ricollocazione di personale “.
“Adesso – continuano i sindacati – ci aspettiamo che Transcom, che sino ad oggi ha sempre dichiarato nelle sedi ufficiali la propria disponibilità per la riassegnazione del lavoro per conto di INPS-INAIL ai 200 lavoratori che operavano sul territorio, si renda disponibile ad un immediato confronto e si impegni a far sì che quelle professionalità non vengano perdute”.
“Chiederemo pertanto un incontro al Prefetto con tutti i soggetti interessati – concludono i sindacati – e ci attiveremo affinché venga riaperto in tempi brevissimi un tavolo di concertazione al MISE.
È necessario trovare soluzioni certe entro il prossimo dicembre, poiché da quella data gli ex lavoratori Qe’ non potranno più usufruire degli ammortizzatori sociali”.