Successo per lo spettacolo messo in scena con l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo per avvicinare i non appassionati all’opera lirica.
di Elisa Catanzaro
Entra in scena con il mezzobusto in gesso di Giuseppe Verdi e subito chiede al pubblico se sono lì, nella splendida cornice del Teatro greco di Taormina, per il cabaret o per l’opera lirica.
Con il suo umorismo lento ma ficcante, rimprovera i ritardatari, strizza l’occhio ai melomani che sicuramente si arrabbieranno di questa commistione, cita Pretty woman e la celebre scena del teatro e chiama l’assist del pubblico dicendo: “Perché no, io un po’ ci assomiglio a Julia Roberts”.
Si prende in giro da sola Teresa Mannino, scherza sulla sua poca avvenenza, e intanto è lì elegantissima nel suo abito di taffetà e nelle sue scarpette dorate, e charmant, nel suo modo unico di essere divertente e civettuola insieme.
VIDEO
Lo scopo è nobile: avvicinare il pubblico sempre più distratto al mondo dell’opera lirica con la messa in scena di Teresa (Valery), in cui la comica palermitana rivisita le vicende de La traviata , e l’obiettivo a nostro parere è stato perfettamente raggiunto.
Complice uno scenario mozzafiato e l’eclissi di luna più lunga del secolo, il pubblico ha gradito sia le parti più leggere dello spettacolo, in cui la Mannino scherza col direttore d’orchestra, il bravo e simpatico Alberto Maniaci, sia le parti cantate, ad esempio l’aria in cui Violetta Valéry, interpretata dal bravissimo soprano Maria Francesca Mazzara, decide di lasciare l’amore della sua vita, la celeberrima “Amami Alfredo “.
Unica nota troppo azzardata, a nostro avviso, eliminare dall’esibizione il famoso brindisi “Libiamo nei lieti calici ” e farlo interpretare dal tenore Luca Canonici soltanto sulla musica di “My way ” e di “Brasil ”.
“È troppo zumpappazumpa” – scherza la Mannino – e il direttore per accontentarla utilizza la musica del mitico Frank immortale anche lui, ma alla fine “Libiamo” avremmo voluto ascoltarla.
Per il resto è tutto un riuscito alternarsi di spiegazioni in chiave semplice e divertente, e di brani tratti dall’opera, mischiati con gli sketch dei cantanti che improvvisano canzoni di Tiziano Ferro e balletti. La Mannino parla del linguaggio utilizzato nella musica lirica – cos’è un’aria, cos’è il preludio – per poi arrivare alla trama della Traviata – la tragica storia d’amore tra Alfredo e Violetta -, si sofferma sulla modernità dell’autore – che sceglie di mettere in scena una storia contemporanea, dedicata a una donna, e di facili costumi per di più -, accenna alle origini dell’opera lirica, “una cosa nostra, italiana, dice, di cui dobbiamo essere orgogliosi”.
Lo spettacolo è stato quindi arricchito dalla visione dell’eclissi: la comica, accorgendosi che qualcuno dal pubblico stava col naso all’insù, ha chiesto alla regia di abbassare le luci e per qualche minuto è la natura a farla da padrona.
Poi la musica è ripresa e il gran finale ha visto una Teresa vestita da Mary Poppins e orchestra, cantanti e pubblico che hanno intonato tutti insieme “Supercalifragilistichespiralidoso”. GUARDA VIDEO