Entro 30 giorni sarà possibile presentare suggerimenti e proposte. Il passaggio successivo sarà quello del Consiglio comunale. Infine toccherà alla Regione fornire il visto definitivo.
Un piano che classifica oltre 5.500 edifici e consente di sapere per ciascuno di essi quali interventi sono consentiti, e che ha l’obiettivo di tutelare e conservare le caratteristiche della città barocca, attraverso la correzione delle alterazioni incompatibili con la struttura storica, e la razionalizzazione, il riuso e l’ottimizzazione del patrimonio edilizio esistente.
Ciò per puntare al miglioramento della qualità urbana, della qualità edilizia e delle condizioni complessive di sicurezza anche ai fini della prevenzione sismica.
Questo in sintesi il “Piano di riqualificazione del centro storico”, approvato dalla Giunta e presentato oggi a Palazzo degli Elefanti a giornalisti e addetti ai lavori.
“Catania è la prima città della Sicilia ad applicare la nuova legge sul recupero dei centri storici e ad aprirsi a un grande progetto di rilancio del territorio”, ha detto il sindaco Enzo Bianco.
“Dopo l’approvazione del regolamento edilizio fermo da 60 anni,- ha proseguito il primo cittadino – adesso è la volta di un Piano di fondamentale importanza per Catania, messo a punto dopo una mappatura completa, metro quadrato per metro quadrato, di tutto ciò che c’è nel centro storico. Da sabato scorso il piano è pubblicato sul sito ufficiale del Comune, oltre che all’albo pretorio, e, nel solco della nostra filosofia dell’urbanistica partecipata, entro 30 giorni sarà possibile per chiunque, privati cittadini, associazioni, presentare suggerimenti, proposte, che saranno vagliate in un’apposita conferenza di servizi. Il passaggio successivo sarà quello del Consiglio comunale, che avrà sei mesi di tempo per l’approvazione. Infine toccherà alla Regione, entro 30 giorni, esprimere eventuali osservazioni necessarie e fornire il visto definitivo”.
La ricognizione e la verifica di tutti gli isolati – 467 – e dei singoli immobili – 5.084 – effettuata, anche con un’accurata documentazione fotografica, ha preso in esame la consistenza edilizia, con il numero dei piani, l’uso dei piani terra e la classificazione dei tipi edilizi. Gli edifici censiti sono stati raggruppati nelle otto categorie previste dalla legge, suddivise nei gruppi edilizia di base, edilizia monumentale ed edilizia moderna. Sono stati censiti anche gli edifici crollati e quelli non rilevabili, quelli vincolati e le emergenze archeologiche, la cinta muraria visibile e presunta, i giardini pubblici storici, il verde privato da tutelare, cortili e vicoli. Lo studio inoltre ha segnalato una serie di aree degradate da riqualificare con interventi di ristrutturazione urbanistica.
“Dal 1969 a oggi – ha sottolineato l’assessore Di Salvo – il Piano che presentiamo costituisce l’atto di pianificazione urbanistica più importante della città per quanto riguarda le politiche del territorio. Siamo intervenuti su 281 ettari sulla zona A e B, l’aerea settecentesca e ottocentesca del centro storico, analizzando seimila unità edilizie e approntando uno studio dettagliato degli immobili che consentirà la riqualificazione anche dal punto di vista sismico o dell’efficientamento energetico. Ci aspettiamo un rilancio del settore economico, del settore sociale e culturale come già accaduto, proprio sulla spinta dei piani di riqualificazione del centro storico, nelle altre grandi città d’Italia e d’Europa”.
“Dal Piano – ha poi aggiunto il Sindaco – discendono anche scelte importanti, come quella di destinare l’area dell’Ospedale Vittorio Emanuele, che sta per essere dismesso, al più grande campus universitario dell’Italia meridionale, o la scelta di demolire l’edificio di nessun pregio che sta davanti al Santa Marta, per recuperare il frontespizio del Settecento che è di una bellezza straordinaria e questo in una zona della città che ha una grande vocazione anche di turismo culturale”.
Il Sindaco ha annunciato che gli incontri dell’Amministrazione con la città proseguiranno nei prossimi giorni, quando il Piano verrà illustrato anche ad alcune associazioni, in particolare quelle che si occupano del centro storico. L’incontro con l’assessore Di Salvo è stato fissato per giovedì dalle 16 alle 18 nell’aula consiliare della Terza Municipalità, in via Roberto Giuffrida Castorina 10.
A illustrare lo strumento sono stati il capo dell’Ufficio del Genio civile Gabriele Ragusa, che hanno contribuito al Piano con i loro pareri. Presenti anche la presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti, con il presidente della commissione urbanistica Rosario Gelsomino, il presidente della Prima Municipalità Salvo Romano, Paolo Cantaro, dg dell’Azienda Vittorio Emanuele-Policlinico, i presidenti degli Ordini degli architetti Giuseppe Scannella, degli ingegneri Santi Cascone, dei geometri Paolo Nicolosi e il presidente dell’Ance Nicola Colombrita, Nino Nicolosi, Italia Nostra nonché rappresentanti di associazioni ambientaliste. C’erano poi rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e anche la dirigente dell’Ufficio pianificazione, Rosanna Pelleriti e i tecnici del Servizio.
La soprintendente Caffo ha sottolineato come “Sulla base dell’ampio studio fornito dall’Amministrazione, con la quale abbiamo lavorato con la massima sinergia e collaborazione, sia stato possibile predisporre anche una classificazione per gli edifici di architettura moderna e contemporanea di qualità inserendo in elenco edifici che necessitano di essere salvaguardati”.
Dalla Soprintendente e dal capo dell’Ufficio del Genio Civile sono venuti apprezzamenti per l’Amministrazione che, per prima in Sicilia, ha presentato il piano previsto dalla Legge regionale 13 del 10 luglio 2015.