Diversi gli eventi e iniziative che fino all’8 gennaio si svolgeranno in ricordo del giornalista ucciso dalla mafia.
Inizieranno oggi le manifestazioni per ricordare il grande giornalista ucciso dalla mafia nel 1984, con cinque colpi alla nuca, davanti l’ingresso del teatro Stabile di Catania.
Alle 17:00 in via Orfanelli, 36 al Centro permanente di formazione Scuola di vita e orchestra Falcone Borsellino si terrà l’inaugurazione della libreria gratuita intitolata a Giuseppe Fava, – promossa dalla Fondazione “La città invisibile” – che raccoglie opere donate da cittadini e operatori di cultura per dare ai bambini dei quartieri a rischio la possibilità di leggere.
“I volumi – spiega Alfia Milazzo presidente della Fondazione sul Quotidiano on line L’informazione – parlano di vari argomenti, dalla mafia alla letteratura, dalle favole alla scuola. Vorremmo che attraverso il nome di Fava si comprendesse che la cultura è destinata a tutti, senza distinzioni di classe, di razza o di religione. L’acquisto dei libri non sempre è alla portata di tutti. È molto bello se c’è un luogo nei nostri quartieri dove i ragazzi possono fruire gratis della cultura”.
Nell’occasione sarà presente la vicepresidente della Fondazione Fava, Francesca Andreozzi. Fondazione nata nel 2002 dall’impegno della figlia di Fava, Elena, con l’intento di mantenere vivi la memoria e l’esempio del noto giornalista.
Domani, 5 gennaio giorno del 33esimo anniversario della morte saranno in programma diversi momenti di commemorazione per il giornalista.
Alle 15:30 da Piazza Roma partirà un corteo antimafia dal nome “Mille passi con Giuseppe Fava” promosso principalmente da “I Siciliani giovani” e “Fondazione Fava”.
Si tratta di un corteo silenzioso, spiegano gli organizzatori, perché “il silenzio può gridare più forte di qualsiasi slogan e di qualsiasi parola” e in silenzio, il corteo si dirigerà verso Via Fava.
Alle 17:00 in via Fava il tradizionale presidio alla lapide. Un momento durante il quale il Comune di Catania, in sostituzione della tradizionale corona di alloro, donerà in memoria di Giuseppe Fava un violino all’orchestra “Musica insieme Librino”. La Fondazione Fava, in memoria di Elena Fava, donerà un violino ai ragazzi dell’orchestra Falcone e Borsellino. Seguirà un breve recital musicale sotto la lapide.
Alle 18:00 al teatro Verga sempre in via Fava, si terrà una performance teatrale. Gli attori della scuola del teatro Verga leggeranno, con interventi musicali dell’orchestra Musica insieme Librino, una lezione sulla mafia, tenuta da Giuseppe Fava agli alunni di Palazzolo Acreide il 22 dicembre del 1983.
Alle 19:00 ancora al teatro Verga di Catania si terrà il dibattito “La città (im)possibile”. Adriana Laudani intervista Attilio Bolzoni, Claudio Fava, Miki Gambino e Giovanni Tizian. A seguire, la Consegna del Premio giornalistico Giuseppe Fava a Giovanni Tizian.
Alle 20:00 in via Cordai 47, “Un semplice fatto di cronaca“, spettacolo di burattini di Gianluca Ferro e Ivana Parisi.
A prendere parte alla manifestazione, aperta a tutti, saranno numerose altre associazioni catanesi (I Siciliani Giovani, Azione Civile, Gapa, Ass. Giambattista Scidà) e parteciperà anche la Cgil di Catania.
Infine, altri eventi interesseranno la giornata di sabato 7 e domenica 8 gennaio a Siracusa:
Il 7 gennaio alle 18.00 nell’Aula Consiliare del Comune di Palazzolo Acreide si terrà la premiazione del Premio Giuseppe Fava “Giovani” giunto ormai alla decima edizione, che sarà assegnato a Mario Gelardi (Presidente e Direttore Artistico del Nuovo Teatro Sanità) e ai ragazzi del collettivo “ntS” (Nuovo Teatro Sanità).
Infine, l’8 gennaio alle 18:00 sempre nell’Aula Consiliare e i ragazzi dell’ACCI Lab (Arte Creativa e Cultura Innovativa) presenteranno il loro progetto “In fieri. Secondo Giuseppe Fava”, nel solco del loro lavoro che prevede di creare una rete di esperienze culturali, spazi per produrre e consumare cultura e laboratori di creatività giovanile.
L’iniziativa è organizzata dal Coordinamento Fava Palazzolo Acreide e dalla Fondazione Fava, con la collaborazione dell’ACCI Lab Palazzolo, il patrocinio dell’Associazione Antiracket Palazzolo, quello del Comune di Palazzolo e dell’Assostampa Siracusa.
Giuseppe Fava nasce a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, il 15 Settembre del 1925. Giornalista, scrittore di fama nazionale e drammaturgo italiano fu direttore responsabile del Giornale del Sud e fondatore della rivista “I Siciliani”.
Egli stesso, nel 1981, in un editoriale sul Giornale del Sud, aveva spiegato cosa intendesse per giornalismo ed etica: “Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere”.
