catania pubblica – Catania Pubblica web-tv https://www.cataniapubblica.tv Informazioni, notizie e Tg Catania. Testata giornalistica indipendente Wed, 29 Apr 2020 12:07:55 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.7.3 Il Gastronomo educato: Arancini al ragù. VIDEO RICETTA https://www.cataniapubblica.tv/il-gastronomo-educato-arancini-al-ragu/ https://www.cataniapubblica.tv/il-gastronomo-educato-arancini-al-ragu/#respond Wed, 08 Apr 2020 07:33:46 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=30300 Con un po' di manualità e una buona preparazione di base verrà fuori un cibo squisito. Ecco il video dell'arancino fatto in casa.

L'articolo Il Gastronomo educato: Arancini al ragù. VIDEO RICETTA sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Arancini al ragù

La mia amica Giulia, grande cuoca, che da Catania si è trasferita a Pisa, coniugando in cucina la tradizione catanese con quella toscana, desidera sapere da me, che pur di comuni origini, vivo un po’ più su, in Emilia Romagna, come preparo gli arancini.

arancini al ragù

E parliamo di arancini alla catanese, consapevoli della secolare diatriba con i palermitani, che li (le) chiamano arancine, al femminile. Diatriba nella quale non voglio entrare, perché sarebbe fuorviante ai fini della ricetta.

Avendo vissuto a Catania fino a metà degli anni ottanta ho avuto modo di provare gli arancini in molte rosticcerie, in città e in provincia, e in altre città siciliane. Erano buoni quelli delle rosticcerie Stella e Pistorio, che si trovavano accanto a casa mia, la prima in via Ventimiglia, svoltando in giù, direzione mare, dall’attuale via De Curtis (dove si trovava il cinema Mirone, sede del mitico cineforum degli anni settanta – ottanta).

La seconda proseguendo da via De Curtis per via Di Prima, dove iniziava il quartiere a luci rosse che prendeva nome da via Delle Finanze, la strada che parte dal palazzo delle finanze, di fronte al Teatro Massimo Bellini.

Erano naturalmente buoni quelli delle storiche pasticcerie e rosticcerie di via Etnea: Mantegna, Savia, Spinella, e la pasticceria svizzera di Caviezel (anche se in quest’ultima non raggiungevano il livello eccelso delle pizzette).

Ma i migliori che io abbia mai mangiato si facevano alla rosticceria Giardini, in via Etnea, fra il gran caffè Lorenti (ex Birreria Svizzera nel Palazzo Tezzano, poi divenuto sede UPIM) e la Sala Roma, un cinema di cui mio nonno fu a lungo direttore negli anni trenta, e che venne demolito, nella seconda metà degli anni cinquanta, insieme all’intero Palazzo Spitaleri, per far posto alla Rinascente.

In tal modo gli arancini cedettero il passo alla grande industria e alle sue appendici commerciali. In una battuta si può dire che gli Agnelli a Catania trangugiarono tutti gli arancini di Giardini, con una voracità che notevolmente superò quella del Commissario Montalbano di fronte agli arancini preparati da Adelina.

Vi erano poi gli arancini preparati da mia madre, con il mio aiuto, il 31 agosto di ogni anno, giorno del mio onomastico di allora (adesso non più perché il Santo è stato soppresso) nella casa di villeggiatura a Mascalucia. Ma questa è un’altra storia, che forse racconterò in seguito, anche perché il mio giudizio è sicuramente di parte.

Gli arancini erano fatti nella tipica forma conico – piramidale, e anche in questo caso tralasciamo l’annosa controversia se vadano consumati iniziando dal vertice, come tradizionalmente ricordo si facesse, o dalla base.

Ma di altrettanto buoni come quelli di Giardini ne trovai un’altra volta, verso la fine degli anni ottanta, durante un venerdì di Pasqua, a Enna, dove li avevo provati in altre occasioni, sul retro di un noto ristorante nel centro storico. Ma quelli che provai in attesa che uscisse dalla chiesa la processione del Venerdì Santo, con le confraternite degli incappucciati, e il carro della Madonna tirato dagli uomini vestiti di bianco, che ondeggiavano per lo sforzo e da lontano avevano l’apparenza di un enorme bruco…. Sì, quelli erano nettamente migliori, o forse così mi parvero e me li ricordo, perché ero con la mia bella, in pieno innamoramento, non abitavo più a Catania, riscoprivo la Sicilia, e con gli occhi dell’innamorato tutto mi appariva bello e gradevole.

Questi erano tondi, di dimensioni quasi doppie rispetto a quelli di Giardini, e avevano un ripieno eccezionale.

Perché il ripieno è uno dei segreti degli arancini, gli altri due essendo il condimento e il tipo di riso che si sceglie.

La tradizione degli arancini prevedeva due varianti: al ragù e in bianco. In questi ultimi il ripieno era con burro (o besciamella), un tocchetto di mozzarella, piselli e prosciutto cotto.

Non esistevano allora quelli agli spinaci, con il ripieno alla norma, alla parmigiana di melanzane e tutte le altre innovazioni recenti. Ma il classico a mio avviso resta quello al ragù.

Quella degli arancini è una ricetta in cui è difficile dare le quantità degli ingredienti. Procederò quindi in via approssimativa, tenendo conto che quando preparo il ripieno qq faccio grandi dosi perché mi serve anche per fare la pasta al forno, di solito gli anelletti palermitani.

E allora:

1,5 kg di carne di vitellone adulto, così composta: 1 kg di polpa e 500 grammi di punta di petto. Quest’ultima, con il suo grasso, serve a rendere più saporito e più morbido il ragù

700 grammi di riso (se ne ricavano fra 10 e 14 arancini, secondo le dimensioni). Non usate riso originario, che si spappola, ma neanche riso parboiled i cui chicchi non s’incollano bene. Io preferisco un semifino, come il Vialone nano, a chicchi piccoli, o come l’Arborio o il Roma

2 kg di pomodori rossi ben maturi. L’ideale è il riccio di Pachino, ma se non lo trovate usate dei San Marzano. Se siete fuori stagione, e non trovate pomodori maturi, usate 6 confezioni da 400 grammi di pelati, ma soltanto di buona qualità, come i San Marzano dell’Agro Sarnese – Nocerino

olio extra vergine d’oliva per il ragù

cipolle bionde o bianche in grandi quantità

piselli freschi. Se siete fuori stagione usate soltanto quelli piccoli o medi surgelati. Quelli secchi o in scatolarovinerebbero tutta la vostra fatica.

Va comunque detto che alcuni non gradiscono i piselli nel ragù e neanche nell’arancino. E’ vero infatti che rovinano il sapore del ragù. Perciò, se li amate e volete metterli nel ripieno, cuoceteli a parte, seguendo le mie istruzioni

Per friggere gli arancini: olio d’oliva, soltanto se siete sicuri della sua genuinità. Spesso in commercio si trovano mescolanze immonde con altri oli. In alternativa preferisco olio di semi di arachidi, che tiene bene le alte temperature in frittura ed ha un sapore neutro

una bustina di zafferano

30 grammi di formaggio piacentino di Enna grattugiato

1 kg di caciocavallo ragusano fresco, in alternativa caciocavallo dolce (la gran parte servirà per la pasta al forno)
un bicchiere di vino rosso, preferibilmente Nero d’Avola

4 uova

farina

pangrattato a grana fine

sale grosso e fino q.b.

Preparazione

Preparate in primo luogo il ragù.
Tagliate la carne in cubetti di circa 1,5 cm di lato, eliminando tutte le callosità ma non il grasso. Se la punta di petto ha una quantità eccessiva di grasso, toglietene una parte. Fate in modo che i dadini che ricavate dalla punta di petto abbiano ciascuno, per quanto possibile, del grasso.

Tritate 3-4 cipolle di grandi dimensioni e mettetele a stufare in un tegame antiaderente con olio extra vergine e un po’ d’acqua.

Quando le cipolle sono morbide e dorate, alzate il fuoco e aggiungete i dadini di carne, facendoli rosolare poco per volta, in modo che non formino liquido.

Quando saranno rosolati, sfumate con il vino rosso e aggiungete i pomodori che avrete privato dei semi, della buccia e delle parti dure, e quindi frullato per ottenere una passata.

Frullateli direttamente se usate i pelati in scatola.

Aggiungete il sale e fate cuocere a fuoco lento per circa 2-3 ore, fino a quando il liquido non si sarà addensato. Il segreto per una buona riuscita di questo ragù è che la carne si spappoli. Soltanto allora potrete spegnere il fuoco e lasciare coperto a raffreddare.

Preparate poi i piselli facendoli cuocere con cipolla tritata e un po’ di sale.

Dopo circa 90 minuti da che il ragù avrà cominciato a bollire, preparate il riso. Mettetelo a cuocere con poco sale grosso in acqua (eventualmente aggiusterete con sale fino a fine cottura) e scolate al dente.

Quando il riso inizia a bollire prendete un po’ d’acqua bollente e in una ciotola sciogliete lo zafferano.

Avrete intanto preparato due uova battendole con la frusta e un pizzico di sale.

Aggiungete alle uova il piacentino grattugiato e lo zafferano sciolto in acqua (verificate che sia fredda per non cuocere le uova)e un po’ di scorza di limone grattugiata.

