Sconfitta meritata in superiorità numerica contro una Virtus Francavilla nettamente più forte. Attacco inadeguato per la Lega Pro. Centrocampo lento e prevedibile.
di Salvatore Giuffrida
Giornata storica per la Virtus Francavilla e giornata di normale amministrazione per il Catania, che lontano dalle mura amiche appare sempre in difficoltà. L’assurdo di questa partita è che in settimana si era parlato di questa sfida e l’ambiente, per quanto era emerso, sembrava maturo per raggiungere la vittoria esterna. Se a questo aggiungiamo che per più di metà partita i rossazzurri hanno giocato in superiorità numerica, la prestazione di oggi appare incomprensibile guardando solo l’aspetto psicologico della squadra.
Che il Catania non si fidasse delle proprie forze offensive e del suo modulo di gioco, è apparso chiaro fin dalla presentazione delle distinte con le formazioni ufficiali. Infatti se la Virtus Francavilla si affidava al 3-5-2 tanto caro al Mister Calabro, questo è il nome del tecnico della squadra pugliese, il Catania cambiava modulo rispetto alle ultime fortunate uscite in campionato e si affidava ad un 4-3-1-2, con Calil, Mazzarani e Paolucci a formare il tridente di attacco.
La partita comincia subito male, con la Virtus del presidente Magrì, subito vicino al gol con Nzola, che tira alto dai sedici metri. Il Catania in avanti è come di solito in trasferta evanescente in avanti; Calil e Paolucci in confusione e anche mal serviti. La pressione del centrocampo della Virtus non è evidente, e la squadra di casa si affida ad azioni veloci che mettono più volte Nzola nelle condizioni di fare gol. De Santis appare in difficoltà nel tenerlo e lo stesso Di Cecco, con compiti più propositivi, non riesce a aiutare il compagno a causa della velocità dell’attaccante in forza alla squadra pugliese.
A sette minuti dalla fine del primo tempo, Casadei, il portiere della Virtus Francavilla, viene espulso per un fallo netto da ultimo uomo su Paolucci lanciato a rete. Sembra la svolta della partita, soprattutto perché per fare entrare il secondo portiere Albertazzi, viene sacrificato l’ex Casertana De Angelis, giocatore di esperienza. Il Catania invece non ne approfitta.
Il secondo tempo, che comincia senza cambi da parte dei due tecnici, si trasforma in un autentico inferno per il Catania. La porta di Pisseri viene presa di mira costantemente dagli avanti della Virtus, che sembra giocare lei con un uomo in più. Il Catania praticamente non riesce a imbastire nessuna azione degna di nota, e le sole menzioni vanno a Pisseri che compie parate miracolose. Rigoli va anche lui nel pallone, e fa uscire Bucolo per inserire Di Grazia. Di Male in peggio, infatti il filtro al centrocampo praticamente non esiste più e il Catania soffre oltremodo la superiorità tecnica e agonistica della Virtus che domina completamente la partita. Inutili anche i cambi di Barisic per un confusionario Paolucci e di Russotto per uno spento Mazzarani.
La diga eretta dal solo portiere Pisseri sembra tenere, e infatti le sue parate, alcune prodigiose, come una su un tiro a botta sicura su azione di calcio d’angolo, esaltano le sue doti. In pieno recupero amnesia totale del centrocampo del Catania, che si lascia scappare Alessandro sulla destra, Pastore sulla sinistra e Nzola al centro. Bastrini fa del suo peggio e De Santis non contiene l’irruenza di Nzola che raccoglie il cross dalla destra e batte imparabilmente a rete per il gol vittoria.
Sconfitta per il Catania meritatissima. Squadra colpevole per non aver saputo sfruttare l’uomo in più e con Rigoli che sbaglia la sostituzione di Bucolo regalano la vittoria alla Virtus. Catania che in attacco ormai siamo certi essere una squadra inferiore alla media in questo torneo. Parlano anche i numeri contro il Catania che fuori casa ha segnato solo 2 gol subendo spesso il gioco avversario. Paolucci che in questo torneo ha firmato solo due reti, e Calil del tutto evanescente e confusionario. Questi non sono più segnali di allarme, ma certezze, dati di fatto e la Società deve ormai prenderne atto. Il mercato di gennaio per questo Catania è necessario e fondamentale per rinnovarsi e costruire una squadra vincente. Le partite di Melfi, Reggio, Matera, Taranto e anche quella di Foggia erano state dei segnali importanti di pochezza offensiva, oggi a Francavilla arriva la prova del nove.