Ecco la sua biografia tratta dal sito della Fondazione Fava
Giuseppe Fava, foto tratta dalla pagina Fb della Fondazione Fava
Giuseppe Fava nasce a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, il 15 Settembre del 1925. Profondamente innamorato del paese natale, dove i genitori abitarono sino alla fine degli anni ’90, lo visitava spesso e lo ha celebrato nei suoi scritti. Negli anni ’40 si trasferì a Siracusa per frequentare il Ginnasio ed il Liceo. Fu tra i migliori alunni del Liceo Gargallo, che recentemente ha intitolato all’illustre allievo la Biblioteca dell’Istituto. Visse a Siracusa gli anni della guerra in Sicilia, dedicando a quel soggiorno splendide pagine.
Dopo gli studi liceali si trasferì a Catania e si laureò in Giurisprudenza. Alla carriera di avvocato preferì la professione di giornalista, che iniziò come cronista al giornale Sport Sud di Catania. Dal 1951 al 1954 fu capocronista al Giornale dell’isola, e successivamente al Corriere di Sicilia.
Alla fine degli anni ’50, col cambiamento di gestione di quel quotidiano, passò al giornale L’Isola – Ultimissime, prima di approdare, sempre come capocronista, al quotidiano catanese del pomeriggio Espresso sera, ove lavorò per oltre venti anni. In quel periodo, oltre l’impegno quotidiano al giornale, fu inviato speciale del settimanale milanese Tempo, e corrispondente del Tuttosport di Torino.
Oltre alle numerose inchieste giornalistiche, raccolte successivamente nei volumi Processo alla Sicilia (1970) e I Siciliani (1980), negli stessi anni maturò una straordinaria vocazione artistica, letteraria e pittorica.
Nel 1966 vinse il Premio Vallecorsi con Cronaca di un Uomo, e nel 1970 il Premio IDI con La Violenza, da cui Florestano Vancini trasse il film di successo Violenza Quinto Potere (1974). Gli anni successivi videro la pubblicazione dei romanzi Gente di rispetto (Bompiani, 1975) da cui Luigi Zampa trasse il film omonimo, Prima che vi uccidano (Bompiani, 1977) e Passione di Michele (Cappelli, 1980) dal quale Werner Schroeter trasse il film Palermo oder Wolfsburg, vincitore dell’Orso d’oro al festival di Berlino del 1980, e delle opere teatrali de Il Proboviro (1972), Bello Bellissimo (1975), Foemina ridens (1980). Opere di grande maturità e complessità che hanno consacrato lo scrittore siciliano come acuto testimone del suo tempo e come profondo studioso ed esperto del fenomeno della mafia siciliana.
Nel decennio 1965-1975 realizzò a Catania e Roma quattro personali degli oli e delle grafiche realizzate in quegli anni.
Nel 1980 fu chiamato alla direzione del Giornale del Sud, idea editoriale maturata all’interno dell’ambiente imprenditoriale, politico e giornalistico della Catania di quegli anni. Fu subito un giornale irriverente, senza prudenze, né ossequi. I notabili furono chiamati a rispondere dei loro misfatti, il sacco edilizio, l’arrembaggio dei mafiosi, la rassegnazione degli onesti. La reazione al pericolo rappresentato da Fava e dal Giornale del Sud fu immediata e forte: la censura, le minacce, gli attentati ed infine il licenziamento. Pochi mesi dopo la rottura di Fava con l’editore il giornale cessava le pubblicazioni.
Nel 1982 Giuseppe Fava costituisce, insieme alla parte della redazione del Giornale del Sud che ne aveva condiviso le scelte di fondo, fonda la cooperativa editoriale Radar e registra una nuova testata I Siciliani. Con quel mensile, dall’elegante veste tipografica, Fava aveva scelto di raccontare la Sicilia come metafora di quei tempi: la devastazione dell’ambiente, la trappola nucleare di Comiso, la sfida della mafia. Temi che aveva già affrontato nella attività letteraria e che trattava ora col rigore del giornalista. Giornale di inchieste in tutti i campi della società: politica, attualità, sport, spettacolo, costume, arte, che vuole essere appunto il documento critico di una realtà meridionale che profondamente, nel bene e nel male, appartiene a tutti gli italiani. Un giornale che ogni mese sarà anche un libro da custodire. Libro della storia che noi viviamo. Scritto giorno per giorno.
I temi sviscerati quotidianamente nelle inchieste, strettamente contestualizzati nel decennio italiano che tentava disperatamente di lasciarsi alle spalle gli anni di piombo, maturarono la forte idea teatrale de Ultima Violenza, andata in scena al Teatro Stabile di Catania nel novembre-dicembre 1983. Dramma documento di quello che può succedere quando la società ferita e morente farà l’ultimo tentativo di salvezza; un processo a sette personaggi coinvolti forse in un solo assassinio, politici, finanzieri, terroristi e mafiosi, emblematici di tutta la violenza. Il palazzo di giustizia stretto in assedio; fuori l’imminenza della tragedia; può essere una terribile rivolta popolare, oppure il trionfo degli assassini. Una tragedia collettiva dalla quale emerge la vicenda di un uomo solo in cui si aggrovigliano tutte le componenti drammatiche, il dolore, la paura, l’ironia, la vendetta, la speranza, il sogno. Un personaggio che si eleva solitario e misterioso nel cuore della tragedia fino alla rivelazione finale. Arcangelo o diavolo? Domanda giusta, poiché non sappiamo chi sarà presto o tardi il padrone della società italiana e quindi della nostra vita.
Ancora una reazione al pericolo Fava, questa volte ancora più forte, cinque pallottole umide di pioggia la sera del 5 Gennaio del 1984, alle 21,30.
Non fa in tempo a voltarsi né a stupirsi. Probabilmente non si accorge neppure di morire. Sarà l’unico effimero conforto per la famiglia.