Versate il riso in una ciotola grande e impastatelo con un mestolo della salsa di ragù (senza carne) e le uova battute.

Rimescolate e amalgamate ben bene e lasciate raffreddare per un paio d’ore, in modo che perda di umidità e l’amido lo addensi.

Quando il ragù sarà pronto, potete preparare gli arancini.

Avrete intanto tagliato a pezzetti molto piccoli e sottili il caciocavallo e battuto le altre due uova.

Versate l’olio in un tegame antiaderente, adatto alla frittura, alto e largo abbastanza da contenere 2-3 arancini, che dovranno essere completamente ricoperti, e accendete il fuoco.

Mettete sul palmo della mano una quantità di riso pressandola bene in modo da formare una piccola cavità al centro, dove mettere la carne con un po’ di sugo, il caciocavallo e i piselli. Regolatevi sulle quantità in modo da non eccedere nel ripieno, altrimenti uscirà durante la cottura o sarete comunque costretti ad aggiungere altro riso e vi verrà troppo grande, ma neanche di metterne troppo poco, il che non darà sapore all’arancino.

Ricoprite, pressate e amalgamate, dando la forma che meglio preferite. La più semplice, e quella che preferisco, è sferica.

Passate l’arancino nella farina, poi nell’uovo battuto e infine nel pangrattato.

Verificate la temperatura dell’olio con un termometro per alimenti e mettete a friggere, cercando di mantenere costante la temperatura (altrimenti gli ultimi arancini verranno troppo scuri).

Usate un ramaiolo per tirarli fuori quando saranno dorati e fateli sgocciolare su carta da frittura.

Serviteli caldi ma non bollenti, badando a non ustionarvi le papille gustative.

Dedico questa ricetta a Giulia, che spero di rivedere presto, Ad Alessio, al quale li ho preparati sabato sera, dopo che me li chiedeva da qualche anno, e a Elisa, con la quale e l’intera famiglia, spero di replicarli fra qualche mese.

 

L'articolo Il Gastronomo educato: Arancini al ragù. VIDEO RICETTA sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/il-gastronomo-educato-arancini-al-ragu/feed/ 0
Giornalismo: i TG dell’Istituto Rapisardi di Paternò e Biancavilla https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-i-tg-dellistituto-rapisardi-di-paterno-e-biancavilla/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-i-tg-dellistituto-rapisardi-di-paterno-e-biancavilla/#respond Wed, 04 Jul 2018 10:37:14 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=56841 Per il 2º anno consecutivo progetto di Alternanza Scuola Lavoro incentrato sul nostro modello di mobile journalism.

L'articolo Giornalismo: i TG dell’Istituto Rapisardi di Paternò e Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Per il 2º anno consecutivo progetto di Alternanza Scuola Lavoro incentrato sul nostro modello di mobile journalism.

di Elisa Catanzaro

Scovare la notizia, raccontarla, imparare l’inquadratura giusta, doppiare un testo, scriverlo per doppiarlo, scriverlo per pubblicarlo, girare le riprese, montare le varie clip.

Si è concluso un altro anno di lavoro per i ragazzi del liceo Classico di Paternò e di quello di Scienze Umane di Biancavilla alle prese con il mobile journalism, metodo di lavoro della redazione di Catania Pubblica TV; il bottino anche stavolta è cospicuo, i giornalisti in erba hanno realizzato infatti articoli, servizi video e Tg, portando a conoscenza del pubblico peculiarità e caratteristiche dei loro territori. 

La soddisfazione è tanta nell’aver completato quella definita come “opera di ingegno collettivo” e, conclusa la fase di necessaria concentrazione nell’assemblaggio finale del materiale, in mente possono scorrono liberamente le immagini del lavoro svolto, della giovinezza, dell’energia e della passione di questi adulti di domani che, rispetto alla nostra generazione, hanno davvero numerose possibilità di confrontarsi con il mondo del lavoro.

Consentitemi a questo proposito una riflessione, la tanto vituperata Asl, meglio conosciuta come Alternanza Scuola Lavoro, ritengo invece sia strumento utile e necessario nella costruzione del ventaglio di possibilità che si aprono dopo la fine delle scuole superiori.

Forse nessuno fra i ragazzi che hanno svolto il laboratorio di giornalismo sceglierà questa professione ma, in ogni caso ognuno di loro sarà in possesso di un tassello in più nel proprio percorso formativo e, se anche uno soltanto dovesse intraprendere questo cammino, mi sentirei onorata di aver contribuito a questa scelta.

È per questo che ringrazio la dirigenza dell’IIS Rapisardi di Paternò e Biancavilla, il preside dell’Istituto Egidio Pagano e il vicepreside Rosario Scalia, i tutor didattici Carla Maria Paola Biscuso e Laura Milazzo, la referente Pierina D’Agate, che hanno voluto confermare anche quest’anno il progetto.

Un sentito grazie poi anche ai colleghi di LiveSicilia per la visita alla redazione e a Antonio Condorelli per la lezione di giornalismo.

Ecco quindi i lavori realizzati dagli alunni delle classi III A di Paternò e di Biancavilla.

QUI GLI ARTICOLI DI  GIORNALE DEL LICEO CLASSICO E  DEL LICEO DELLE SCIENZE UMANE

DI SEGUITO I TG

L'articolo Giornalismo: i TG dell’Istituto Rapisardi di Paternò e Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-i-tg-dellistituto-rapisardi-di-paterno-e-biancavilla/feed/ 0
Palazzo Bernini: un cantiere abbandonato da vent’anni. FOTO https://www.cataniapubblica.tv/palazzo-bernini-un-cantiere-abbandonato-da-ventanni-foto/ https://www.cataniapubblica.tv/palazzo-bernini-un-cantiere-abbandonato-da-ventanni-foto/#respond Wed, 23 Aug 2017 08:42:48 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=47489 La denuncia dei consiglieri Campisi e Patella: nulla è cambiato nonostante sia stato venduto da Palazzo degli Elefanti a privati.

L'articolo Palazzo Bernini: un cantiere abbandonato da vent’anni. FOTO sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
La denuncia dei consiglieri Campisi e Patella: nulla è cambiato nonostante sia stato venduto da Palazzo degli Elefanti a  privati.

A pochi passi dal viale Vittorio Veneto e da piazza Michelangelo, da quasi vent’anni vi è un cantiere abbandonato che un intero quartiere chiede di eliminare definitivamente. Torna a parlare sull’eterna incompiuta di Palazzo Bernini Alessandro Campisi, consigliere della II municipalità.

Il Comune, un anno fa, ha venduto a privati l’intera struttura, ma nonostante questo il declino non si è arrestato, spiega il consigliere.

Campisi ha spiegato che “Quando si è diffusa la notizia che le cinque palazzine erano state cedute a due aziende per oltre due milioni di euro un intero quartiere ha tirato un grosso sospiro di sollievo. Per Picanello questo rappresentava la fine di un incubo fatto di degrado e abbandono. Il problema è che, da oltre un anno, qui non si vedono operai o mezzi meccanici per eliminare le montagne di spazzatura accumulate sotto i portici ed ora temiamo che non ci libereremo mai di questa bruttura”.

Sotto le palazzine di via Bernini la zona è transennata da anni, ma serve un piano di sviluppo, chiesto da Campisi, per una vasta area oggi penalizzata da incompiute e problemi di ogni tipo. Le barriere non impediscono alla gente di vedere uno spettacolo indecoroso fatto di spazzatura e montagne di vecchi stracci.

La consigliera della II municipalità Adriana Patella ha sottolineato che “Sul destino dell’intero immobile negli ultimi 20 anni si sono fatte tante ipotesi ma, ad oggi, l’unica certezza è lo spreco di denaro impiegato per cercare di pulire l’impianto, murare porte e finestre del piano terra ed istallare una ragnatela di inferriate per impedire a chiunque di accedervi. Non solo, incompiute generano altre incompiute visto che, dall’altra parte della strada, Picanello aspetta la sua “città-giardino”. Un terreno abbandonato che dovrebbe lasciare spazio alle bambinopoli, ad un teatro e ad un playground”.

Un progetto sposato da tutta Picanello per un sogno bellissimo che oggi contrasta con una realtà fatta di degrado e abbandono. Un piano di lavoro che, chiedono i due consiglieri circoscrizionali, dev’essere assolutamente recuperato per dare a questa parte di Picanello maggiore vivibilità e sicurezza.

L'articolo Palazzo Bernini: un cantiere abbandonato da vent’anni. FOTO sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/palazzo-bernini-un-cantiere-abbandonato-da-ventanni-foto/feed/ 0
Giornalismo: progetto di alternanza all’Istituto Rapisardi di Paternò e Biancavilla https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-progetto-di-alternanza-allistituto-rapisardi-di-paterno-e-biancavilla/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-progetto-di-alternanza-allistituto-rapisardi-di-paterno-e-biancavilla/#respond Fri, 30 Jun 2017 16:23:41 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46002 Un'esperienza che ha coinvolto circa 80 ragazzi alle prese col nostro modello di mobile journalism. Risultato due telegiornali e tanti articoli su argomenti legati al territorio.

