All’assemblea svoltasi ieri ai Benedettini, si è tornato a parlare di teatro. Folta presenza degli addetti ai lavori.
di Lucia Russo
Ieri, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, si è tenuta l’assemblea aperta intitolata “Il sipario strappato. Teatro e teatri a Catania”. L’incontro, coordinato dai promotori, i docenti universitari Antonio Di Grado, Fernando Gioviale e Luciano Granozzi, ha richiamato la folta presenza e la partecipazione di registi, attori, autori, promotori culturali e spettatori per riportare l’attenzione sulla situazione del teatro di prosa a Catania, individuando nell’Università il luogo adatto al confronto ed alla proposta collettiva.
Gli eventi dei giorni precedenti avevano registrato una querelle con il Comune di Catania, che ha revocato la sua partecipazione all’assemblea, fissando per il 17 marzo un successivo appuntamento che definisce più ad ampio respiro.
Ha aperto il confronto Luciano Granozzi, docente di Storia contemporanea del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, che esplicitando a quale fine e con quale stato d’animo sia nata l’iniziativa, afferma “Nessun complotto”.
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«La presenza del teatro in una città – ha detto poi – è un importante segno di civiltà, che segnatamente la città di Catania da due secoli, nel bene o nel male registra».
Sulla stessa scia di un costruttivo e generale confronto democratico sullo stato dell’arte del teatro a Catania, hanno fatto seguito gli interventi di Antonio Di Grado e di Fernando Gioviale.
Di Grado ha sottolineato il ruolo propositivo dell’Università nel confronto pubblico sul teatro: «non solo teatro stabile ma innumerevoli iniziative teatrali che hanno costituito il meglio dell’iniziativa culturale di questa città». Vita che – per Antonio Di Grado -ha avuto almeno due padri e due anime: Mario Giusti e Nando Greco.
Gioviale, oltre a confermare la comunanza di posizione ed intenti espressi dagli altri due promotori, ha richiamato l’attenzione sull’ampiezza del tema dell’assemblea, tema che anzi richiederebbe numerosi approfondimenti, lungi dall’essere esaustivo in un pomeriggio.
Numerosi gli interventi tra i rappresentanti del mondo teatrale presenti in platea, che hanno parlato della scuola catanese, delle differenze tra i teatri, delle rispettive disponibilità finanziarie e delle esigenze comuni. Il noto scrittore catanese Ottavio Cappellani, presa la parola, nel rilevare la presenza in platea di alcuni esponenti della politica catanese, ha evidenziato come all’assemblea fosse da riconoscere in ogni caso una connotazione politica, nel senso etimologico del termine, in quanto attinente a questioni di vita pubblica e comune. Inoltre, con lo stile ironico che notoriamente gli appartiene, ha espresso un ringraziamento al Sindaco Enzo Bianco «per essere riuscito a farci fare gruppo», ha detto riferendosi a vari esponenti del mondo teatrale etneo.
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Tra gli argomenti sollecitati dal pubblico, anche il rapporto tra cultura e politica, e le specificità, gli ambiti e le competenze richieste nello svolgere un’attività politica e un’attività culturale. Il confronto si è protratto a lungo registrando numerosi interventi del pubblico, tra cui quello di Giuseppe Di Pasquale, direttore uscente (fino al prossimo giugno) del Teatro Stabile di Catania.
L’attore Elio Gimbo ha invece espresso un’importante sottolineatura su tutto il sistema e sul teatro contemporaneo in particolare.
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Il ringraziamento per l’iniziativa che ha riportato in un luogo collettivo l’attenzione ed il confronto sull’attività teatrale a Catania dopo quasi 30 anni, insieme all’auspicio di proseguire ed approfondire gli stessi prossimamente, ben accetti anche in una veste polemica, è stato il parere comunemente espresso dai partecipanti che hanno dato voce ai loro interventi. Una volontà che comprende la piena disponibilità a partecipare all’incontro promosso dall’amministrazione comunale per il 17 marzo.
Non è tuttavia mancato il contraddittorio. A pochi minuti dalla fine, il dibattito si è animato di qualche contestazione alla natura molto generale della discussione. Tra intervenuti degli spettatori, è stato sollevata l’esigenza di entrare prossimamente nel merito di come si facciano le nomine al Teatro Stabile di Catania, nonché di specificare le regole vigenti.
la sala prima dell’inzio dell’assemblea