I possibili scenari sul futuro della squadra, le figure coinvolte e i loro ruoli.
di Zu Turi
La questione legata alla proprietà del Calcio Catania diventa un rebus sempre più fitto, dove le voci di offerte e si susseguono, così come i comunicati stampa e le dichiarazioni da parte dell’attuale proprietà che smentiscono prontamente ogni trattativa. La piazza aspetta impaziente e con il fiato sospeso l’uscita di scena di Pulvirenti.
Quel comunicato però non arriva.
Cerchiamo di fare un po’ di ordine e cercare di delineare i possibili scenari. La proprietà ha dichiarato quasi un anno fa di cercare un acquirente. Si parla di una cordata catanese, poi esce prepotentemente il nome di Vergara, magnate messicano. Contattato telefonicamente conferma l’interesse a Gianluca Virgillito di “Catanista”. Comunicati stampa latitano.
Frattanto cambiano i vertici societari del Calcio Catania, dove la famiglia Pulvirenti è sempre al comando. Si arriva alla conferenza stampa della presentazione del nuovo C.d.A. dove tutti si aspettano novità grosse sul nodo cessione club. Invece nulla, anzi viene smentito tutto riguardo a trattative in corso, Vergara compreso. Il campionato è ancora in corso e la permanenza in lega pro è al momento della conferenza stampa tutta da definire. Il caso, a questo punto, prende i connotati di un giallo. Ma per capire meglio il giallo analizziamo meglio i personaggi, o meglio le figure che sono coinvolte. Da un lato un venditore dall’altra un compratore, al centro una società di calcio.
Il venditore, Pulvirenti, non avrebbe necessità a vendere, infatti ha svariate aziende sotto il suo controllo che sono attive nei rispettivi ambiti: 5 alberghi di lusso, la Fortè con 85 punti vendita Azienda agricola Biorossa, Longime s.r.l , la catena di ristoranti ” Sorsy e Morsy” con 3 ristoranti.
In queste condizioni, a oggi Pulvirenti sembrerebbe poter fare il prezzo e dettare le condizioni, questo perché gli eventuali debiti di gestione del Calcio Catania possono essere coperti, come fino ad oggi sempre fatto, per dichiarazione stessa del Presidente Franco. In ogni caso ha l’interesse di cercare di fare il massimo profitto in caso di vendita. Inoltre come lo stesso Franco ha dichiarato, l’attuale C.d.A. ha una duplice funzione, quella di vendere e quella, nel caso non ci fossero acquirenti, di rilanciare le aziende Finaria, quindi anche il Catania Calcio.
Il Catania. Pagato il forte scotto della doppia retrocessione, ha abbattuto il monte ingaggi del 90%. Ha perso si i diritti televisivi, ma quelli erano abbondantemente inferiore al monte ingaggi. Ha dilazionato con il credito sportivo le mutualità di TdG fino al 2032, sono in arrivo le terze rate dei cartellini dei giocatori venduti, pari a 1,5 milioni di euro, a questi dobbiamo sommare i vari diritti di riscatto dei vari prestiti onerosi, che in caso di riscatto di tutti porterebbero circa 5 milioni di euro in più nelle casse del Catania, per un totale di 6,5 milioni di euro.
Casse certo non piene ma non sembra attualmente a rischio fallimento.
Tutto questo grazie al lavoro di Bonanno, rientrato nei ranghi societari all’inizio della stagione appena conclusa, e messo a onor di cronaca alla porta, giusto prima dell’inizio delle 2 stagioni in cui il Catania ha subito le retrocessioni.
Il compratore. Deve comprare al meno possibile, sa di dover parlare per prima e la sua offerta non può essere troppo bassa se seriamente intenzionato a comprare per non scoraggiare eccessivamente il venditore a una eventuale trattativa . Deve dimostrare che può pagare per non essere un avventore in cerca di un prezzo che un’altro amico compratore potrebbe sfruttare a suo vantaggio in una trattativa a ribasso. Prima di fare il prezzo ovviamente deve sapere tutto su quello che sta comprando, sia per fare un’offerta adeguata, sia per evitare una eventuale truffa, che in questo tipo di transazioni sono il vero rischio per il compratore.