L'articolo Giornalismo: progetto di alternanza all’Istituto Rapisardi di Paternò e Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Un’esperienza che ha coinvolto circa 80 ragazzi alle prese col nostro modello di mobile journalism. Risultato due telegiornali e tanti articoli su argomenti legati al territorio.

di Elisa Catanzaro

Una redazione composta da 80 giovani è un’esperienza che qualsiasi direttore di testata vorrebbe poter sperimentare, soprattutto quando sono volenterosi e preparati come gli alunni dell’IIS Rapisardi di Paternò e Biancavilla. È qui infatti che nel corso dell’anno scolastico appena trascorso ci siamo spostati, armi e bagagli, per trasferire, innanzitutto l’amore e la passione per il mestiere, e poi le conoscenze  tecniche e deontologiche di base, necessarie per realizzare un prodotto giornalistico. Ci siamo riusciti? L’importante è averci provato, direbbe qualcuno, ma intanto vi invito a guardare i due telegiornali e a leggere gli articoli che hanno realizzato i ragazzi.

Prima di chiudere, però, un sentito ringraziamento al preside dell’Istituto Egidio Pagano e al vicepreside Rosario Scalia, nella doppia veste anche di tutor didattico, per aver creduto nel progetto; alle referenti del progetto stesso Maria Luigia Quagliano e Carla Maria Paola Biscuso  per aver agevolato il mio lavoro in tutti modi possibili e per la loro gentilezza e professionalità; ai tutor didattici  Angela Pistorio, Antonino Sinatra, Consolazione Lo Faro, Rosario Scalia, Carla Maria Paola Biscuso e Barbara Maria Luisa Moschetto, per il prezioso compito svolto a supporto dei ragazzi; alle referenti Maria Russo e Pierina D’Agata, e infine ma non ultimi, agli alunni delle classi IV A, IV B e  IV C di Paternò e delle classi IV A e IV C di Biancavilla, ai quali mi sento solo di dire: continuate così!

Un ringraziamento va anche ai colleghi Umberto Teghini e Luigi D’Angelo per la visita alla redazione di Ultima Tv, e al valente collaboratore di Catania Pubblica Tv Salvatore Giuffrida, indispensabile nell’aiutarmi a assemblare il corposo materiale video.

Ecco a voi il lavoro svolto

Qui il Telegiornale del liceo Classico


Qui il Telegiornale del liceo delle Scienze Umane

Qui gli articoli realizzati dagli alunni del liceo Classico

Qui quelli del liceo delle Scienze Umane

 

L'articolo Giornalismo: progetto di alternanza all’Istituto Rapisardi di Paternò e Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-progetto-di-alternanza-allistituto-rapisardi-di-paterno-e-biancavilla/feed/ 0
Giornalismo: il Telegiornale del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-il-telegiornale-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-il-telegiornale-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla/#respond Thu, 29 Jun 2017 17:42:04 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46121 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: il Telegiornale del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A e IV C dell’IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

Questi i titoli del telegiornale:

TOPONOMASTICA: SOLO 10 STRADE SU 711 DEDICATE ALLE DONNE. NE ABBIAMO INTERVISTATO UNA CHE HA DEDICATO LA VITA AI GIOVANI

BRUNO: POETA MALEDETTO E DANDY, ANTONIO BRUNO, CHI ERA ANONIO BRUNO ED È RICORDATO OGGI A BIANCAVILLA?

ESCHER: LE SUE OPERE SONO CONOSCIUTE IN TUTTO IL MONDO. NOI SIAMO ANDATI A VEDERLE A CATANIA DOVE È OSPITATA LA MOSTRA DELL’INCISORE OLANDESE ESCHER

Nel corso del tg si è parlato poi anche del castello normanno di Adrano, di drunkoressia e attacchi di panico, della visita alla redazione di Ultima Tv, del libro dedicato ai siblings.

L'articolo Giornalismo: il Telegiornale del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-il-telegiornale-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla/feed/ 0
Giornalismo: il Telegiornale del liceo Classico di Paternò https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-il-telegiornale-del-liceo-classico-di-paterno/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-il-telegiornale-del-liceo-classico-di-paterno/#respond Thu, 29 Jun 2017 17:32:52 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46111 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B E IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: il Telegiornale del liceo Classico di Paternò sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell’IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

Questi i titoli del telegiornale:

LE SALINELLE:DAL 2015 È GEOSITO DI IMPORTANZA MONDIALE, L’IMPEGNO PER LA SUA VALORIZZAZIONE

CARNEVALE: DAI FASTI DI UN TEMPO ALL’ABBANDONO DI OGGI. E DOMANI? ABBIAMO CHIESTO AI CANDIDATI SINDACO

LA SCUOLA CHE VORREI: PROFONDI CAMBIAMENTI INVESTONO L’ISTITUZIONE SCOLASTICA MA QUAL È LA SCUOLA CHE DOCENTI E ALUNNNI VORREBBERO?

MIGRANTI: L’ATTIVITà DEL CENTRO ASTALLI DI CATANIA. DAL SERVIZIO LEGALE ALLA SCUOLA D’ITALIANO

Nel corso del tg si è parlato poi anche del maestro artigiano Barbaro Messina, dell’attività della Caritas di Paternò, di calcio e di body building.
Guardate

L'articolo Giornalismo: il Telegiornale del liceo Classico di Paternò sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-il-telegiornale-del-liceo-classico-di-paterno/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla #3 https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla-3/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla-3/#respond Thu, 29 Jun 2017 15:33:31 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46070 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla #3 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Cosplay: tra evasione e bisogno di eroismo

La classe IV C sotto la guida della Prof.ssa  Carla Biscuso

Dopo l’enorme successo della settima edizione di Etna Comics, il festival internazionale del fumetto e della cultura pop, è d’obbligo interrogarsi sulle caratteristiche di questo fenomeno la cui nascita in Italia è stata fissata nel 1997, quando in occasione di Lucca Comics & Games fu organizzato il primo concorso per cosplayers. Letteralmente cosplay, parola formata dalla combinazione delle parole inglesi “Costume”, costume, e “play”, gioco, indica la pratica nippo-americana di vestirsi come un personaggio riconoscibile, interpretandone anche il carattere e il modo di agire. Solitamente i personaggi imitati dai cosplayers del mondo sono tratti da anime, manga, film, videogiochi o altre produzioni fantastiche. Ma cosa c’è effettivamente dietro il cosplay?

Se lo è chiesto con grande interesse, un interesse tale che l’ha portata a diventare una cosplayer, la giornalista Ida Vinella che nel suo saggio “Phénoménologie du Cosplay”, pubblicato nel 2015, ha cercato di indagare non solo sulle dinamiche sociologiche, ma anche sull’immaginario estetico che avvolge la dinamica dei corpi.

I vari travestimenti rappresentano infatti un vero superamento della maschera carnascialesca tradizionale e costituiscono un’amplificazione del sé fisico. La cura che i cosplayers dedicano ai costumi mira a far focalizzare l’attenzione del pubblico sul corpo e sulla sua continuità tra corpo e abito. In questo “cyborg”, inteso come fusione tra corpo reale ed evocazione del personaggio immaginario, si può cogliere forse il desiderio di evasione dell’uomo del postmoderno, costretto a vivere in un ambiente per lui sempre più inospitale.

Il cosplay come gioco istituzionalizzato, grazie ai legami che si formano sulla rete tra i suoi simpatizzanti si basa anche sulla condivisione di luoghi concreti che, privati dei loro usi quotidiani, offrono, anche se per breve tempo, uno spazio localizzabile all’immaginazione.

Un fenomeno molto più complesso, dunque, quello del cosplay che va ben oltre l’aspetto ludico e il desiderio di evasione e che forse nasconde quel bisogno di eroismo che si annida in un quotidiano caratterizzato, come da più parti viene sostenuto, dal trionfo dell’individualismo e dalla mancanza di modelli di riferimento.

Di seguito il testo in inglese dell’intervista alla cosplayer Federica Longo che potete vedere anche qui all’interno del nostro TG.

di Consuelo Orbea Y Menendez

Cosplay is the combination between the english words “costume” and “play” and it consists of wearing a costume which represents a character recognizable in a particular field and portraying his way of behaving.

This particular fhenomenon was born in America in 1939 thanks to Forest Ackerman, but it has got relevance only since 1995, when the japanese stamp dedicated for the first time an article to cosplay because of a Tokyo’s group of teenargers who wore some costumes inspired by the characters of the anime “Evangelion”.

It’s important don’t confuse cosplay with carnival costumes, because a cosplayer act and mimes the gestures of the character he interprets. Furthermore, this phenomenon is not about a specific age or a specific type but anyone can practice it.

Federica Longo (art name “Ever”) is a cosplayer from Adrano, Catania. Today she answers to our questions.

I: When have you started to be interested in cosplay?

F: I have been interested in cosplay since I was ten because I watched animes.

I: When  did you take part to a cosplay event for the first time?

F: I partecipated in a cosplay event in 2015 for the first time, at the age of fifteen.

I: What was your first cosplay?

F: It was Lucy of the anime “Elfen Lied” but i prefer forgetting because it was an awful costume.

I: Has cosplay ever affected your life in a negative way?

F: I usually don’t care about what people think, but I have to say that in general my artistic side caused me problems, for example once I published a video in wich I sung and people of my town called me anonymous singing the song.

I: And in which way it affected you in a positive way?

