A chiedere un pronto intervento delle istituzioni i consiglieri Saglimbene, Catalano e Severino, il deputato nazionale Berretta, il segretario nazionale della Cisl medici.
“È tempo che l’amministrazione, i presidi ospedalieri e tutti gli altri soggetti interessati si siedano intorno ad un tavolo e creino un progetto che assicuri l’incolumità di infermieri, medici e personale sanitario”.
A chiederlo, nel duplice ruolo di consigliere comunale e medico, Francesco Saglimbene che interviene sull’aggressione di un dottore del pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania.
Al “Vittorio Emanuele” – ricorda – simili episodi si erano già verificati l’anno scorso. Nel pronto soccorso entra chiunque. Persone di ogni età ed estrazione sociale con problemi di ogni tipo. Le discussioni nascono anche per futili motivi. Ci sono disposizioni e normative ben precise che medici ed infermieri devono rispettare alla lettera e che l’utente, con familiari o amici al seguito, non sempre accetta di buon grado”.
Anche il parlamentare nazionale del Partito Democratico, Giuseppe Berretta, interviene sulla vicenda. Il deputato afferma che “Non si può più aspettare oltre. Presenterò un’interrogazione urgente al Ministero dell’Interno, per portare all’attenzione del Governo nazionale gli ultimi gravi episodi che si sono verificati all’interno del Pronto soccorso del Vittorio Emanuele, Ospedale in pieno centro storico che serve una vasta porzione della città. Chiederò al ministro Minniti di incrementare i posti di guardia permanenti negli Ospedali di Catania, in modo da assicurare sempre, in tutte le ore del giorno e della notte, la presenza di agenti di polizia nei presìdi ospedalieri” prosegue Berretta.
Il parlamentare dei Democratici inoltre chiede un deciso intervento anche da parte delle istituzioni locali, prima tra tutte la Prefettura: “Credo sia necessario che il Prefetto di Catania convochi immediatamente il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per stabilire insieme al Questore, al Sindaco, a tutti i vertici delle forze dell’ordine quali misure urgenti possano essere adottate per garantire sicurezza e serenità agli operatori sanitari del Vittorio Emanuele e degli altri Ospedali, oltre che agli utenti”.
A chiedersi “Quanti medici ancora dovranno essere malmenati o dovranno pagare con la propria vita la colpevole assenza delle istituzioni?” è invece il segretario generale nazionale della Cisl Medici, Biagio Papotto.
“Non possiamo attendere ancora, –afferma – siamo stanchi di una campagna mediatica che ci condanna quotidianamente, di un sistema economico che mortifica le nostre coscienze, di governi che ci relegano ai margini delle priorità di un paese. Ormai siamo al far west, – prosegue – l’ennesima aggressione al collega medico a Catania dimostra come la disperazione della gente è divenuta disperazione di Sistema. È giunta l’ora che le istituzioni mettano fine a questa barbarie, la misura è colma, siamo stanchi di scrivere lettere di solidarietà, si torni alla cultura della responsabilità, chi si trova nella stanza dei bottoni agisca, vogliamo continuare a curare i nostri pazienti in un ambiente sano in cui ci siano regole certe e tutele per gli operatori”.
In conclusione, il segretario generale nazionale ha espresso la sua solidarietà al collega catanese,”al Medico aggredito a Catania possiamo dare la nostra solidarietà nella speranza che sia l’ultimo e che mai più nessuno aggredisca un Camice Bianco, Dottore fatti coraggio, lo sappiamo che è difficile ma il sacro fuoco di Ippocrate ti darà la forza per superare anche questa”.
A chiedere più sicurezza nei posti di lavoro sono i consiglieri comunali Giuseppe Catalano ed Ersilia Saverino che già alcuni mesi fa avevano presentato un’interrogazione in seguito all’aggressione alla Guardia Medica di Nicolosi.
“Senza voler entrare nel merito della questione e confidando nella Giustizia, che farà piena luce sui fatti – scrivono i due consiglieri – non possiamo far finta di nulla in merito al coinvolgimento di un operatore del 118 che, in quel momento, era fuori servizio. In particolare, il consigliere Catalano sottolinea il suo personale rammarico perchè coinvolge un collega che si è sempre dimostrato professionale al lavoro. Oggi, però, si rischia di tirare in ballo un intero sistema che è totalmente estraneo a questo genere di episodi e che da vittima non può passare per carnefice”.
In tutti questi anni, ricorda ancora Catalano, il personale del 118 ha subito aggressioni e violenze di ogni tipo perché opera spesso in contesti molto difficili e complessi dove minacce, violenze e danni ai mezzi di soccorso sono quasi all’ordine del giorno.
I due consiglieri ribadiscono quindi che non si può cominciare un gioco al massacro dovuto ad un episodio isolato e contestualizzato.
“Non si deve, quindi, in nessun modo gettare fango sulla “SEUS S.C.P.A” che con grande abnegazione al dovere e innumerevoli sforzi garantire una qualità del servizio presa ad esempio in tutta Italia. Da anni il 118 impiega risorse ed energie per far capire ai cittadini l’importanza del proprio operato anche a dispetto di episodi come quello di Porto Empedocle, dove due operatori sono stati aggrediti, oppure di Catania e Giarre dove sono stati causati grossi danni alle autoambulanze. Ecco perchè la nostra interrogazione sul garantire sicurezza e controlli in questi luoghi oggi resta quanto mai attuale”.