L’atto d’accusa di Faisa Cisal e Fast Confsal: servizi ancora con contratti di affidamento provvisorio.
Una dura nota nei confronti della politica regionale giunge dai sindacati Faisa Cisal e Fast Confsal che accusano questa legislatura, e le precedenti, di non aver riformato il sistema di trasporto pubblico locale, così come previsto da un decreto legislativo del 1997, e di aver lasciato ferma nella 4ª Commissione dell’Assemblea legislativa siciliana, la predisposizione di un disegno di legge di riforma del settore, approvato dalla Giunta di Governo nell’agosto del 2002.
Di contro la Regione ha tagliato i finanziamenti l per i trasporti a partire dal 2012, mettendo il ginocchio il settore. Il sindacato comunque si dice fiducioso che entro la fine di questo mandato la Sicilia riesca a dotarsi di una Legge organica di riforma del TPL, e che dalla Regione si facciano pervenire all’Amt al più presto possibile i crediti che vanta nei confronti dell’ente.
Di seguito la nota completa
La politica regionale, è colpevole di non aver saputo dare alla nostra Isola, la possibilità di dotarsi di un “piano di efficientamento e razionalizzazione dei servizi”, a scapito dei lavoratori del settore, dei pendolari siciliani e di una sana competizione tra gli operatori pubblici e privati (Vedi fra tutti: Gruppo SAIS S.p.A. e AST/S.p.A.).
Anche in questa Legislatura, giunta ormai agli sgoccioli della sua agonizzante sopravvivenza, il Governo Regionale, ancora una volta, ha mancato all’appuntamento con la riforma del sistema di trasporto pubblico locale, in attuazione dei principi stabiliti nel D. Lgs 19 novembre 1997, n. 422, motivo per cui, gli attuali servizi sono affidati sotto forma di contratti di affidamento provvisorio.
Infatti, basta ricordare che la predisposizione di un disegno di legge di riforma del settore, approvato dalla Giunta di Governo con deliberazione n.265 del 7 agosto 2002 è attualmente ancora in corso di esame presso la 4^ Commissione dell’Assemblea legislativa siciliana, nonché l’approvazione del Piano Direttore, parte principale del Piano Regionale Trasporti.
Eppure, l’obiettivo principale della riforma era quello di promuovere una modernizzazione del settore, facendo leva su alcuni punti qualificanti, quali: il recupero della programmazione territoriale, il decentramento delle funzioni alle Regioni (e da queste agli Enti locali in una logica di sussidiarietà), la liberalizzazione del settore attraverso l’affidamento dei servizi con procedure concorsuali.
Mentre, nulla di tutto questo è potuto avvenire, di converso, il taglio dei finanziamenti deciso dalla Regione che ha apportato riduzioni al capitolo di spesa dei trasporti, con una decurtazione dei corrispettivi a partire dal 2012 , ha “ concretizzato nei riguardi dell’AMT/S.p.A., Partecipata del Comune di Catania, il doppio taglio chilometrico del 36% (20+16), e con esso, l’impoverimento della stessa Società, il malessere dei suoi lavoratori e un servizio di trasporto pubblico urbano inefficiente e inadeguato per la collettività catanese”.
Malgrado tutto, come sindacati, abbiamo motivo ancora di ritenere che “ l’Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, saprà recuperare il terreno perduto dai Suoi predecessori, dotando la Sicilia entrò la fine del proprio mandato istituzionale di una Legge organica di riforma del TPL, nonché, far pervenire quanto prima possibile all’Amt/ S.p.A., i crediti, dalla stessa vantati nei riguardi della Regione che a detta del suo Presidente Lungaro, ammonterebbero a oltre 24 ml euro, oltre, a far chiudere positivamente la “transazione” relativa al doppio taglio chilometrico adoperato ingiustamente, illo tempore dalla stessa Regione nei confronti della Società Partecipata dal Comune di Catania”.
R. Moschella FAISA /CISAL
G. Lo Schiavo FAST/CONFSAL