È il quadro emerso questa mattina dalla consegna delle cifre aggiornate al primo trimestre dell’anno e dallo stato del piano d’intervento proposto dalla Giunta.
di Elisa Catanzaro
Un incontro per illustrare i dati sulla raccolta differenziata dei rifiuti al primo trimestre del 2016, e la bozza del piano d’intervento proposto dalla Giunta e che passerà all’esame del Consiglio comunale.
Un momento dell’incontro di questa mattina
Queste le finalità dell’incontro con la stampa, le organizzazioni ambientaliste e le associazioni civiche e dei consumatori, convocato dal vicepresidente del Consiglio Sebastiano Arcidiacono e svoltosi questa mattina nella sala Coppola del Comune.
Il fine di questo incontro – ha detto in apertura Arcidiacono è politico e non partitico perché la questione dei rifiuti è una di quelle quattro, cinque cose che possono cambiare realmente la città. Si parla infatti non soltanto di aspetti ecologici e legati alla salute dei cittadini, ma di un’idea politica complessiva: la differenziata, infatti, all’inizio può anche avere un costo in più ma, considerato ad esempio che dall’umido si puó realizzare bio metano, effettuarla in modo corretto significa anche ridisegnare la società del gas”.
Un obiettivo questo che però sembra utopistico alla luce dei dati sulla raccolta differenziata presentati oggi. Dal 2012 al primo trimestre del 2016 infatti vi è addirittura una diminuzione della percentuale generale di differenziata che passa dal 12,83% all’8,75% che, pur volendo tener conto del fatto che si tratta di un dato parziale, è pur sempre una cifra oggettivamente bassa.
Non va meglio se si compara la percentuale di raccolta differenziata gestita direttamente da Comune che passa dal 7,63% al 6,35 del 2015 e al 7,10% del trimestre 2016, così come è in calo anche il dato aggregato relativo alla raccolta effettuata dalla Ipi Oikos va dal 14,5% del 2012 al 9,16 del 2015 e al 9,13% dei primi tre mesi del 2016.
Cifre queste ben lontane dagli stessi obiettivi di raccolta differenziata previsti dal vecchio contratto che, nonostante sia stato più volte definito obsoleto dall’amministrazione stessa, lo scorso febbraio è stato prorogato fino al 30 giugno, e vi è il serio rischio che si arrivi ad un’altra proroga.
Il punto cruciale della realizzazione del nuovo bando sta infatti tutto nel piano d’intervento approvato dalla giunta a novembre (è questo infatti uno dei compiti che spettano alle amministrazioni locali secondo la nuova normativa regionale, la legge 3 del 2013 che regolamenta il settore ndr) e che ora deve passare al vaglio del consiglio comunale.
“Temo – ha detto oggi Arcidiacono – che passeranno altri due anni prima di avere il nuovo sistema. Infatti il consiglio dovrebbe riuscire a esitare il piano d’intervento entro maggio ma poi c’è il passaggio alla Regione, che dovrà reinviarlo al Comune che dovrà successivamente predisporre il bando, che sarà poi espletato dall’Urega (l’Ufficio regionale gare per l’appalto, ndr). È comunque fondamentale che queste carte abbiano ampia diffusione e che le scelte vadano fatte insieme”.
Tempi burocratici dunque che rischiano di far arrivare il Comune impreparato alla scadenza del 30 giugno.
Tempi, inoltre che rischierebbero ulteriormente di allungarsi laddove il Consiglio non riuscisse ad approvare il piano celermente.
“Mi auguro hanno detto oggi i rappresentanti di Rifiuti Zero, che la gestione del piano d’intervento non diventi terreno di uno scontro politico”, mentre il Mec, per bocca di Claudio Melchiorre ha chiosato “A Catania paghiamo più di tutti gli altri in Italia e siamo in ritardo dai 10 ai 15 anni sulla raccolta differenziata che, nonostante gli annunci, è ferma a percentuali gravemente insoddisfacenti.”