Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell’IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.
Le Salinelle: dal 2015 geosito d’importanza mondiale. L’impegno per la sua valorizzazione
di Elisabetta Gulisano e Mara Salamone
Sono vulcanelli da cui fuoriescono gas e fango, e che si trovano ai margini della città di Paternò, conosciuti come Le Salinelle. L’acqua che ribolle, a causa della presenza di CO2, presenta infatti un alto tasso di salinità che ad alte temperature evapora, depositando il sale nel suolo.
Le Salinelle hanno un colore prevalentemente grigiastro e/o rossiccio a causa dell’alta concentrazione di ferro e, generalmente, la loro temperatura media si aggira intorno ai 15°-18° C, ma può raggiungere anche valori di 40° C.
La valle circostante offre la visione di un paesaggio quasi lunare data la scarsa presenza di vegetazione. Lì dove le salinelle non arrivano crescono particolari tipi di piante come: le Alofite, la Ferula, l’Asparagus Albus e la Barlia Robertiana, un’orchidea spontanea.
Per ciò che riguarda l’origine della località i geologi suppongono che una parte dell’apparato vulcanologico si sia ramificato, dando origine a vari siti fangosi fra cui quello di Paternò. Anche se gli studiosi, ancora oggi, si interrogano su una probabile connessione fra le salinelle e l’Etna: quando si verifica un innalzamento della temperatura dell’acqua, spesso dopo 15-30 giorni avviene un’eruzione vulcanica.
La genesi delle salinelle risalirebbe al VI millennio a.c. scavi recenti infatti hanno portato alla luce non soltanto vasellame risalente al Neolitico, ma anche resti di terme romane. Le prime notizie sul luogo si hanno grazie a Diodoro Siculo mentre sappiamo che gli Arabi, invece, se ne servirono per i più svariati scopi, tra cui la medicina; infatti l’argilla possiede proprietà terapeutiche tutt’oggi adoperate dai contadini su animali e piante.
Il territorio catanese presenta tre diversi siti geologici tra cui le salinelle dei Cappuccini vecchi o del campo sportivo, le salinella del fiume e le salinelle di San Biagio, quest’ultime appartenenti al territorio di Belpasso. Queste si differenziano dalle Macalube di Aragona dove la fuoriuscita di gas come il metano, che accumulandosi aumenta la pressione dei gas finché non genera esplosioni di fango capaci di raggiungere i 25 metri d’altezza, le rende pericolose.
Questa ricchezza naturalistica, sottovalutata negli anni precedenti, inizia a essere oggi rivalutata grazie all’impegno di Giovanni Parisi, che insieme alla Pro Loco di Paternò è riuscito a farla riconoscere ufficialmente nel 2015 come geosito di importanza mondiale per l’aspetto geochimico e vulcanologico. Nella speranza che questo sia il primo dei tanti passi verso la loro riscoperta da parte di tutti i cittadini.
Carnevale: dai fasti di un tempo all’abbandono di oggi e domani? Abbiamo chiesto ai candidati sindaco
Il Carnevale è una festa la cui celebrazione ha inizio sin dai tempi più antichi, come per esempio accadeva per le Dionisiache greche o i Saturnali romani. L’etimologia del nome, dal latino “carnem levare” (eliminare la carne), indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale e anticipava il periodo di digiuno della Quaresima.
A Paternò il Carnevale era una tradizione particolarmente sentita, che vedeva gente di tutta la provincia giungere con ogni mezzo in paese, per divertirsi in sana allegria tra maschere e balli nelle pubbliche piazze: un fiume di gente invadeva le strade del paese e i preparativi iniziavano già dal giorno dopo l’Epifania. Un periodo in cui le attività commerciali avevano ricchi introiti e l’economia del territorio cresceva significativamente. Peculiare caratteristica del Carnevale paternese erano le macchine infiorate, che percorrevano le principali vie cittadine, partendo dalla Villa Moncada fino ad arrivare in Piazza Indipendenza. I grandi maestri artigiani si occupavano di allestire, con passione e maestria, i carri allegorici, le macchine infiorate e di realizzare gli abiti per i gruppi in maschera.
Ogni persona esprimeva la propria fantasia e creatività, dilettandosi nella realizzazione di nuove maschere e travestimenti originali, per poter essere almeno per pochi giorni all’anno ciò che non poteva essere tutti i giorni; solo in questo periodo le donne potevano concedersi piccole trasgressioni, nascondendo la loro identità con maschere e mantelli neri, e invitando gli uomini a ballare.
Oggi le cose sono radicalmente mutate. A febbraio 2017 Paternò la situazione tra le strade della città è stata critica, nessuno ha preso parte all’organizzazione del Carnevale, l’amministrazione comunale non investe più su questa festa, che in origine coinvolgeva tutti i cittadini paternesi e non.
Perché un tale declino? Abbiamo sentito il parere dei candidati sindaci alle prossime amministrative, cui andrà il compito di recuperare una tradizione ormai persa.
La risposta appare evidente: come la tradizione, anche i tempi sono cambiati, mutate le condizioni economiche, politiche e sociali, finiti i fondi da destinare a questa iniziativa, perso lo spirito di comunità che era l’anima del Carnevale paternese.
Vedi qui il telegiornale con le risposte dei candidati.
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