F: I’m grateful that the cosplay’s world made me enter in the world of theatre.

 

 

 

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla #3 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla-3/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla #2 https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla-2/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla-2/#respond Thu, 29 Jun 2017 15:21:54 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46060 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla #2 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Siblings: quando la difficoltà diventa risorsa

di Martina Rizzo, Claudia Stancampiano, sotto la guida della Prof.ssa  Carla Biscuso

“Avrei voluto sapere di non essere il solo fratello che viveva la mia stessa situazione”, sono queste le parole con le quali Federico Lupo, fratello di Andrea, un ragazzo autistico, spiega la condizione di disagio vissuta nell’infanzia e nell’adolescenza. Ed è proprio da questa necessità che nasce l’idea di raccogliere in forma unitaria i racconti autobiografici dei fratelli e delle sorelle dei soggetti autistici. “Storie di un viaggio lungo una vita”(Erickson Live, 2015), il libro curato da Lupo e presentato nel mese di maggio al Liceo delle Scienze Umane di Biancavilla, nasce dall’esperienza laboratoriale del gruppo Siblings, costituitosi a Catania nel 2013 in seno all’associazione “Un futuro per l’autismo”.

Sibling, parola inglese entrata di recente nell’uso per definire i fratelli e le sorelle delle persone con disabilità, racchiude in sé tutta la costellazione di variabili emotive delle famiglie in cui è presente un soggetto diversamente abile.

È un’ottica “family centered” quella che regge l’impalcatura di questo libro che coagula delle esperienze autobiografiche e che parte dalla convinzione che soltanto la comunicazione razionale ed emotiva possa essere fonte di rinascita interiore. Pur avendo instaurato un rapporto di complicità e di armonia con Andrea, Federico avrebbe voluto entrare nei suoi silenzi e decifrarli, senza provare un continuo e frustrante senso di impotenza e di smarrimento. Soltanto le dovute attenzioni, l’ascolto empatico, la comunicazione e la condivisione possono aiutare i membri di una famiglia in cui siano presenti persone disabili a maturare forme di resilienza nei confronti della difficoltà – spiega il curatore. La rete di sostegno tessuta intorno ai siblings è di primaria importanza, considerata la specificità del rapporto fraterno che, oltre a non essere dettato da una scelta, è nella maggioranza dei casi un rapporto paritario.

Che il rapporto fraterno, e a maggior ragione quello che si instaura tra un fratello normodotato e un fratello diversamente abile, sia “speciale” lo dimostrano in pieno i racconti di questo libro.

Tra le righe emergono, con estrema chiarezza, non solo il senso di fragilità e di inadeguatezza, ma anche l’estrema tenacia che ha caratterizzato la vita di questi siblings.

La lezione che se ne trae è molto semplice: soltanto i legami di supporto sociale, il senso di appartenenza e il mutuo sostegno possono incidere positivamente sulle capacità dell’essere umano di trovare le risorse migliori per superare o meglio trasformare le difficoltà in punti di forza. Si tratta di un messaggio di estrema attualità e importanza che una società come la nostra, abituata da un lato a esaltare il successo e l’ansia di perfezionismo e dall’altro a propagandare l’idea di inclusione e uguaglianza, dovrebbe accogliere con vigore e slancio propositivo.

Gli attacchi di panico: un fenomeno transgenerazionale in crescita

di Ilaria Bonomo, Daniela Cusumano, Alessia Lombardo, Jennifer Pignataro, Martina Rizzo, Claudia Stancampiano, sotto la guida della prof.ssa Carla Biscuso

Gli attacchi panico o “panic disorder”, secondo la classificazione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, sembrano costituire un fenomeno transgenerazionale che tocca sia uomini che donne. Lo conferma lo psicologo Alessio Leotta, psicologo della Comunità per tossicodipendenti “Sentiero della Speranza” di Biancavilla, intervistato dalla nostra redazione.

Quali sono le cause che generano gli attacchi di panico?

Gli attacchi di panico, come tutti i disturbi che rientrano nella sfera dell’ansia, possono essere ricondotti a molteplici fattori sia di ordine psicologico sia di ordine fisiologico. Le motivazioni fisiologiche sono riconducibili ad alterati processi elettrochimici cerebrali. Dal punto di vista psicologico gli attacchi di panico rappresentano una risposta ad eventi ritenuti stressanti come ad esempio una delusione sentimentale, un lutto, il ricordo di un evento traumatico.

Quali solo i sintomi che indicano l’insorgenza di un attacco di panico?

L’attacco di panico si manifesta all’improvviso comportando per il soggetto affetto aumento della sudorazione, respiro corto, tachicardia, nausea, ipertensione e parestesia, cioè una sensazione di formicolio alle mani e agli arti. I sintomi possono essere o tutti compresenti o comparire solo in parte. I soggetti che abbiano attacchi di panico importanti possono in alcuni casi avvertire un senso di derealizzazione o depersonalizzazione, cioè di distacco dalla realtà.

Quale fascia generazionale è più colpita? Sono più colpite le donne o gli uomini?

L’attacco di panico interessa in egual misura sia uomini sia donne. Ultimamente sta interessando anche i giovani. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, come riporta un dato statistico del 2016 presente in un recente numero di “Mente e Cervello”, circa il 30% dei giovani soffre di disturbi psichici e tra questi molto attestata è l’ansia. Statisticamente poi gli attacchi di panico sono più frequenti nelle donne che negli uomini. Questo è con molta probabilità da attribuire al fatto che la donna oggi è sovraccaricata da una serie di impegni sia di carattere familiare sia di carattere lavorativo. Non sempre la donna poi trova l’adeguato riconoscimento da parte della società che non offre i dovuti servizi per alleviarla nella gestione dei figli piccoli, siano essi normodotati o diversabili, o dei familiari anziani.

Per quale motivo tanti giovani soffrono di disturbi d’ansia?

Dall’esperienza maturata anche in seno ai contesti scolastici in cui mi trovo ad operare, soprattutto nelle attività volte a combattere la dispersione, ho potuto realizzare che le cause sono veramente molteplici e che si può tentare di tratteggiare solo un quadro orientativo. I giovani, nella maggioranza dei casi, sembrano essere condizionati dalle richieste di un società che è diventata sempre più competitiva. A ciò si aggiunge il desiderio di uniformarsi agli standard imposti dalla moda in relazione al possesso dei beni materiali. Se questi target non vengono raggiunti per motivi di ordine economico, il malcontento può tramutarsi in un senso di frustrazione che genera l’attacco di panico. Ovviamente gli attacchi di panico possono avere anche motivazioni molto più profonde ed essere ricondotti a fragilità più recondite da riconnettersi anche a ferite subite in età infantile o adolescenziale. A queste cause possono aggiungersene altre come la predisposizione genetica o l’aver vissuto in contesti familiari caratterizzati dall’incapacità gestionale dell’ansia da parte degli adulti

Qual è la percezione sociale del problema da parte della famiglia, del gruppo o dei colleghi di lavoro nei confronti di chi soffre di attacchi di panico?

Solitamente la società minimizza o non comprende effettivamente il malessere di chi soffre di attacchi di panico. Si tende a pensare che siano delle esagerazioni o che le persone mettano in scena queste crisi per evitare di affrontare situazioni scomode.

In che modo gli attacchi di panico influiscono nelle relazioni sociali?

Gli attacchi di panico limitano fortemente la vita di chi ne soffre e creano delle difficoltà nelle relazioni interpersonali (familiari, di coppia, di amicizia, ecc). Le persone che ne soffrono avranno la tendenza a evitare tutte quelle occasioni percepite come fonti possibili di ansia e a sfuggire  tutti quegli eventi in cui si profila la possibilità di incontrare molta gente.

Esiste una cura per gli attacchi di panico?

Da psicologo, che abbraccia in primo luogo l’approccio di tipo sistemico- relazionale, ritengo che la prima forma di terapia per ridurre la frequenza degli attacchi di panico sia quella della relazione e della parola. Lo stesso Eugenio Borgna, primario di Psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano, in un suo testo famoso intitolato “Le figure dell’ansia” scrive che l’ansia è “friabile” e scomponibile, essendo caratterizzata dalla possibilità di accentuarsi o di attenuarsi in rapporto alle situazioni familiari o interpersonali. Soltanto quando il malessere trova un varco e dà forme a parole e discorsi, si può pensare di far incamminare il soggetto che soffre di attacchi di panico sulla via della guarigione. Esistono anche dei farmaci antidepressivi che, se opportunamente dosati, possono prevenire di molto l’ansia anticipatoria, l’evitamento fobico, nonché la frequenza e l’intensità degli attacchi di panico. La cura farmacologica non può e non deve essere però in alcun caso disgiunta dalla terapia della parola.

 Continua qui a leggere Cosplay: tra evasione e bisogno di eroismo

                                                          

 

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla #2 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla-2/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #4 https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-4/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-4/#respond Thu, 29 Jun 2017 09:29:05 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46040 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #4 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Oriente ed occidente: titani del mondo

Sin dall’inizio dei tempi il mondo è stato diviso da un confine, per molti invalicabile, di due correnti di pensiero e di costume del tutto opposte: quella orientale e quella occidentale. La diatriba tra questi due mondi è da sempre accesa, per i differenti modi di concepire e vivere la vita.

