La manifestazione si è svolta in contemporanea in numerose città italiane. Presenti anche gli studenti universitari che hanno chiesto un incontro col Rettore.
È partito da Piazza Roma l’affollato corteo studentesco organizzato per dire no alla riforma della Buona Scuola, all’Alternanza Scuola – Lavoro e al taglio dei fondi per l’Istruzione.
La protesta, organizzata in contemporanea in numerose città italiane, ha visto scendere in piazza oltre agli studenti delle scuole anche gli universitari catanesi.
“La legge 107, cosiddetta “Buona Scuola” – dichiarano gli studenti catanesi – è stata approvata da quasi due anni ed ha già portato al peggioramento delle condizioni degli studenti: programmi troppo estesi, diminuzione dei fondi stanziati per l’Istruzione, e soprattutto l’inserimento delle ore obbligatorie di alternanza scuola – lavoro. Centinaia di studenti e studentesse si sono dovuti infatti fronteggiare con questo modello di scuola che porta allo sfruttamento e alla rassegnazione per un futuro di precarietà e disoccupazione. L’Alternanza ci sottrae ore di studio e socialità, e non ci aiuta, né ci forma in nessun modo, durante il nostro percorso di studi. Per questo abbiamo organizzato questa manifestazione, per dimostrare che, come avevamo detto, la Buona Scuola sarebbe stata l’ennesima riforma fallimentare decisa da chi non considera i bisogno dello studente!”.
La manifestazione diretta a piazza Università, dove si è conclusa, a metà del percorso ha fatto tappa in piazza Stesicoro dove è stato bloccato l’ingresso del Mc Donald, “simbolo ed effettivo esecutore dello sfruttamento giovanile” dicono i ragazzi. Molti, spiegano, sono stati gli studenti mandati negli ultimi mesi a lavorare dietro i banconi del colosso del fast food senza che vedessero l’ombra di un centesimo.
Giunti in Piazza Università gli studenti sono entrati al Rettorato per chiede un incontro con il Rettore. “In circa venti del “Coordinamento Universitario” – ha dichiarato Lara Torrisi – si sono presentati sotto la porta del rettore, per chiedere che al più presto si possa organizzare un incontro con noi studenti e studentesse. Esistono una serie di priorità che ci interessano: la carenza di spazi dove poter studiare e socializzare, dove poter usufruire di laboratori e servizi. Abbiamo lanciato una raccolta firme ed in solo due giorni, ieri e mercoledì, sono state raccolte più di 100 firme, per chiedere al rettore di mettere a disposizione degli studenti i luoghi sotto utilizzati, o addirittura chiusi.>>
“Inoltre durante l’assemblea d’Ateneo autoconvocata del 21 settembre, aggiungono, i docenti appartenenti al CUdA (Coordinamento Unico d’Ateneo) hanno lanciato una proposta meritevole: investire i soldi risparmiati dallo sciopero degli esami per l’erogazione di borse di studio a studenti idonei ma non assegnatari. Circa il 30% dei docenti dell’Ateneo di Catania hanno aderito allo sciopero, e ci pare opportuno che il rettore dia una risposta immediata, visto e considerato che sono già uscite le prime graduatorie con i partecipanti e che a breve usciranno le liste degli assegnatari delle borse di studio.”
Prima dello scioglimento del corteo gli studenti hanno rilanciato un appuntamento per il 27 ottobre: quando la ministra Fedeli sarà all’Università di Catania. Prevista per quella data una contestazione.