L’associazione per delinquere era composta di ben 77 persone ora rinviate a giudizio.
La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 77 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle frodi assicurative, falsa testimonianza, frode assicurativa, accesso abusivo ad un sistema informatico e reati in materia di falso.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, che hanno evidenziato l’esistenza del gruppo finalizzato alle truffe ai danni di compagnie assicurative, avente quale promotore ed organizzatore Antonino Arena, classe 1971, inteso “Nino ‘u fungiutu” o “ ‘u puppittaru”, costituiscono uno stralcio di quelle che l’8 maggio del 2012 avevano dato luogo all’operazione “Nuovo corso” con cui era stata disarticolata l’organizzazione mafiosa dei Cursoti, della quale faceva parte Arena, con il successivo sequestro, eseguito il 15 aprile 2013, di beni mobili e immobili a carico dello stesso.
Le truffe venivano poste in essere inscenando falsi incidenti stradali con danni a cose e persone, grazie alla complicità di consulenti assicurativi, avvocati, medici ed altro personale sanitario.
È stato messo in luce un articolato sistema basato o sulla falsa dichiarazione resa all’atto dell’ingresso al Pronto Soccorso, da coloro che facevano ricorso alle cure ospedaliere, i quali riferivano di avere subito i traumi a seguito di incidente stradale piuttosto che, come in verità, per eventi diversi, oppure sulla manomissione dei sistemi informatici per il rilascio di certificati di Pronto Soccorso non veritieri, dai quali sarebbero emersi traumi in realtà inesistenti.
Lo “schema tipo di falso sinistro prevedeva il coinvolgimento di un danneggiato fisico – che poteva o meno coincidere con il proprietario del mezzo danneggiato – un responsabile dell’incidente (assicurato) ed un testimone. In alcuni casi gli indagati avevano assunto posizioni differenti in relazione a diversi incidenti.
Le prime certificazioni non veritiere venivano poi implementate con altra documentazione, altrettanto falsa, relativa a visite specialistiche, e al rilascio di testimonianze mendaci.
Tra i diversi casi esaminati si è scoperto che persone che risultavano essere state vittime di incidente stradale, con conseguente frattura della gamba e relativa ingessatura, circolavano tranquillamente per le strade del centro a bordo di motociclo senza alcun presidio ortopedico.
In un altro caso si è visto che il conducente di un motociclo, che aveva riportato fratture multiple per essere stato investito da un’autovettura, in realtà, aveva perso il controllo del proprio mezzo a causa di un cane che aveva attraversato la strada ma il referto, redatto correttamente da personale dell’autoambulanza intervenuto era stato falsificato e, nella parte relativa alle cause dell’incidente ed alle parti coinvolte, la trascrizione “moto-cane” era stata sostituita con quella “moto-auto”.
Le indagini hanno evidenziato che Arena- affiliato al clan dei Cursoti e condannato per questo in primo grado per lo stesso periodo dei fatti in contestazione- era il capo e il promotore di questa organizzazione dedita alle truffe assicurative – composta da persone a lui legate dal vincolo di appartenenza allo stesso ambiente malavitoso, che si avvaleva del contributo e della collaborazione stabile di insospettabili professionisti.
Le indagini si sono rivelate particolarmente lunghe e complesse essendo state acquisite presso gli ospedali cittadini e diverse compagnie assicurative – che hanno presentato querela per truffa-numerosissimi fascicoli relativi a cartelle mediche ed infortuni stradali per una buona parte dei quali erano state liquidate cospicue somme di denaro che venivano suddivise tra gli “attori” coinvolti. In relazione ad uno dei sinistri esaminati la somma liquidata ammontava a 100.000,00 euro.
Tutti si muovevano in stretta sinergia per predisporre documentazione idonea a fronteggiare un eventuale giudizio civile e ai controlli operati dalle compagnie assicurative, che in qualche caso avevano avviato approfondimenti sulla dinamica degli incidenti.
Tra gli indagati, unitamente a pregiudicati e gente comune, figurano un medico ortopedico, un medico legale, due infermieri professionali, un assistente socio-sanitario, un fisioterapista, un consulente assicurativo e due avvocati.