Già da qualche anno, a causa del processo di globalizzazione, mattone dopo mattone la cultura orientale sta penetrando in quella occidentale. Mentre molti si chiedono perché una cultura così differente è arrivata ad influenzare la nostra, parole come sushi, karate e kimono sono ormai presenti nel dizionario dell’occidentale moderno. Molteplici infatti sono gli effetti di questa influenza. A livello culinario, il sushi è passato da cibo esotico a cena più che consueta; le arti marziali sono diventate sport praticati dalla gran parte delle persone e i fanghi giapponesi sono di gran voga.

Nel corso di questa assimilazione abbiamo però spogliato le tradizioni orientali del loro significato primario, le abbiamo in un certo senso “occidentalizzate”. Infatti quella che per noi oggi è solo una sauna o un’arte per l’autodifesa nelle sue origini racchiudeva ben altro: non solo spirito di appartenenza alla propria nazione ma a volte anche un aspetto mistico-religioso.

In ogni caso tra chi crede che questo possa significare un sempre minore sentimento di patriottismo e un allontanamento di identità dal costume locale  e chi, contrariamente, apprezza questa variopinta miscela , una particolare corrente culturale è tra le più ricercate in tutto il mondo . Sempre più spesso si assiste infatti alla nascita di ristoranti giapponesi ed è anche così  che la passione per il  Giappone, vera potenza economica, va vertiginosamente intricandosi nella quotidianità giornaliera  di paesi esteri. Tutto il globo è stato infatti influenzato si per ciò che riguarda la tecnologia, sempre avanti ed innovativa, il cibo, la moda orientale, e gli sport che ormai si insegnano in tutte le palestre.

Quando si parla di discipline orientali si è portati comunemente a pensare ad attività aggressive basate sul combattimento o si immagina un mondo ascetico totalmente staccato dalla quotidianità. In realtà la cultura orientale si basa su concetti molto semplici, primo fra tutti il concetto per il quale l’aspetto fisico e l’aspetto spirituale sono un’unità indissolubile.

Nel nostro territorio, tantissime sono le persone che sempre più spesso si affidano a specialisti nel settore per intraprendere una disciplina orientale volta all’autodifesa o alla pratica meditativa, come lo yoga.

Dalle inchieste fatte a Paternò risulta che quasi il 30% di assidui frequentatori di palestre abbia provato almeno una volta una disciplina orientale, ma che solo il 10% conosca le loro vere radici o i veri princìpi.

La maggior parte delle persone cerca in queste discipline una forma di rilassamento, nel caso dello yoga, o di scarico della tensione, come nel taekwondo o nel karate.

Il Paternò passa ai playoff

Lo scorso 26 marzo  partita di basket decisiva per il Paternò e che ha portato i nostri giocatori al raggiungimento della serie B. L’incontro si è svolto sin dall’inizio a favore della squadra locale che senza perder tempo alle 20:31, mezz’ora dopo l’inizio della gara, si è trovato già in vantaggio con 31 a 22.

Nel secondo quarto abbiamo assistito ad un fallo subito dal Paternò durante l’atto di tiro.

Il terzo quarto è stato aperto, invece, da due canestri a favore del Paternò.  Un secondo virgola sette prima della fine del terzo quarto è avvenuto un tiro dal centro campo, chiamato “buzzerbeater”; che ha fatto guadagnare tre punti alla squadra.

In seguito al suono della campanella di fine quarto la maglia numero 10 ha segnato.

Il quarto quarto si è svolto quasi come tutta la partita segnando facilmente altri canestri, il Paternò si è limitato a stare sulla difesa, dato il vantaggio scontato (73 a 55).

Infine la partita si è conclusa con la vittoria del Paternò per 77-63.

L’incontro è stato molto faticoso ma condotto dall’inizio alla fine con energia e determinazione dai nostri ragazzi e dalla squadra avversaria che nonostante la sconfitta ha lottato fino alla sirena conclusiva.

Alla fine dell’incontro abbiamo intervistato Cristian Cosentino il playmaker della squadra

D – Com’è nata la tua passione per il basket?

R – Ho iniziato a giocare a basket nel Paternó e quindi ho continuato fino ad oggi, è una vita che gioco qua.

D – Quindi diciamo che dedichi la tua vita al basket.

R – Si faccio un po’ tutti gli sport ma il basket è proprio il mio sport

D – Accetteresti mai un’offerta sportiva da un’altra società?

R –  Mai, non leverò mai questa maglia

D – Secondo te quali sono le differenze del basket giocato in USA e quello giocato in Italia?

R –  Eh.. a parte i soldi, la qualità dei giocatori che sono molto più forti fisicamente e soprattutto tecnicamente, tatticamente un po’ meno, però sono irraggiungibili.

D – Consiglieresti questo sport? E perché?

R –  Questo sport lo consiglio a tutti i ragazzi per due motivi: il primo perché è uno degli sport più belli fra tutti; secondo perché ti insegna anche a vivere lo sport di squadra e ti aiuta a legare con i tuoi compagni.

D – Come si svolge in linea massima il tuo allenamento?

R –  Si corre tantissimo, si fanno sessioni di tiro, poi si provano gli schemi con i compagni al fine di avere un gioco ottimale per fare canestro. L’importante non è fare un canestro “io” ma è tutta la squadra che coralmente va a fare punti.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #4 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-4/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #3 https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-3/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-3/#respond Thu, 29 Jun 2017 08:31:59 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46026 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #3 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Centro Astalli: uno sguardo al mondo dell’immigrazione

Lo scorso 15 Marzo  il centro Astalli di Catania, sito in via Tezzano 71, ha aperto le porte alla nostra redazione, permettendoci di dare uno sguardo più approfondito al fenomeno dell’immigrazione.

Il centro Astalli è un centro di accoglienza per immigrati situato nella città di Catania, dove, dal 1999, diversi volontari si occupano quotidianamente dell’accoglienza e dell’istruzione di migranti provenienti da varie parti del mondo. I volontari del centro prestano anche assistenza presso le case circondariali della stessa città, come Piazza Lanza o Bicocca, che nel 2015 hanno visto un incremento dei detenuti stranieri perchè gli immigrati spesso vengono imprigionati per la loro presenza irregolare sul territorio nazionale. Dal 2013, inoltre, al centro è stato affidato il controllo di un immobile confiscato alla mafia, il centro Don Pino Puglisi, dove vengono accolti ogni giorno nuclei familiari e minori non accompagnati. Il centro dispone di diverse aule studio e di un ambulatorio medico ampiamente fornito.

Il centro è di proprietà della compagnia di Gesù, che opera in tutto il mondo, specie dove vi sono grandi situazioni di crisi. In linea di massima, i gesuiti vanno in ausilio alla popolazione con lo specifico compito di aiutare i migranti. All’interno del centro i volontari si occupano dell’accoglienza e dell’istruzione dei migranti grazie alle diverse aule studio presenti nella struttura, del loro inserimento nel mondo del lavoro e del disbrigo di pratiche che permettano agli immigrati di ottenere documenti, permessi di soggiorno e quant’altro.

Il centro è dotato di un ambulatorio medico ricco di farmaci necessari per le principali patologie, come il diabete o l’anemia, attrezzature per la medicazione e altri farmaci indispensabili. L’occorrente per i bendaggi viene costantemente rifornito poiché i bendaggi sono eseguiti, al centro, con estrema frequenza: gli immigrati che sono coinvolti in risse non vogliono andare al pronto soccorso per paura che, una volta giunti lì, qualcuno gli chieda di fare una denuncia per aggressione, e spesso non possono non essendo in possesso di alcun documento.

L’assistenza sanitaria in Italia è prevista per tutti, persino per gli stranieri irregolari, i quali possiedono un tesserino definito STP (Straniero Temporaneamente Presente) che permette loro l’accesso gratuito alle cure mediche essenziali. Ciò, ci spiega una volontaria del centro, ha causato, recentemente, un grande flusso migratorio di donne provenienti dai paesi dell’est che si recano in Italia per abortire.

Per i migranti regolari, invece, è previsto il pagamento del ticket. I farmaci di fascia C, ovvero quei farmaci che rappresentano cure per patologie come il raffreddore, non vengono concessi agli immigrati poiché non ritenuti indispensabili nemmeno per gli italiani.

All’interno del centro, come spiegatoci dalla stessa volontaria, gli immigrati, spesso analfabeti, hanno la possibilità di avviare un percorso di studi che, nella migliore delle ipotesi, li porterà al conseguimento del diploma di terza media, grazie al quale potranno essere iscritti a svariati corsi lavorativi, come quello che permette di diventare un operatore socio assistenziale (OSA).

Ma, la volontaria ritiene necessario evidenziare che, anche qualora i migranti fossero in possesso di un titolo di istruzione, questo non avrebbe alcuna validità in Italia.

Tentiamo, adesso, con i dati fornitici durante la visita al centro, di riassumere in numeri il fenomeno dell’immigrazione.

