Imprenditori corrotti avrebbero elargito soldi, Rolex e BMW in cambio di appalti di manutenzione e arredi per oltre 800 mila euro.
Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 soggetti, due dei quali già in carcere e 4 arresti, sono stati eseguiti dai Finanzieri del Comando Provinciale di Catania su delega della Procura distrettuale. Il reato contestato è corruzione continuata con il vincolo associativo per fatti attinenti alla gestione della Pubbliservizi S.p.a., società “in house” della Città Metropolitana di Catania, per gli anni 2015 e 2016.
Si tratta di:
Adolfo Maria MESSINA (cl.1956) ex Presidente della Pubbliservizi e Alfio Massimo TROMBETTA, un consulente della partecipata pubblica, entrambi già in carcere per altri reati, sospettati di essere promotori e organizzatori del sodalizio criminale.
Gli altri quattro, posti agli arresti domiciliari sono:
- Raffaello Giovanni Pedi (cl.1974) nella sua qualità di responsabile di una delle 4 posizioni organizzative (manuntenzione edilizia) in cui si articola la struttura ordinativa della società nonché quale partecipe ad alcune commissioni di gare d’appalto rivelatesi “pilotate”;
- Rosario Simone Graziano Reitano (cl.1981) e Santo Nicotra (cl.1973) imprenditori e amministrari di fatto della ditta individuale “Renergy di Reitano Rosario” esercente l’attività di “lavori di installazione di impianti elettrici” e avente sede in San Giovanni La Punta (CT) e della società “Light and Power SRLS” esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di materiale elettrico” e avente sede in San Giovanni La Punta (CT);
- Alfio Giuffrida (cl.1958) amministratore di fatto della società “MA.GI. SRL” esercente l’attività di “costruzioni di edifici” e con sede in Trecastagni (CT).
Fra gli indagati, risulta anche Salvatore BRANCHINA (cl.1959) nella sua qualità di responsabile unico dei procedimenti (RUP) della Pubbliservizi SPA il quale, però, avendo dato un rilevante contributo alle indagini non è stato raggiunto da alcuna misura restrittiva.
L’operazione è stata resa possibile grazie all’attività investigativa del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, convenzionalmente denominata “Cerchio Magico”.
La “Pubbliservizi S.p.a.” nata nel 2006 per iniziativa dell’ex Provincia Regionale di Catania, oggi Città Metropolitana di Catania ha l’obiettivo di fornire, secondo criteri di managerialità imprenditoriale, le soluzioni tecniche più efficienti per la gestione di immobili, aree urbane ed uffici dell’unico cliente/proprietario che è la Città Metropolitana. La società nel periodo 2014-2016, per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro è tenuta a prestare prevalentemente servizi di manutenzione stradale, opere edili ed impiantistica soprattutto a favore delle scuole catanesi nonché di pulizia e igiene ambientale.
Trattandosi di società partecipata, al 99,5% dalla Città Metropolitana di Catania (il restante 0,5% dall’Istituto Musicale Bellini di Catania), è sottoposta agli stessi controlli che vengono esercitati dell’ex Ente provinciale nei confronti dei propri uffici interni.
L’attività investigativa si è svolta tra i mesi di settembre e dicembre dell’anno scorso, attraverso accertamenti bancari, perquisizioni, analisi documentali e intercettazioni telefoniche nonché dichiarazioni di dipendenti della Pubbliservizi ed imprenditori affidatari di lavori. Secondo gli inquirenti è emerso un collaudato sistema corruttivo orchestrato dall’ex Presidente della Pubbliservizi Messina e dal suo stretto collaboratore Trombetta che, con la collaborazione determinante di Pedi, indirizzavano l’affidatamento di lavori e servizi a imprese terze corrotte traendone vantaggi personali.
I Finanzieri oltre a accertare ingiustificati versamenti sui conti correnti di Messina e Trombetta o di loro stretti congiunti per oltre 200.000 euro del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, hanno verificato anche la corresponsione, da parte degli imprenditori corrotti, di altri benefici quali la consegna gratuita di una BMW X3, il pagamento di pranzi e cene nonché di vestiti firmati, il contributo di oltre 10.000 euro per l’acquisto di un Rolex e il sostenimento dei costi per feste private.
Per il dipendente della Pubbliservizi, Raffaello Giovanni Pedi, il beneficio essenziale è consistito nel mantenere intatto il proprio inquadramento contrattuale in un contesto lavorativo caratterizzato da ingiustificati demansionamenti o spostamenti d’incarico operati dal Presidente Messina, dal suo insediamento, al fine di attorniarsi di una ristretta cerchia di persone fidate.
Gli imprenditori grazie a queste elargizioni, si vedevano affidati lavori nel settore della manutenzione edilizia e degli arredi per un valore di oltre 800 mila euro e inoltre beneficiavano anche di pagamenti più celeri rispetto agli altri fornitori della stessa Pubbliservizi.
L’aggiudicazione di molteplici appalti sarebbe avvenuta in barba alla normativa di evidenza pubblica rappresentata dal Codice degli Appalti e attraverso l’affidatamento diretto di lavori considerati dapprima “sotto soglia”, successivamente “gonfiati” da varianti in corso d’opera, non sempre realizzate, e dal frazionamento dell’importo dei lavori finalizzato a eludere le norme che vincolano, per i lavori superiori a 40.000 euro la scelta del contraente mediante il c.d. “cottimo fiduciario”, ovvero attraverso la consultazione sul mercato di almento 5 operatori idonei a svolgere il lavoro o prestare il servizio). Un altro metodo utilizzato per favorire gli imprenditori amici era di interpellare altre ditte che per statuto svolgevano attività differenti da quelle in corso di assegnazione.
In altri casi è stata registrata anche l’esternalizzazione di servizi a favore delle imprese corrotte pur avendo la partecipata pubblica le risorse umane e tecniche per la loro prestazione.
Il GIP ha anche disposto il sequestro preventivo di oltre 200 mila euro nei confronti di Messina e Trombetta, come profitto corruttivo confiscabile.
Le slide dell’0perazione: