Denominata “Brotherhood” ha portato a sei arresti tra cui il reggente della famiglia mafiosa “Ercolano”.
Associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e turbata libertà degli incanti. Questi i reati contestati a 6 esponenti di vertice della famiglia mafiosa dei “Santapaola-Ercolano” che avrebbero operato in strettissimi rapporti con esponenti della massoneria catanese.
L’attività è stata svolta dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania nell’ambito di un’articolata indagine, delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, denominata “Brotherhood”, fratellanza, proprio per le connessioni di cui sopra.
Più in dettaglio, gli arrestati appartengono alla frangia riconducibile ad Aldo Ercolano(classe 74), attuale reggente della famiglia omonima, e allo stato sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di firma, figlio del defunto Sebastiano (classe 44) e fratello di Mario (classe 76), boss indiscusso del sodalizio fino al suo arresto e oggi detenuto per associazione di stampo mafioso (Aldo Ercolano è inoltre cugino dell’omonimo (classe 60) condannato, insieme a Nitto Santapaola, quale mandante dell’omicidio del giornalista Pippo Fava).
Ad Ercolano e al suo stretto sodale Sebastiano Cavallaro è contestata l’appartenenza a un’associazione a delinquere di tipo mafioso, finalizzata all’estorsione, al traffico di stupefacenti, al recupero crediti, alla turbativa d’asta e all’acquisizione diretta o indiretta del controllo e gestione di attività economiche.
Diversi sono gli episodi estorsivi ricostruiti nel corso delle indagini, posti in essere nei confronti di titolari di noti locali di ristorazione, alcuni dei quali effettuati personalmente dall’attuale “reggente” della famiglia con la collaborazione del suo uomo di fiducia Giuseppe Finocchiaro, anch’egli destinatario di misura cautelare in carcere.
Sarebbe stata poi anche registrata l’attività di recupero crediti svolta dietro compenso, per conto di soggetti terzi, come pure l’attività di intimidazione mafiosa finalizzata all’aggiudicazione di aste giudiziarie o a favorire l’assegnazione di pubbliche gare in favore di imprenditori “amici”.
Le indagini avrebbero permesso poi di riscontrare un’altra attività, tipica delle organizzazioni mafiose, ossia il pagamento del cosiddetto “stipendio”agli affiliati detenuti e ai loro familiari. In particolare sarebbe accertata la puntuale consegna da parte del Cavallaro dello “stipendio” alla moglie di Nunzio Zuccaro, condannato con sentenza definitiva a 30 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, quale appartenente alla famiglia “Santapaola – Ercolano” e autore dell’omicidio di Francesco Romeo, avvenuto a Misterbianco il 16 febbraio 1992.
Elemento assolutamente peculiare che caratterizza l’indagine è rappresentato dall’accertamento di strettissimi rapporti fra la criminalità organizzata ed esponenti della massoneria catanese.
Il punto di contatto fra le due organizzazioni sarebbe stato rappresentato da Sebastiano Cavallaro, uomo di fiducia della famiglia Ercolano e “primo diacono” della “Gran Loggia Massonica Federico II Ordine di stretta osservanza”. Questi avrebbe svolto il ruolo di collettore tra richieste illecite di imprenditori massoni e la famiglia degli “Ercolano”.
Significative in questo senso sono le attività – condotte su richiesta proprio del “Sovrano” della loggia massonica, Francesco Rapisarda – che sarebbero state tese a far desistere, con ogni mezzo, imprenditori dalla partecipazione a un’asta fallimentare per l’aggiudicazione di un complesso industriale, già di proprietà dei fratelli Rapisarda, garantendo così agli stessi di rientrarne in possesso a un prezzo significativamente ribassato (da 1 milione a 273.000 euro).
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale – sei soggetti per i reati di
In relazione a tali attività il G.I.P. di Catania ha disposto, per il reato di turbativa d’asta, gli arresti domiciliari nei confronti dei fratelli Carmelo e Francesco Rapisarda, titolari della “Mediterranea Costruzioni Metalmeccaniche S.p.a.” e di Adamo Tiezzi (soggetto, quest’ultimo, assai vicino al Cavallaro e con precedenti per traffico di stupefacenti ed estorsione) nonché il sequestro di tutti i beni aziendali mobili e immobili della società.
In altre occasioni l’intervento del “fratello” Cavallaro è stato sollecitato al fine di ottenere, con l’intervento di Aldo Ercolano, l’aggiudicazione di appalti per lavori pubblici in favore di imprenditori “fratelli massoni” come nel caso dei lavori per la Riqualificazione e recupero dell’area dell’ex mattatoio comunale, con annesso lavatoio, indetti dal Comune di Santa Maria di Licodia.
Le risultanze investigative hanno, peraltro, trovato riscontro nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia secondo i quali Aldo Ercolano, sin dal 2002, era responsabile per la famiglia nell’area di “Picanello” e per i paesi delle “Aci” e, dopo l’arresto del fratello Mario avvenuto nel 2010, era diventato il riferimento di tutti i gruppi mafiosi riconducibili agli “Ercolano”.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati provvedimenti di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di ulteriori 5 indagati, tra cui alcuni professionisti catanesi, cui è contestato il reato di estorsione, usura e turbativa d’asta aggravata dalla modalità mafiosa.
Di seguito i soggetti arrestati.
Aldo ERCOLANO, nato a Milano il 13.12.1974: detenzione in carcere;
Sebastiano CAVALLARO, nato a Catania il 9.12.1957: detenzione in carcere;
Giuseppe FINOCCHIARO, nato a Catania il 4.06.1978: detenzione in carcere;
Francesco RAPISARDA, nato in Libia il 23.12.1943 arresti domiciliari;
Carmelo RAPISARDA, nato in Libia il 16.10.1939,arresti domiciliari;
Adamo TIEZZI, nato a Catania il 02.12.1962, arresti domiciliari.