Dopo aver indossato, nella propria stanza, la fascia tricolore con i simboli della città, il neo sindaco ha scritto sul libro d’onore: “Con emozione insuperabile torno a servire con umiltà e passione la mia città”.
Sabato 15 giugno nel salone Bellini, colmo di catanesi venuti a salutarlo, Enzo Bianco ha ringraziato gli altri candidati sindaci per lo scontro leale e democratico, e in particolare Raffaele Stancanelli, “che ha servito la città in un momento difficile”.
Il nuovo sindaco ha annunciato una gestione improntata alla sobrietà e alla dignità al fine di “recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini”, mettendo al primo posto della sua azione l’emergenza lavoro, soprattutto giovanile. Ha poi parlato della necessità di rendere più efficiente la macchina comunale, chiedendo ai dipendenti “sacrificio e passione”, e ha assicurato che completerà al più presto le deleghe assessoriali e che il suo primo interlocutore sarà il nuovo Consiglio comunale.
L’obiettivo, ha dichiarato, è quello di “tornare a fare di Catania una delle locomotive dello sviluppo del Paese, perché il programma Catania +10 è un sogno, ma a me piacciono i sogni che si possono realizzare”.
Bianco ha poi letto un significativo passo tratto da “Le memorie di Adriano”, di Marguerite Yourcenar: “Volevo che le città fossero splendide, piene di luce, irrigate d’acque limpide, popolate da esseri umani il cui corpo non fosse deturpato né dal marchio della miseria o della schiavitù, né dal turgore di una ricchezza volgare”. E ha concluso: “Con questo sentimento mi accingo a servire la città di Catania come il più umile dei cittadini, ma quello al quale è stata affidata la più grande responsabilità”.
Dopo il discorso, il sindaco ha attraversato il corridoio che custodisce i ritratti dei sindaci dal dopoguerra a oggi per il tradizionale omaggio al gonfalone. È seguita, infine, la cerimonia dei rintocchi di campana nella corte del Palazzo e l’offerta dei fiori, in Cattedrale, a Sant’Agata e a Vincenzo Bellini.