In Italia in questo momento gli immigrati ospitati nelle strutture di accoglienza sono circa 150.000.  Moltissimi, inoltre, non entrano nel sistema di protezione per i rifugiati, ma restano in strada. La percentuale di accoglimento delle richieste di asilo è del 40% rispetto al numero totale di persone che arrivano, e il restante 60% di immigrati che non vengono regolarizzati vengono spesso assoldati dalla mafia per vendere droghe o finiscono addirittura per prostituirsi. Il governo Italiano assicura circa 35 euro giornalieri a ciascun centro, con i quali i volontari devono assicurare a ciascun migrante il minimo indispensabile per la sopravvivenza. Ad ogni immigrato, dunque, spettano circa due euro al giorno.

Ma qual è il comportamento del governo italiano all’arrivo dei migranti? Si cerca innanzitutto di risalire al paese di provenienza e poi si manda un fax chiedendo informazioni sulle persone, ma spesso tali paesi il governo non ottiene nessuna risposta, soprattutto dai paesi in guerra.

Per venire incontro al fenomeno dell’immigrazione, bisognerebbe dunque riuscire a stabilire a livello internazionale anzitutto degli accordi diplomatici tra i vari paesi, mentre a livello territoriale, credere nella vera integrazione del migrante e facilitare il lavoro svolto dai volontari che si apprestano ad accoglierli.

Caritas di Paternò: un modo diverso per guardare al mondo

Lunedì 27 marzo, alcuni ragazzi della classe 4° C del Liceo Classico di Paternò si sono recati presso il centro di accoglienza Caritas, che si trova alle spalle della piccola Chiesa del Sacramento .

Durante la visita abbiamo intervistato  alcuni dei “veterani” che operano volontariamente all’interno della struttura con cui abbiamo parlato delle condizioni dei “migranti” , del loro rapporto con la nostra società e dell’ atteggiamento degli abitanti di Paternò nei loro confronti.

Grazie al racconto dei volontari  sono emersi vari aspetti che hanno dimostrato quanto poco si sappia riguardo a questi temi e a quanti pregiudizi sono del tutto infondati. Primo fra tutti il fatto che si accusi questa gente di  “rubare” il lavoro agli italiani. Come ha sottolineato una delle volontarie più giovani i “migranti” spesso  svolgono lavori considerati “umilianti” dalla nostra società.  Inoltre la maggior parte di loro è costretta a fuggire a causa dei conflitti nei loro Paesi di origine, ma e un altro fattore di enorme incidenza è quello economico.  In questi Paesi è quasi impossibile trovare lavoro senza un titolo di studio, a differenza del nostro che si accontenta dell’esperienza, così chi non ha la possibilità di studiare viene  in  cerca di fortuna in Italia.

I rifugiati di guerra, invece, spesso, sono uomini di cultura come medici, farmacisti, insegnanti che a causa della guerra non possono esercitare liberamente la loro professione.

La Caritas, organismo pastorale costituito dalla CEI,  aiuta i “migranti” ma anche coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta dando  loro un pasto caldo e  permettendogli di usufruire dei servizi igienici. Inoltre  la città di Paternò sta cercando di mobilitarsi affinché una struttura gestita da un privato possa accogliere e occuparsi di minori che giungono sulla nostra isola, ma è un’iniziativa ancora  incerta a causa della protesta degli abitanti della città che si rifiutano di accogliere altri “migranti”.

Si spera che l’iniziativa possa realizzarsi e che questa esperienza possa far cambiare idea a quanti ancora vivono con una mentalità chiusa.

Continua a leggere Oriente ed occidente: titani del mondo

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #3 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-3/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #2 https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-2/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-2/#respond Thu, 29 Jun 2017 07:38:14 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46019 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #2 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Il linguaggio come futuro di uno Stato. La “lezione” di Ivano Dionigi

di Edoardo Castiglione, Chiara Luggisi, Leonardo Russo

Lo scorso 23 Marzo 2017, Ivano Dionigi, ex Rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e presidente della neonata Pontificia Accademia di Latinità, si è recato presso l’Istituto d’istruzione Superiore Mario Rapisardi di Paternò, per presentare la sua ultima fatica letteraria, “Il presente non basta”, una dissertazione filologica sulla lingua latina che si sofferma anche sull’evoluzione dell’italiano e sull’importanza del suo uso corretto nella nostra società, per costruire un futuro solido, partendo proprio dal linguaggio.

Far conoscere ed apprezzare ai più giovani le potenzialità del latino e le implicazioni nel presente e nel mondo della digitalità è quindi il punto di partenza scelto da Dionigi, che negli anni ha potuto scandagliare le diverse sfumature dell’istruzione scolastica  italiana anche grazie alla sua posizione di rilievo nel mondo accademico

La sua presentazione è stata incentrata su tre punti fondamentali: il primato della parola, la nobiltà della politica, la centralità del tempo.

Nello specifico, Dionigi si è soffermato sul ruolo dell’insegnante, che dovrebbe affascinare gli studenti, istruirli e mobilitare le loro coscienze, facendo leva anche sull’ampliamento del loro vocabolario. I termini usati comunemente infatti sono generali, si usano sempre meno parole nella vita quotidiana e quelle usate sono sempre le stesse, quei “verba obvia” che sarebbero da sostituire, invece, con i “verba optima”. Sono proprio queste ultime parole quelle capaci di “mantener viva e far evolvere in bene” (per citare lo stesso professor  Dionigi) la lingua italiana, parole che nel loro significato “esprimono compiutamente l’azione che è da descrivere”.

Dopo questo primo passaggio di restaurazione linguistica, ci si potrà quindi soffermarci sulla valorizzazione della nobiltà della politica: secondo l’autore, cioè, si potrà immaginare un futuro florido per il nostro Paese solo quando chi governa lo farà “costretto da principi morali interiorizzati, che portino l’uomo politico a far politica solo per il bene dello Stato”.  Diongi ha poi aggiunto, in riferimento al terzo punto, la centralità del tempo, che l’uomo di oggi corre il rischio di essere globalizzato nel contesto di “provinciale del tempo”, di non far cioè più riferimento al passato per carpirne i preziosi insegnamenti o per imparare da errori ora evitabili; insomma trascurando la storia e osservando il mondo da uno schermo corriamo il pericolo di edificare una casa partendo dal tetto (per citare Swift) e il regredire, impercettibile, della società sarà a questo punto irreversibile.

Dionigi ha quindi concluso affermando che “oggi servirebbe un nuovo Rinascimento, che unisse il notus al novus”.

Dalla bottega artigiana all’azienda che esporta maioliche in tutto il mondo. La storia di Barbaro Messina

di Loriana Ragusa

“Un paese che si nasconde, ma una storia che deve essere riscoperta”, è questo il pensiero di Barbaro Messina, uno dei volti più noti dell’ambito artistico paternerse, che con calorosa accoglienza ci ha ospitati nella sua azienda per raccontarsi a noi.

Tutto ha inizio dopo i primi studi del Maestro nella scuola pubblica, che dovette lasciare alla fine della terza elementare, per andare in aiuto della famiglia, iniziando a lavorare. Da sempre, però, il giovane Messina, aveva dimostrato spiccate doti creative, che lo inducevano a disegnare ovunque si trovasse, fossero strade, gradini, scalinate. Possiamo dunque affermare, che non bisogna ricercare l’origine dell’estro artistico del Maestro in qualche evento specifico della sua vita, in quanto questo sembra essergli sempre appartenuto, sin da giovane. Bisogna, piuttosto, capire come quest’uomo abbia avuto la capacità e la forza di arrivare dove è arrivato oggi, portando in tutto il mondo un prodotto in cui ogni paternese o cittadino del territorio etneo può ritrovarsi, e facendo conoscere se stesso, in tutta la sua unicità.

Il primo a riconoscere le sue potenzialità fu il suo stesso datore di lavoro, che, ci racconta con un po’ di emozione Messina, finanziò i suoi studi d’arte presso una bottega di Paternò. L’artista non ha mai dimenticato, però, di adempiere al suo dovere nei confronti della famiglia, che assisteva in ogni modo, facendosi commissionare dei lavori nelle vesti artista di strada.

Dopo aver racimolato un po’ di soldi, Messina scelse di viaggiare attraverso l’Europa, dove lavorò per diverse aziende. Vagabondò per due anni in lungo e largo, immergendosi nella storia e nella cultura di ogni luogo da lui visitato, con lo scopo di confrontarsi con realtà nuove e in grado di offrire spunti di riflessione, fino a quando intuì ciò che, forse, gli permise realmente di far fortuna. Ovunque andasse, Barbaro Messina si rese conto di non aver solo avuto l’opportunità di ammirare opere d’arte “diverse”, ma opere che potremmo definire “caratteristiche”, che permettevano agli artisti del luogo di parlare del proprio territorio, anche solo dalla materia prima da loro utilizzata.

Tornò poi qui in Sicilia, dove aprì il suo primo studio e iniziò la sua lunga ricerca del materiale perfetto.

L’occasione giunse, quando, gli venne commissionata la restaurazione di una ceramica di origine greca. Esaminando il pezzo, notò che tra la ceramica erano presenti delle piccole pietre nere, che dopo aver fatto analizzare, scoprì essere di origine vulcanica.

Cominciò quindi a realizzare opere in pietra lavica, che espose in varie mostre in tutto il mondo ed ebbe modo, anche se solo agli inizi del proprio operato, di ricevere l’incarico di produrre un numero di pezzi non indifferente da New York, in America, dove già tutti avevano intuito, compreso e soprattutto apprezzato il genio di Barbaro Messina, mentre ancora qui in Sicilia, molti non erano in grado di capire il suo estro.

