Centro Astalli: uno sguardo al mondo dell’immigrazione
Lo scorso 15 Marzo il centro Astalli di Catania, sito in via Tezzano 71, ha aperto le porte alla nostra redazione, permettendoci di dare uno sguardo più approfondito al fenomeno dell’immigrazione.
Il centro Astalli è un centro di accoglienza per immigrati situato nella città di Catania, dove, dal 1999, diversi volontari si occupano quotidianamente dell’accoglienza e dell’istruzione di migranti provenienti da varie parti del mondo. I volontari del centro prestano anche assistenza presso le case circondariali della stessa città, come Piazza Lanza o Bicocca, che nel 2015 hanno visto un incremento dei detenuti stranieri perchè gli immigrati spesso vengono imprigionati per la loro presenza irregolare sul territorio nazionale. Dal 2013, inoltre, al centro è stato affidato il controllo di un immobile confiscato alla mafia, il centro Don Pino Puglisi, dove vengono accolti ogni giorno nuclei familiari e minori non accompagnati. Il centro dispone di diverse aule studio e di un ambulatorio medico ampiamente fornito.
Il centro è di proprietà della compagnia di Gesù, che opera in tutto il mondo, specie dove vi sono grandi situazioni di crisi. In linea di massima, i gesuiti vanno in ausilio alla popolazione con lo specifico compito di aiutare i migranti. All’interno del centro i volontari si occupano dell’accoglienza e dell’istruzione dei migranti grazie alle diverse aule studio presenti nella struttura, del loro inserimento nel mondo del lavoro e del disbrigo di pratiche che permettano agli immigrati di ottenere documenti, permessi di soggiorno e quant’altro.
Il centro è dotato di un ambulatorio medico ricco di farmaci necessari per le principali patologie, come il diabete o l’anemia, attrezzature per la medicazione e altri farmaci indispensabili. L’occorrente per i bendaggi viene costantemente rifornito poiché i bendaggi sono eseguiti, al centro, con estrema frequenza: gli immigrati che sono coinvolti in risse non vogliono andare al pronto soccorso per paura che, una volta giunti lì, qualcuno gli chieda di fare una denuncia per aggressione, e spesso non possono non essendo in possesso di alcun documento.
L’assistenza sanitaria in Italia è prevista per tutti, persino per gli stranieri irregolari, i quali possiedono un tesserino definito STP (Straniero Temporaneamente Presente) che permette loro l’accesso gratuito alle cure mediche essenziali. Ciò, ci spiega una volontaria del centro, ha causato, recentemente, un grande flusso migratorio di donne provenienti dai paesi dell’est che si recano in Italia per abortire.
Per i migranti regolari, invece, è previsto il pagamento del ticket. I farmaci di fascia C, ovvero quei farmaci che rappresentano cure per patologie come il raffreddore, non vengono concessi agli immigrati poiché non ritenuti indispensabili nemmeno per gli italiani.
All’interno del centro, come spiegatoci dalla stessa volontaria, gli immigrati, spesso analfabeti, hanno la possibilità di avviare un percorso di studi che, nella migliore delle ipotesi, li porterà al conseguimento del diploma di terza media, grazie al quale potranno essere iscritti a svariati corsi lavorativi, come quello che permette di diventare un operatore socio assistenziale (OSA).
Ma, la volontaria ritiene necessario evidenziare che, anche qualora i migranti fossero in possesso di un titolo di istruzione, questo non avrebbe alcuna validità in Italia.
Tentiamo, adesso, con i dati fornitici durante la visita al centro, di riassumere in numeri il fenomeno dell’immigrazione.
In Italia in questo momento gli immigrati ospitati nelle strutture di accoglienza sono circa 150.000. Moltissimi, inoltre, non entrano nel sistema di protezione per i rifugiati, ma restano in strada. La percentuale di accoglimento delle richieste di asilo è del 40% rispetto al numero totale di persone che arrivano, e il restante 60% di immigrati che non vengono regolarizzati vengono spesso assoldati dalla mafia per vendere droghe o finiscono addirittura per prostituirsi. Il governo Italiano assicura circa 35 euro giornalieri a ciascun centro, con i quali i volontari devono assicurare a ciascun migrante il minimo indispensabile per la sopravvivenza. Ad ogni immigrato, dunque, spettano circa due euro al giorno.
Ma qual è il comportamento del governo italiano all’arrivo dei migranti? Si cerca innanzitutto di risalire al paese di provenienza e poi si manda un fax chiedendo informazioni sulle persone, ma spesso tali paesi il governo non ottiene nessuna risposta, soprattutto dai paesi in guerra.
Per venire incontro al fenomeno dell’immigrazione, bisognerebbe dunque riuscire a stabilire a livello internazionale anzitutto degli accordi diplomatici tra i vari paesi, mentre a livello territoriale, credere nella vera integrazione del migrante e facilitare il lavoro svolto dai volontari che si apprestano ad accoglierli.
Caritas di Paternò: un modo diverso per guardare al mondo
Lunedì 27 marzo, alcuni ragazzi della classe 4° C del Liceo Classico di Paternò si sono recati presso il centro di accoglienza Caritas, che si trova alle spalle della piccola Chiesa del Sacramento .
Durante la visita abbiamo intervistato alcuni dei “veterani” che operano volontariamente all’interno della struttura con cui abbiamo parlato delle condizioni dei “migranti” , del loro rapporto con la nostra società e dell’ atteggiamento degli abitanti di Paternò nei loro confronti.
Grazie al racconto dei volontari sono emersi vari aspetti che hanno dimostrato quanto poco si sappia riguardo a questi temi e a quanti pregiudizi sono del tutto infondati. Primo fra tutti il fatto che si accusi questa gente di “rubare” il lavoro agli italiani. Come ha sottolineato una delle volontarie più giovani i “migranti” spesso svolgono lavori considerati “umilianti” dalla nostra società. Inoltre la maggior parte di loro è costretta a fuggire a causa dei conflitti nei loro Paesi di origine, ma e un altro fattore di enorme incidenza è quello economico. In questi Paesi è quasi impossibile trovare lavoro senza un titolo di studio, a differenza del nostro che si accontenta dell’esperienza, così chi non ha la possibilità di studiare viene in cerca di fortuna in Italia.
I rifugiati di guerra, invece, spesso, sono uomini di cultura come medici, farmacisti, insegnanti che a causa della guerra non possono esercitare liberamente la loro professione.
La Caritas, organismo pastorale costituito dalla CEI, aiuta i “migranti” ma anche coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta dando loro un pasto caldo e permettendogli di usufruire dei servizi igienici. Inoltre la città di Paternò sta cercando di mobilitarsi affinché una struttura gestita da un privato possa accogliere e occuparsi di minori che giungono sulla nostra isola, ma è un’iniziativa ancora incerta a causa della protesta degli abitanti della città che si rifiutano di accogliere altri “migranti”.
Si spera che l’iniziativa possa realizzarsi e che questa esperienza possa far cambiare idea a quanti ancora vivono con una mentalità chiusa.
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