Smascherati dalle indagini degli inquirenti insospettiti che nell’appartamento fosse rimasto tutto in ordine e che la cassaforte fosse stata aperta con le chiavi.
Durante la notte di domenica 13 novembre dello scorso anno, una banda composta da 3 persone, decideva di entrare in azione per compiere un furto in un appartamento nella zona “Vulcania” di Catania. Mentre due malviventi facevano da “palo”, un terzo si arrampicava dal balcone e, forzando l’infisso della camera da letto, si introduceva nell’abitazione.
Il furto però era avvenuto con modalità ritenute sospette dagli investigatori della Squadra Mobile di Catania. Infatti avvertiti dalla proprietaria dell’appartamento, rientrata nella notte tra il 13 e il 14 novembre da un viaggio, gli inquirenti hanno constatatato che in casa, tutto era stato lasciato in ordine dai malviventi, e che anche la cassaforte presente nell’appartamento, non era stata forzata ma aperta con le chiavi, tenute nascoste dalla signora.
Dall’appartamento mancavano solo dei gioielli in oro e una somma in contanti di 6.000 euro.
Il tutto ha subito fatto pensare agli investigatori che il furto fosse stato compiuto da persone che conoscevano bene l’appartamento e le abitudini della signora. Inoltre doveva essere noto ai ladri il fatto che l’antifurto non era funzionante.
I sospetti degli investigatori, sono stati confermati dalle indagini tecniche svolte e dalle intercettazioni, dalle quali è emerso che il furto sarebbe stato commissionato dall’ex marito della donna. Il responsabile sarebbe Luca Nicolosi, ritenuto responsabile insieme ad altri due complici, dell’esecuzione materiale di furto aggravato in abitazione.
Infatti, come ha dichiarato spontaneamente lo stesso Nicolosi agli uomini della Squadra Mobile, il furto era stato commissionato dall’ex marito della proprietaria dell’appartamento che aveva fornito tutte le informazioni necessarie per portare a segno il colpo senza alcuna difficoltà.
La banda avrebbe avuto dall’ex marito, un medico in attività, tutte le informazioni sugli spostamenti della vittima, sull’ubicazione della cassaforte e sul luogo in cui erano nascoste le chiavi per aprirla. Inoltre avrebbero ottenuto dallo stesso anche l’indicazione dei giorni in cui la vittima fosse fuori città, che il sistema di antifurto dell’abitazione non fosse funzionante.
Nicolosi è stato tradotto presso la casa circondariale “Piazza Lanza” di Catania, mentre nei confronti dell’ex marito e degli altri esecutori materiali del furto è stato notificato avviso di conclusione indagini per concorso dello stesso reato.
Luca Nicolosi