Di Grazia non punge, Russotto sbaglia. Pisseri indeciso nell’azione del gol. Gioco lento e prevedibile.
di Salvatore Giuffrida
Continua il tabù trasferta del Catania, che quasi mai riesce a tornare con il bottino pieno. A fare festa è stata la Casertana di Scazzola, più cinica, concentrata e determinata dei rossazzurri.
Lucarelli ha schierato il Catania, per questa prima trasferta, con il 3-5-2, di contro la Casertana viene schierata con il 4-4-2.
Le squadre in campo hanno dato vita a un primo tempo più che altro di studio, dove però è prevalso il giro palla maggiormente più veloce e incisivo della Casertana. Tanto è che gli unici tiri in porta sono stati quelli dei campani. Nulla di pericoloso, ma azioni, senza dubbio ben condotte dai ragazzi allenati da Scazzola.
Ritmi comunque bassi e primo tempo giocato dai rossazzurri in modo sufficiente. Quanto hanno potuto, hanno eseguito un giro palla atta a fare uscire i campani dalla propria area di rigore, per poi velocizzare rapidamente. Forse i rossazzurri hanno giocato un po’ troppo arretrati, sacrificando Di Grazia in modo eccessivo a compiti didifensivi, e perdendolo in lucidità in attacco.
Nel secondo tempo, fuori Di Grazia, impalpabile. Catania che parte a ritmi lenti e il gioco della Casertana si fa sempre più incisivo. Il gol dei campani arriva alla mezz’ora, quando Lucarelli aveva impostato la squadra per cercare di vincere la partita, con l’innesto di Fornito Mazzarani e Ripa. Una disattenzione colossale della difesa etnea che non ha letto il cross in area di De Rosa. Pisseri, tradito dall’immobilismo dei suoi interviene in ritardo e palla si insacca in rete.
Vani sono i tentativi del Catania per cercare di pareggiare. Il gioco proposto è stato lento e prevedibile e la difesa della Casertana ha avuto sempre ragione.
Una sconfitta, quella maturata dal Catania, che dovrebbe cominciare a far pensare a Lucarelli di correre ai ripari. Infatti contro una squadra che ha come obbiettivo stagionale la salvezza, la squadra doveva essere capace di imporre il suo gioco e non subirlo.