Non più lavoro di passaggio ma occupazione stabile “made in Italy” e con alto livello di specializzazione. È così che si vedono i lavoratori dei call center che stamattina a Roma hanno detto “No alla delocalizzazione”. Un migliaio circa il totale dei siciliani presenti alla manifestazione nazionale che, insieme a lavoratori provenienti da tutta Italia, hanno urlato slogan e sventolato striscioni rivendicando diritti, futuro e regole certe per i cambi d’appalto.
Tra i circa 7000 partecipanti c’erano anche seicento catanesi, presenti, tra gli altri, il segretario generale della Camera del lavoro Giacomo Rota, il segretario confederale Giovanni Pistorio, il segretario della Slc Cgil Davide Foti, oltre al responsabile Dipartimento Ufficio di programma Angelo Villari, al coordinatore regionale Slc, Marcello Cardella, e Ferruccio Donato della Cgil Sicilia. Presenti anche Alfio Mannino e Alessandro Grasso, in rappresentanza di Flai Cgil e Filt Cgil di Catania.
“A livello nazionale lo sciopero ha raccolto un’adesione media di oltre l’87% e a Catania la percentuale ha superato il 90%- spiegano Rota, Pistorio e Foti- Quello di oggi è un successo nazionale oltre ogni aspettativa e siamo fieri di essere stati i primi a parlare in tutta Italia del pericolo delocalizzazione e a lanciare un allarme reale che nel tempo è stato purtroppo confermato. Questi lavoratori nel tempo hanno superato il loro status di semplici operatori e sono diventati dei professionisti. Chiedono un lavoro dignitoso e chiedono che questa emorragia verso i paesi esteri, soprattutto Albania e Romania, venga bloccata”.
Intanto, stamattina ha riscosso un gran successo anche la manifestazione degli scioperanti che hanno organizzato un sit in di fronte il call center Almaviva a Misterbianco: dentro i locali banchi di lavoro vuoti, fuori proteste e sorrisi, con tanto di bimbi al seguito per i quali sono stati organizzati momenti di gioco”.
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