Pubblicato il: 19 November 2014 alle 11:12 am
Coinvolti 15 soggetti fra rappresentanti legali delle società coinvolte e componenti dei collegi sindacali delle stesse.
È scattato stamattina il sequestro preventivo per due noti alberghi di lusso catanesi, il “Romano Palace Luxury Hotel” e “Hotel Romano House” il cui valore di stima complessivo si aggira intorno ai 35 milioni di euro.
Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Catania, coordinati dal Sostituto Procuratore Giancarlo Cirielli, magistrato del gruppo per i “reati contro la criminalità economica” della Procura della Repubblica di Roma a dare esecuzione al provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale capitolino, Valerio Savio.
L’attività di indagine delle Fiamme Gialle avrebbe consentito di accertare una rilevante bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale posta in essere dagli amministratori di quattro società catanesi. Tramite la costituzione di nuove società, il conferimento alle stesse di rilevanti patrimoni immobiliari e l’aumento di capitale sottoscritto da una società lussemburghese, questi avrebbero prima trasferito all’estero la proprietà dei due hotel.
Poi, svuotata la società catanese fortemente indebitata, avrebbero proceduto con il suo cambio di denominazione e il conseguente spostamento a Roma, dove è stata dichiarata fallita con un passivo di oltre 25,6 milioni di euro.
Tali condotte illecite, secondo i finanzieri, sono state agevolate dall’assoluta mancanza di controllo da parte dei componenti dei collegi sindacali delle società coinvolte i quali dovranno rispondere per lo stesso reato.
Contestualmente al sequestro preventivo dei due hotel, si è proceduto alla notifica dell’avviso di garanzia, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nei confronti di 15 soggetti fra rappresentanti legali delle società coinvolte e componenti dei collegi sindacali delle stesse.
I due alberghi di lusso sequestrati continuano a essere operativi e, da oggi, saranno gestiti da un amministratore giudiziario già nominato dal Tribunale di Roma.
In concomitanza con le operazioni sopra descritte, il Nucleo di Polizia Tributaria di Catania ha anche eseguito un sequestro per equivalente – a carico dell’amministratore delegato della “Romano Palace S.r.l.” disposto dal GIP del Tribunale di Catania per un importo di circa 190 mila euro. In particolare è stato sottoposto a sequestro un immobile del valore di circa 200 mila euro sito a Catania, in Via Mario Rapisardi, nell’ambito di un procedimento penale per omesso versamento di ritenute fiscali dei lavoratori dipendenti relativo all’anno d’imposta 2011.
Gli approfonditi riscontri operati dalle Fiamme gialle etnee hanno consentito di ricostruire l’articolato sistema fraudolento, peraltro posto in essere quando già si era ampiamente manifestata l’insolvenza della società e di constatare che i vecchi amministratori catanesi hanno, di fatto, conservato la proprietà e la gestione diretta dei due complessi alberghieri.
L’esistenza di consistenti debiti verso l’Erario e la strumentalità dello spostamento verso la società lussemburghese delle due lussuose strutture ricettive erano già emerse nell’ambito di alcuni controlli effettuati dal Nucleo di polizia tributaria di Catania, conclusisi con la contestazione di oltre 6,5 milioni di euro sottratti a tassazione.
Questo lo schema della truffa secondo gli inquirenti.
Il 21 marzo 2005 si sono costituite le società “Romano House S.r.l.” e “Romano Palace S.r.l.”, controllate al 100% dalla fallita “Harmony S.r.l.”, allora denominata “Biosan World Corporation S.p.A.” Contestualmente sono stati conferiti alle stesse i due complessi alberghieri di lusso “Hotel Romano House” e “Romano Palace Luxury Hotel”, a valori largamente sottostimati (rispettivamente, 190 mila e 739 mila euro).
Il 2 marzo 2006 si è poi verificata la cessione, da parte della fallita “Harmony S.r.l.”, al prezzo, ancora ampiamente sottostimato, di 1,5 milioni di euro (di cui 900 mila dichiarati già pagati, ma del cui effettivo versamento non vi è traccia alcuna) delle partecipazioni totalitarie nelle società “Romano House S.r.l.” e “Romano Palace S.r.l.”, in favore della società “Jonica Immobiliare S.r.l.”.
Quest’ultima società risulta aver cambiato amministratore proprio il giorno prima della stipula del contratto.
Il 24 marzo dello stesso anno scatta un provvedimento del Tribunale di Catania di sequestro, su istanza del creditore “C.S.T. Costruzioni S.p.A.”, delle partecipazioni societarie detenute dalla “Jonica Immobiliare S.r.l.” nelle società “Romano House S.r.l.” e “Romano Palace S.r.l.”.
Il 28 aprile del 2006 le assemblee straordinarie della “Romano House S.r.l.” e “Romano Palace S.r.l.” avrebbero deliberato di un aumento del capitale sociale delle stesse che, dagli originari 100 mila euro, passa a 3 milioni di euro per la prima e a 8 milioni per la seconda.
A seguito della rinuncia da parte della “Jonica Immobiliare S.r.l.”, gli aumenti di capitale sarebbero stati sottoscritti dalla società lussemburghese “Hfb Investissements S.A.”.
Conseguentemente, quest’ultima società avrebbe assunto il controllo, pressoché totalitario, delle due società proprietarie dei complessi immobiliari, in tal modo sottraendo le strutture alberghiere ai creditori. Per effetto di detto aumento di capitali, le partecipazioni societarie della “Jonica immobiliare S.r.l.” nelle due società sono, infatti, divenute irrisorie (rispettivamente, 3,33% nella “Romano House S.r.l.” e 1,25% nella “Romano Palace S.r.l.”);
Il 15 aprile 2009 la sede della “Biosan World Corporation S.p.A.” sarebbe stata trasferita da Catania a Roma, cambiando nome in “Harmony S.r.l.” e nominando un nuovo amministratore.
Il trasferimento di sede secondo le Fiamme Gialle sarebbe stato proprio finalizzato a far perdere le tracce della società svuotata in considerazione dell’elevatissimo numero di società operanti nel territorio della Capitale sottoposte a procedure fallimentari.
Infine, il 6 giugno 2013 il Tribunale di Roma dichiara il fallimento della società “Harmony S.r.l.”, con la quantificazione di un passivo complessivo di oltre 25,6 milioni di euro.
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