Il Maestro ci racconta, con un leggero riso, un piccolo aneddoto, che gli porta alla memoria le mostre dove  era solito trovarsi e, anche scherzosamente, “scontrarsi”, con le manifatture del territorio. Di solito si trattava di piccoli oggetti caratteristici, mentre Messina presentava sempre produzioni destinate alla serialità accompagnandole non con il nome di un’azienda, ma col nome di un artista: il suo. Queste opere d’arte erano quelle che il Maestro vendeva con molta facilità e, oltretutto, a prezzi maggiori, generando la perplessità delle altre maestranze presenti alle mostre, che magari vendevano di più numericamente parlando, ma non avevano incassi simili ai suoi.

La particolarità del lavoro di Barbaro Messina, non sta infatti solo nella materia prima da lui lavorata, ma nell’orgoglio che ha dimostrato, producendo qualcosa che andasse a valorizzare, ma allo stesso tempo, anche a identificare il nostro territorio, riuscendo così a “portare un pezzo di Etna in tutto il mondo”.

Lo stesso Maestro ci racconta quando, durante una sua esposizione in nord di Italia, una delle sue opere provocò le lacrime di alcuni osservatori, che ricordarono i colori e le sensazioni vissute qui in Sicilia.

Messina è dunque un uomo innamorato della sua “mediterraneità”, anche se profondamente deluso dal comportamento che prevale all’interno della società locale, che segue, come egli stesso afferma, la regola del “I soldi sono il mio lavoro e lo metto in banca”. La sua è una chiara denuncia nei confronti di una realtà materialista, che ha dimenticato le potenzialità della propria terra, le proprie radici; e che ha dimenticato quella “storia immensa, mai raccontata”, che tanto la caratterizza.

Il Maestro recrimina la mancanza di un’area artigiana nel territorio etneo e la “non cultura” d’impresa presente. Barbaro Messina ripone ogni sua speranza futura nei giovani, affinché questi prendano coscienza di essere gli unici ad avere la possibilità e le capacità di stravolgere e coinvolgere una società che ha ignorato per troppo tempo una tradizione storica che non merita di essere dimenticata. E sono proprio i giovani che lui stesso istruisce, per tramandare, non solo un mestiere, ma una passione che si ramifica nel folclore dei colori del paesaggio, della musica e dell’arte in sé.

Un esempio si può riscontrare nelle opere da lui presentate in collaborazione con la sua scuola di Nicolosi in occasione dell’81° Mostra Internazionale dell’Artigianato, tenutasi a Firenze, per la quale i ragazzi hanno avuto il compito di studiare i carri siciliani, i colori utilizzati e le scene rappresentate, riproducendole poi sulla ceramica. Ma come ben sappiamo, il soggetto preferito da Barbaro Messina è l’Etna. L’Etna che si tinge sempre del colore della lava, della passione, dell’amore. Amore che il Maestro rappresenta come l’amore materno, carnale. E non è un caso il suo dipingere di rosso i corpi femminili e in particolare i corpi di madri.

“La lava si veste di colori, ma i colori della tradizione etnea”, una tradizione dipinta di rosso che dovrebbe renderci orgogliosi, che come una “madre” è nostra ancora e alla quale ognuno di noi dovrebbe portare rispetto.

Continua a leggere l’articolo su Centro Astalli: uno sguardo al mondo dell’immigrazione

 

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò #2 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno-2/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno/#respond Wed, 28 Jun 2017 17:38:31 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46010 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, IV B e IV C dell’IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

Le Salinelle: dal 2015 geosito d’importanza mondiale. L’impegno per la sua valorizzazione

di Elisabetta Gulisano e Mara Salamone

Sono vulcanelli da cui fuoriescono gas e fango, e che si trovano ai margini della città di Paternò, conosciuti come Le Salinelle. L’acqua che ribolle, a causa della presenza di CO2, presenta infatti un alto tasso di salinità che ad alte temperature evapora, depositando il sale nel suolo.

Le Salinelle hanno un colore prevalentemente grigiastro e/o rossiccio a causa dell’alta concentrazione di ferro e, generalmente, la loro temperatura media si aggira intorno ai 15°-18° C, ma può raggiungere anche valori di 40° C.

La valle circostante offre la visione di un paesaggio quasi lunare data la scarsa presenza di vegetazione. Lì dove le salinelle non arrivano crescono particolari tipi di piante come: le Alofite, la Ferula, l’Asparagus Albus e la Barlia Robertiana, un’orchidea spontanea.

Per ciò che riguarda l’origine della località i geologi suppongono che una parte dell’apparato vulcanologico si sia ramificato, dando origine a vari siti fangosi fra cui quello di Paternò. Anche se gli studiosi, ancora oggi, si interrogano su una probabile connessione fra le salinelle e l’Etna: quando si verifica un innalzamento della temperatura dell’acqua, spesso dopo 15-30 giorni avviene un’eruzione vulcanica.

La genesi delle salinelle risalirebbe al VI millennio a.c. scavi recenti infatti hanno portato alla luce non soltanto vasellame risalente al Neolitico, ma anche resti di terme romane. Le prime notizie sul luogo si hanno grazie a Diodoro Siculo mentre sappiamo che gli Arabi, invece, se ne servirono per i più svariati scopi, tra cui la medicina; infatti l’argilla possiede proprietà terapeutiche tutt’oggi adoperate dai contadini su animali e piante.

Il territorio catanese presenta tre diversi siti geologici tra cui le salinelle dei Cappuccini vecchi o del campo sportivo, le salinella del fiume e le salinelle di San Biagio, quest’ultime appartenenti al territorio di Belpasso. Queste si differenziano dalle Macalube di Aragona dove la fuoriuscita di gas come il metano, che accumulandosi aumenta la pressione dei gas finché non genera esplosioni di fango capaci di raggiungere i 25 metri d’altezza, le rende pericolose.

Questa ricchezza naturalistica, sottovalutata negli anni precedenti, inizia a essere oggi rivalutata grazie all’impegno di Giovanni Parisi, che insieme alla Pro Loco di Paternò è riuscito a farla riconoscere ufficialmente nel 2015 come geosito di importanza mondiale per l’aspetto geochimico e vulcanologico. Nella speranza che questo sia il primo dei tanti passi verso la loro riscoperta da parte di tutti i cittadini.

Carnevale: dai fasti di un tempo all’abbandono di oggi e domani? Abbiamo chiesto ai candidati sindaco

Il Carnevale è una festa la cui celebrazione ha inizio sin dai tempi più antichi, come per esempio accadeva per le Dionisiache greche o i Saturnali romani. L’etimologia del nome, dal latino “carnem levare” (eliminare la carne), indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale e anticipava il periodo di digiuno della Quaresima.

A Paternò il Carnevale era una tradizione particolarmente sentita, che vedeva gente di tutta la provincia giungere con ogni mezzo in paese, per divertirsi in sana allegria tra maschere e balli nelle pubbliche piazze: un fiume di gente invadeva le strade del paese e i preparativi iniziavano già dal giorno dopo l’Epifania. Un periodo in cui le attività commerciali avevano ricchi introiti e l’economia del territorio cresceva significativamente. Peculiare caratteristica del Carnevale paternese erano le macchine infiorate, che percorrevano le principali vie cittadine, partendo dalla Villa Moncada fino ad arrivare in Piazza Indipendenza. I grandi maestri artigiani si occupavano di allestire, con passione e maestria, i carri allegorici, le macchine infiorate e di realizzare gli abiti per i gruppi in maschera.

Ogni persona esprimeva la propria fantasia e creatività, dilettandosi nella realizzazione di nuove maschere e travestimenti originali, per poter essere almeno per pochi giorni all’anno ciò che non poteva essere tutti i giorni; solo in questo periodo le donne potevano concedersi piccole trasgressioni, nascondendo la loro identità con maschere e mantelli neri, e invitando gli uomini a ballare.

Oggi le cose sono radicalmente mutate. A febbraio 2017 Paternò la situazione tra le strade della città è  stata critica, nessuno ha preso parte all’organizzazione del Carnevale, l’amministrazione comunale non investe più su questa festa, che in origine coinvolgeva tutti i cittadini paternesi e non.

Perché un tale declino? Abbiamo sentito il parere dei candidati sindaci alle prossime amministrative, cui andrà il compito di recuperare una tradizione ormai persa.

La risposta appare evidente: come la tradizione, anche i tempi sono cambiati, mutate le condizioni economiche, politiche e sociali, finiti i fondi da destinare a questa iniziativa, perso lo spirito di comunità che era l’anima del Carnevale paternese.

Vedi qui il telegiornale con le risposte dei candidati.

Continua qui a leggere “Il linguaggio come futuro di uno Stato. La “lezione” di Ivano Dionigi”

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo Classico Rapisardi di Paternò sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-classico-rapisardi-di-paterno/feed/ 0
Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla/ https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla/#respond Wed, 28 Jun 2017 16:28:32 +0000 http://cataniapubblica.tv/?p=46012 Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, e IV C dell'IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Il prodotto giornalistico realizzato dai ragazzi delle classi IV A, e IV C dell’IIS Rapisardi nel corso del progetto di alternanza scuola lavoro.