La storia di questa tipologie di transazioni insegna che la riservatezza è d’obbligo, sia per preservarsi a eventuali figuracce, questo da ambo le parti in questione, sia per evitare che un terzo possa interferire negativamente sul buon esito del accordo. Tutto con equilibrio insomma, e chi sbaglia paga, anche con una figuraccia.
Finisce il campionato e il Catania è salvo. Il momento è quello giusto. Si conosce la categoria in cui giocare e si ha il tempo per programmare budget e acquisti da parte di un eventuale compratore.
Luca della Bacco s.r.l. vuole il Catania, arrivano i comunicati stampa. Poi, forse un’intervista fatale alla Sicilia, lo tradisce. Lascia intendere di non avere enormi disponibilità economiche «La nostra vita è legata indissolubilmente a questi colori. Siamo tifosi e innamorati». Ne vale la pena? «La tasca dice no, il cuore sì» dichiara a Giovanni Finocchiaro, e gradirebbe prendere solo il titolo sportivo «Sì, se dovesse portare ricavi sì. Se diventa un’azienda in perdita no. Ripeto, non è un problema di soldi, ma di scelte. Le giuste scelte», dichiara in merito a una acquisizione di Torre del Grifo. In Finaria leggono “La Sicilia” e in un comunicato stampa” precisano che non è mai stata avviata alcuna concreta trattativa con la società Bacco s.r.l. relativa alla vendita delle quote societarie del Calcio Catania S.p.A.
Conseguentemente, non è mai stata formulata una richiesta relativa al prezzo delle stesse.”
La Bacco s.r.l. si ritira dalla trattativa di acquisto.
Tutto in pochi giorni, troppi pochi giorni per una transazione societaria di questa tipologia.
Luigi Pulvirenti, addetto stampa della Bacco S.r.l. oggi è stato sentito telefonicamente da noi di Catania Pubblica.
Gli abbiamo chiesto qual è stato il motore che ha spinto la cordata a cercare di rilevare le quote di maggioranza del Calcio Catania e ci ha risposto “Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo economico ulteriore a diventare sponsor di maglia del Catania e considerando che è una squadra di Lega Pro ci è costato. Come Bacco s.r.l. ci sarebbe costato la metà esserlo per il Sassuolo”.
D – La Bacco s.r.l. sarà per il prossimo anno uno sponsor del Calcio Catania?
R – “I tempi non sono maturi per prendere questa decisione, ma sembra alquanto difficile”.
D – Il vostro interlocutore per avviare la trattativa era la Finaria S.p.A.?
R – “Noi abbiamo avuto come interlocutore lo Studio Abramo” .
D – Ma l’interlocutore finale per avviare la trattativa era la Finaria?
R – “Penso sia normale, ma il nostro interlocutore è stato lo Studio Abramo”.
Visti i fatti e alcuni modus operandi si possono quindi ipotizzare due scenari, basati su un presupposto, che lo scorporo tra Società Calcio Catania e Torre del Grifo, a detta di professionisti del settore, è una operazione lunga e non fattibile nei tempi brevi previsti per l’organizzazione della prossima stagione.
Prima ipotesi.
Il Catania Calcio, con Torre del Grifo, potrebbero essere già nelle mani di Vergara e si aspettano la maturazione di tempi tecnici di consolidamento di transazioni per ufficializzare il cambio di mano al timone del club. Questo perché se la Finaria S.p.A. ha smentito a mezzo comunicati stampa la trattativa con la Bacco s.r.l., tale smentita non è arrivata a seguito di un rilancio a mezzo stampa di Gianluca Virgillito riguardo a una chiusura imminente della trattativa con il magnate messicano.
Seconda ipotesi.
Potrebbe essere saltata anche la trattativa con Vergara, e Pulvirenti gestirà, e per quanto si sa, è nelle sue possibilità economiche e finanziarie di poterlo fare, il club. Di certo senza i punti di penalizzazione la storia sarebbe diversa.
Considerando che nei fatti il calciomercato è già cominciato da un pezzo (ufficialmente il primo luglio) e che le trattative le squadre le portano già avanti, entro metà di giugno il mistero di via Magenta dovrà per forza di cose essere svelato.