Il Gruppo Uffici Stampa Sicilia interviene sulle polemiche e dice: “Al Comune di Catania negli anni passati ‘pulizia etnica’ di giornalisti”.
Sulla spinosa vicenda dei giornalisti portavoce personali del sindaco di Catania, che ha infiammato la discussione politica negli ultimi giorni, interviene a fare chiarezza Francesco Di Parenti, il presidente regionale del Gruppo uffici stampa del sindacato Assostampa.
“Nessuna incompatibilità”, secondo il presidente del Gus, che anzi denuncia l’operato della precedente amministrazione che negli anni passati avrebbe portato a una vera e propria pulizia etnica” di giornalisti.
“Negli attacchi, di inaudita violenza, portati a questi professionisti – ha dichiarato Di Parenti – sono state citate leggi e norme stravolgendole ad arte. È del tutto falso, per esempio, che vi sia incompatibilità tra l’incarico di portavoce personale, che configura un rapporto libero professionale, e altri contratti non esclusivi. L’esclusività alla quale si è fatto, strumentalmente, riferimento è invece quella prevista dalla legge 150 del 2000, per la figura del portavoce istituzionale, che in Sicilia deve essere un giornalista”.
“Quel che però non viene detto – ha aggiunto il presidente del Gus – è che la figura del portavoce istituzionale è stata cancellata, a parer nostro contra legem, dal passato Consiglio comunale di Catania nel febbraio del 2013. E questo dopo che, nel 2011, l’Amministrazione Stancanelli aveva fatto sparire dalla pianta organica, in maniera altrettanto immotivata, tre posti di giornalista dell’Ufficio stampa e inventato una costosa figura ibrida a metà tra il giornalista e il burocrate”.
“Questa autentica pulizia etnica di giornalisti all’interno del Comune di Catania – ha sottolineato Di Parenti – è figlia della mentalità di certi politici i quali rifiutano l’intervento professionale di un giornalista, che impedirebbe loro di sostenere tesi in palese contrasto con la realtà, come nei casi citati, inviando personalmente comunicati stampa in violazione della legge 69 del 1963. E dichiarazioni contenenti notizie prive di fondamento vengono spesso pubblicate senza alcun intervento critico e persino senza contestuale replica”.
“Per tutti questi motivi – ha concluso il presidente del Gus – non comprendiamo come si possa contestare la scelta di Enzo Bianco di servirsi di giornalisti da lui personalmente retribuiti, ma chiediamo al sindaco di Catania un incontro urgente per individuare i percorsi che consentano di sanare la ferita aperta lasciata dalla precedente Amministrazione in tema di informazione e comunicazione istituzionale”.
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