Pubblicato il: 30 January 2014 alle 12:56 pm
Sono sempre più vicini i festeggiamenti per la patrona, la città è tutta un fermento, i devoti si preparano per stringersi attorno a Sant’Aituzza e portarla in processione per le vie della città.
Questa mattina è stata presentata in conferenza stampa la mostra realizzata dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti, capitanati dalla docente Liliana Nigro e intitolata “Agata fimmina è”. La mostra ha come tema il femminicidio. “Sant’Agata, spiega la professoressa Nigro, rappresenta al meglio, tutte le donne offese, uccise, violentate, poiché essendo Agata donna può diventare per tutti simbolo di rispetto, amore e coraggio, un grido di coraggio per tutte le donne che tutti i giorni subiscono alle volte in modo celato alle volte in modo pubblico violenze”.
Dal 2 fino al 6 febbraio verranno esposti presso il museo Diocesano di Catania, 70 abiti-costumi “che raccontano e pregano, come dei devoti appassionatissimi Sant’Agata”. La mostra che sarà inaugurata domenica 2 febbraio alle 21:00, può essere visitata da lunedì a giovedì dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 20:00, l’ingresso è libero.
Oggi pomeriggio, poi inizia il triduo solenne di preparazione in Cattedrale, alle 18:00 sarà celebrata la Santa Messa presieduta da monsignor Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo-Vescovo emerito di Acireale; parteciperanno le Confraternite e i gruppi di Volontariato.
A seguire domani e sabato alle 18:00 Santa Messa presieduta da monsignor Giuseppe Malandrino, Vescovo emerito di Noto; parteciperanno le giovani famiglie con i loro bambini: atto di affidamento dei bambini a Sant’Agata. Sempre sabato alle 18:00 la Messa sarà presieduta dal monsignor Giuseppe Baturi, direttore dell’ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI; parteciperanno i Movimenti Ecclesiali.
In serata alle 20:00 presso la Chiesa di S. Agata alla Badia: “Tutti devoti tutti”, vi sarà una sacra rappresentazione a cura della parrocchia Santi Angeli Custodi, trasposizione e adattamento teatrale di Pippo Marchese tratta dal poemetto lirico siculo “U martiriu di Sant’Aita” di Albavilla.
Tanti gli eventi religiosi in programma ma anche le manifestazioni culturali e sportive.
Fra gli appuntamenti più attesi dai fedeli l’uscita della “Carrozza del Senato”, il 3 febbraio, alla quale prendono parte il clero, le autorità cittadine e gli antichi ordini militari e cavallereschi, in serata poi i festeggiamenti proseguiranno con i tradizionali fuochi, i cosiddetti “fuochi del tre”.
Ma la gioia dei catanesi sarà soddisfatta con la tradizionale “Messa dell’Aurora” che verrà celebrata giorno 4 alle 6:00 del mattino, presso la Cattedrale da Monsignor Arcivescovo, dopo aver recitato il rosario, fino ad attendere l’uscita della Santa tra i devoti. Intanto il Circolo Cittadino di Sant’Agata ha pubblicato sulla propria pagina facebook, https://www.facebook.com/pages/Circolo-Cittadino-SAgata/243562155777290?fref=ts, una serie di norme da seguire per i cittadini che tirano il Fercolo, in modo da ricordare che la Festa di Sant’Agata non è una semplice festa ma un’azione sacra. “Sull’argenteo fercolo, scrivono, vi è realmente l’autentico Venerato corpo di Sant’Agata Vergine e Martire”. Si legge tra le norme per i “cittadini”, i devoti sono vestiti con il tradizionale “sacco agatino” che rappresenta la purezza della Vergine Agata che si fece martirizzare per rimanere pura, il cordone rappresenta la penitenza necessaria per mantenere la purezza, il berretto nero indica morte completa al peccato per vivere nella purezza e dignità cristiana. Il fazzoletto bianco che il devoto sventola verso l’alto dice che per essere puri bisogna tendere verso l’alto fuggendo le bassezze del vizio, i guanti bianchi rappresentano un segno di rispetto per la purezza di Agata. Da anni ormai il “sacco” viene indossato anche dalle donne. La maggior parte di esse vestono un “sacco” di colore verde simile alla tunica che avrebbe indossato la Santa durante il Martirio. Durante la processione i “cittadini” rivolgono alla Patrona il proprio grido d’esultanza, contenti di rivederla: un devoto invita gli altri a manifestare la loro fede e grida: “Cittadini semu tutti devoti tutti” e gli altri rispondono “cettu cettu”, “Cittadini evviva Sant’Aita”, gli altri continuano “Cittadini… cittadini”, sventolando il loro fazzoletto bianco. Molti dei devoti portano in spalla, per tutta la processione, dei grossi ceri gialli in segno di riconoscenza alla Santa per le grazie ricevute.
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