Il tecnico è stato irremovibile nella sua decisione, presa all’indomani della sconfitta contro il Melfi. Prioritario il risanamento debitorio.
Oggi nella sala stampa di Torre del Grifo, Pietro Lo Monaco torna a tuonare. Sconcertato dalle dimissioni del tecnico Petrone e arrabbiato contro il Procuratore Federale della FIGC. La squadra, come informa il Direttore è “Stata affidata all’allenatore della Berretti Giovanni Pulvirenti, almeno fino alla partita contro il Lecce, poi si vedrà. Non è escluso che possa restare lui fino alla fine della stagione, Pulvirenti è stato scelto per non dare scossoni alla attività normali della settima, verso la difficilissima partita di Lecce”.
Pietro Lo Monaco parla della sconfitta di domenica che per il Catania “Rappresenta una specie di Corea, ma quella a Agrigento è stata per noi più dolorosa”; poi continua nella sua analisi ribadendo che “È un risultato che lascia perplessi, avviliti sconcertati, che restarà nella storia del Catania. Non viviamo un momento bellissmo. Sono cose che nel calcio però succedono, se guardiamo anche cosa hanno fatto nelle ultime partite Foggia, Matera e Juve Stabia; in Lega Pro costruire una squadra vincente è molto più difficile che in Serie B. Qui ci vuole una squadra fatta di giocatori di categoria che riescano a dare il meglio anche contro le così dette piccole”. Racconta un episodio successo domenica prima della partita. “Ero negli spogliatoi e il mio medico mi vide impietrito, mi misurò la pressione e avevo 120 di minima. Il fatto era che guardando la squadra negli spogliatoi prima della partita con il Melfi, ero sicuro che facesse il patatrack”.
Continuando a esaminare l’andamento del Catania puntualizza che “Contro le squadre di bassa classifica ha lasciato tantissimi punti. I primi ad essre avviliti, siamo noi come società. Io penso che la sentano anche i calciatori, che non penso siano degli squinternati”.
Il Direttore ammette che per lui seguire la squadra è davvero impossibile, infatti spiega che “Mi sto occupando più dei debiti che della squadra. Giocare in Lega Pro e cercare di risanare è veramente molto difficile. Questa è una squadra che all’inizio che era quadrata, che lasciava poco al godimento popolare, che spesso si difendeva bassa, e che bene o male ha fatto il suo campionato. L’episodio di Agrigento ha rappresentato probabilmente il crollo nervoso per un tecnico, Rigoli, che si è sempre sentito sulla graticola. Petrone invece voleva una squadra con un gioco tutto arioso e votata all’attacco con un approccio alla gara esattamente opposto a quello a cui i giocatori erano abituati, e probabilmente la squadra si è smarrita. Petrone non ha dato alla squadra il tempo per assimilare i suoi dettami di gioco. È stato intransigente. La condizione fisica della squadra non è brillante, già dai tempi di Rigoli ho spinto il tecnico e il preparatore atletico per migliorare questo aspetto. La condizione psicologica, dipende molto dalla condizione atletica. Giocare larghi in queste situazioni non è il massimo e giocare più raccolti sarebbe meglio. Di queste dimissioni ne avremmo fatto anche a meno. Noi speriamo che già contro il Lecce la squadra dia delle risposte”.
Lo Monaco parla dei social network. “Il Catania negli anni della mia gestione, è stata una società con una gestione modello e nessuno si deve permettersi di insultarci”. Quindi attacca tutti quei “tifosi che su Facebook fanno illazioni sul Calcio Catania”. In particolare se la prende con l’autore di commenti oltremodo offensivi nei riguardi del Catania, che è stato denunciato. “Il Catania -avverte Lo Monaco – ha da oggi una persona addetta che controllerà i social Network”. Ed era ora aggiungiamo noi.
Torna poi sulle dichiarazioni di Pecoraro definendolo “Un vigliacco a aprire un indagine sul Catania, società che sta pagando per le sue colpe e che sta cercando di fare un risanamento. Anche la Digos di Catania deve spiegare perché ha segnalato il minuto alla procura federale. Ricordo che il minuto di silenzio è stato regolarmente chiesto e concesso dalla Lega. Ora se c’è un tifoso che ha speso 50 anni della propria vita per il Catania, mi sembra una azione normalissima fargli omaggio. L’obbiettivo tecnico il Catania lo porterà avanti. Attorno al Catania ci sono 200 persone che lavorano, ci sono famiglie. Noi stiamo cercando di risalire e metterci in una posizione diversa. Il Catania rappresenta un patrimonio per la nostra gente”.
Tornando alle gestioni precedenti Lo Monaco accusa “Il nostro sistema calcio” definendolo ” bacato, poiché ha permesso ad un procuratore come Cosentino, di fare l’Amministratore Delegato di una società di calcio”.