È quanto emerso da un’indagine condotta da Adiconsum Sicilia, i cui risultati sono stati illustrati oggi durante il convegno “I Siciliani e la sanità: Sostenibilità del sistema e diritti dei cittadini”.
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Più servizi sul territorio, più vicinanza al malato, potenziamento della rete dell’emergenza, centralità dell’azione del medico di famiglia (attraverso una miglioria organizzativa che prevede, ad esempio, l’associazionismo tra medici in modo da favorire la reperibilità nel corso della giornata); meno ospedale, residualità dell’azione ospedaliera all’attività operatoria ed alla lunga degenza.
Queste le proposte di Adiconsum Sicilia per una Sanità più funzionale, efficiente e a misura del cittadino.
Se ne è parlato oggi presso la Cappella Bonajuto di Catania, durante il convegno “I Siciliani e la sanità: Sostenibilità del sistema e diritti dei cittadini”, organizzato dall’associazione a difesa dei consumatori.
Si è partiti dall’analisi dei risultati emersi dall’indagine conoscitiva sul grado di soddisfazione dei Servizi Sanitari in Sicilia, condotta nel corso del 2014 sul territorio regionale dal Dipartimento Socio Sanitario dell’Associazione di Consumatori.
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“Una voce stanca ed arrabbiata – ha detto commentando i dati Vincenzo Romeo, Presidente di Adiconsum Sicilia – che denuncia il degrado, i disservizi i tempi di attesa biblici, nell’erogazione del Servizio Sanitario in Sicilia. Ma anche se i dati, seppur attesi, non sono confortanti, non è sull’onda dell’emozione che si può condurre un percorso costruttivo tra le forze sociali coinvolte nella sanità in Sicilia”.
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Nello specifico il dato su Catania evidenzia un grado di soddisfazione medio basso nel 93% degli intervistati, relativamente ai servizi sanitari, mentre per il 51% i servizi territoriali soddisfano poco. Rispetto ai tempi d’attesa poi è ben l’89% dei pazienti a ritenersi insoddisfatta. “Le cifre catanesi, afferma il presidente Adiconsum Catania, Emanuele Bonomo, ci dicono sostanzialmente che i cittadini percepiscono di essere periferici rispetto al sistema sanitario; hanno una grande voglia di trasparenza; non si sentono adeguatamente informati sui servizi cui hanno diritto”.
Il convegno, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti a vario titolo del mondo della Sanità, si è posto come primo momento di dialogo, in cui la voce dei cittadini deve trovare ascolto, avendo come obiettivo ultimo il raggiungimento della “Buona Sanità”.
Secondo l’associazione dei consumatori a tal fine é indispensabile un confronto serrato che agevoli la piena realizzazione della Legge Regionale 5 del 2009 che vedeva nella centralità del malato e non della struttura ospedaliera, l’azione del servizio sanitario.
L’aspetto che poi va sicuramente incentivato a tutela del consumatore/utente è quello della maggiore trasparenza e informazione sulle attività del servizio sanitario sul territorio; la conoscenza degli obiettivi assegnati ai Manager della sanità e il loro grado di raggiungimento; la divulgazione, anche attraverso le vecchie carte dei servizi, dei diritti spettanti agli utenti.
“La buona sanità – ha poi ricordato la Segretaria Regionale della Cisl Rosanna La Placa – dovrebbe essere in tutta la Sicilia, non solo concentrata in pochi punti di eccellenza. Attualmente invece, ha detto, si registra uno spreco di risorse che è indecente in una Sicilia in cui si hanno tanti bisogni”.
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Per Massimo Farinella, segretario generale della Cisl Medici bisogna ripartire dalle strutture esistenti: “Il cittadino ha bisogno di adeguatezza in ambito territoriale, soprattutto nelle periferie”, mentre il Presidente dell’Ordine dei Medici di Catania Massimo Buscema ha sottolineato il concetto secondo cui ” In sanità l’eccellenza non la fanno i singoli medici, ma una squadra”.
Placido Bramanti, Direttore Scientifico IRCCS di Messina ha invece sottolineato l’esigenza di “ripartire dalla modernizzazione della medicina, evitare l’obsolescenza, puntare sull’aggiornamento e ridurre la burocrazia”.
Infine per Ettore Denti dell’Associazione italiana Ospedalità Privata “Abbiamo oggi una popolazione che diventa sempre più anziana, quindi gli ospedali non bastano più. La gente si cura meno e spende sempre più soldi nella struttura privata. Non si può dare sempre colpa alla politica dobbiamo renderci conto delle ragioni di ognuno”.
A concludere i lavori il Presidente Nazionale Adiconsum Pietro Giordano, secondo il quale “C’è la necessità di ripensare un sistema sanitario datato, ideato nel ‘900 e per far questo è necessaria un’alleanza di tutti gli attori coinvolti, una sinergia tra pubblico e privato. Quest’ultimo deve essere sussidiario alla sanità pubblica, non speculativo”.
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