Donne e scienza: un binomio possibile

di Consuelo Orbea Y Menendez

L’8 Marzo scorso, giorno della festa della donna è stato anche il primo giorno in cui nelle sale italiane è stato proiettato Il diritto di contare, diretto dall’americano Theodore Melfi, già noto per il film St. Vincent. Il film racconta la storia vera della matematica afroamericana Katherine Johnson che, insieme alle sue colleghe Dorothy Vaughan e Mary Jackson, aiutò la Nasa nella corsa allo spazio. Grazie ai suoi calcoli, infatti, John Glenn divenne il primo astronauta americano a compiere un’orbita completa della Terra.

Le tre formidabili donne ebbero però non poche difficoltà a ottenere “il diritto di contare”, nel senso letterale del termine, talmente tanti furono gli ostacoli che le protagoniste di questa storia dovettero superare per affermarsi nel campo scientifico.

Katherine Johnson, avendo dimostrato precocemente grandi capacità intellettive che la portano a diplomarsi a 14 anni e a laurearsi a soli 18 anni in matematica e francese con la valutazione magna cum laude, è la prima donna che nel 1938 riesce a superare le barriere segregazioniste della scuola di specializzazione West Virginia University in Morgantown. Il suo percorso è stato costellato da una serie di discriminazioni in quanto “nera”, tra cui i  pregiudizi di un mondo accademico “maschilista”.

Oltre al caso di Katherine Johnson  non mancano esempi nella storia scientifica di donne la cui intelligenza e preparazione sono state messe in ombra dagli uomini: Rosalind Franklin, ad esempio, nonostante la scoperta della forma a doppia elica del DNA, non ricevette il Nobel, toccato ai suoi colleghi Wilkins, Watson e Crick, che le avrebbero sottratto le sue fotografie della diffrazione ai raggi X; Lise Meitner, poi, la prima a teorizzare con esattezza la fissione nucleare, fu oscurata dal suo compagno di esperimenti, Otto Hahn, che ricevette il Nobel. E ancora lo stesso destino toccò a Jocelyn Bell-Burnell, la cui scoperta dei pulsar, corpi celesti fino allora sconosciuti, fu attribuita al relatore della sua tesi, il professor Ewish, insignito del premio Nobel.

Rientrano tutte nella categoria dei “Nobel negati”, condanna alla quale in quell’epoca sfuggì solo Marie Curie, che ne collezionò ben due, surclassando il marito. Tra queste donne in ombra vi è anche Mileva Marić,la prima moglie di Einstein, il padre della relatività. Che la donna abbia contribuito alla scoperta della relatività è provato da una serie di lettere destinate ad amici, in cui Einstein elogia le capacità della moglie e si compiace del lavoro condotto insieme. Testimonianza chiave è quella del fisico Abraham Joffe, il quale anni fa affermò di aver visto i manoscritti originali degli studi sulla relatività del collega, firmati Einstein-Marity (versione ungherese del cognome Marić), una formula, quella del doppio cognome, propria delle donne.

Ma la convinzione comune che le donne non siano portate per la scienza non è solo frutto di un passato colmo di scoperte scientifiche tutte al femminile, poi occultate: nel 2014 una ricerca dell’Università della Pennsylvania sull’esistenza di differenze tra cervello maschile e femminile ha acceso un dibattito. Il gruppo di Madhura Ingalhalikar ha sottoposto a scansione cerebrale un migliaio di persone ottenendo come risultato che nelle donne i due emisferi sono collegati più intensamente, mentre negli uomini è emersa una rete di collegamenti più fitta all’interno dei singoli emisferi. Però è stato scoperto poi come i risultati della ricerca che erano stati divulgati fossero approssimativi e gonfiati, forse per alimentare teorie su ipotetiche differenze tra i sessi, che in realtà non erano emerse. Sorge dunque spontaneo un dubbio: le scoperte dei neuroscienziati sono state usate impropriamente per avvalorare stereotipi che categorizzano le donne esclusivamente come brave casalinghe, incapaci nella guida, e per finire non destinate alla scienza?

Quanto le convinzioni arcaiche divulgate hanno realmente influito sul modo in cui le donne percepiscono se stesse?

A questo proposito una ricerca interessante è quella del 2006 quando due ricercatori hanno sottoposto ad alcune studentesse un test di matematica, facendolo precedere dalla lettura di un articolo con la scusa di valutare la comprensione del testo. Metà delle ragazze ricevette un articolo su una ricerca inventata secondo cui nella comprensione della matematica uomini e donne  si trovavano sullo stesso piano, mentre l’altra metà lesse un articolo che affermava una maggiore predisposizione genetica degli uomini per la matematica. Furono superiori i punteggi delle ragazze a cui si era fatto credere che non esistessero differenze legate al sesso.

Convinzioni culturali, stereotipi, fomentano quindi l’idea di una presunta inferiorità delle donne nel conseguimento delle abilità e competenze scientifico-matematiche, eppure la storia della scienza al femminile da Ipazia, la scienziata uccisa per linciaggio ad Alessandria d’Egitto, fino ai casi delle scienziate esaminate, mostra decisamente il contrario. È necessario dar fiducia alle donne e puntare sulle loro capacità sin dall’infanzia affinché il progresso scientifico continui la sua corsa inarrestabile in una prospettiva più rispettosa della dignità umana.

Il latino: l’“utilità dell’inutile”. Bettini, Dionigi e Gardini ne riscoprono l’attualità

di Rosy Cosentino, Lorena Crispi, Daniela Cusumano, Daniela Rocco, sotto la guida della Prof.ssa  Carla Biscuso

A che serve studiare il Latino? Gli studenti se lo chiedono quasi giornalmente dinanzi al faticoso esercizio di traduzione che spesso sembra richiedere una logica oscura persino ai “nativi digitali”, abituati a “messaggiare” in T9 attraverso costrutti da Neoavanguardia.

Volendo dare un senso a qualcosa che apparentemente non lo possiede, per parafrasare una famosa canzone, lo si può forse ritrovare nell’eterna modernità dei temi trattati dagli autori latini o nella loro serenità nel dire tutto senza filtri di sorta.

Sì, è forse questo il motivo per il quale lo si studia ancora nella società del profitto e del sapere immediatamente spendibile. Per lo meno è questa la risposta che ci si dà leggendo A che servono i Greci e i Romani di Maurizio Bettini” (Einaudi 2017), Il presente non basta. La lezione del Latino di Ivano Dionigi (Mondadori 2016), Viva il Latino. Storia e bellezza di una lingua inutile (Garzanti 2016), e Con Ovidio. La felicità di leggere un classico di Nicola Gardini (Garzanti 2017), libri che ripropongono l’annoso problema.

Bettini e Dionigi con un approccio razionalistico e Gardini con una strategia comunicativa più basata sull’emotività riescono a convincere il lettore della cosiddetta “utilità dell’inutile”.

Che il Latino abbia un’importanza per colmare il bisogno di poesia avvertito da più parti lo ricorda il professore Ivano Dionigi invocando il sofista Gorgia di Lentini il quale scriveva che “la parola può eliminare la sofferenza, alimentare la gioia, accrescere la compassione>”.

E la parola latina non è statica per la sua capacità di rappresentazione dei vari aspetti della realtà.

Aevum/ aetas, pontus/mare, gladius/ensis, ignis/focus: sono soltanto alcune delle forme linguistiche aventi lo stesso significato ma differenti rispetto al registro linguistico.

E la bellezza del latino la si può riportare alla luce compiendo un’opera di scavo che tolga alle parole italiane quella coltre di polvere che si è depositata col tempo. Chi non prova un brivido o un po’ di commozione nel sapere che la parola desiderio proviene da desiderantes, cioè il termine con il quale si indicavano i soldati che sotto un cielo stellato attendevano il ritorno dei compagni dal campo di battaglia?

Studiare il latino per riscoprire nuove forme di approccio alla realtà, per vivisezionarla nelle sue prospettive più recondite, per cogliere aspetti inediti come dimostrano Catullo, Lucrezio e Ovidio quando trattano il tema amoroso.

E se è vero che non bisogna aver paura di essere ridicoli nello scrivere delle lettere d’amore, come ricorda Vecchioni, forse si può essere ancora più tranquilli sapendo che qualcuno prima di noi lo ha fatto con naturalezza, definendo una delle componenti primarie della vita umana in tutte le sue gradazioni fisiche e psicologiche. Ma dai classici provengono anche le parolacce e il turpiloquio in generale, la cui funzione è spesso quella di dar voce a forme di protesta sociale o di critica nei confronti di una società che ha smarrito il rigore dei costumi. Una vera e propria concretezza quella del latino che emerge sia nella centralità dell’idea di tempo sia nel primato concettuale della politica e del concetto di stato, denominato con la parola res.

Che l’attenzione alla politica sia insita nel lessico latino lo si deduce dal rapporto che intercorre tra la parola liber, “libro”, e l’aggettivo liber, “libero”. Fuor d’ogni vana retorica: la cultura e la conoscenza di una lingua che ha caratterizzato la storia dell’Europa per secoli ci rendono liberi e ci mettono in grado di recepire criticamente e autenticamente la realtà. Se i classici sono quei libri che non hanno mai finito di dire quel che hanno da dire, come ricordava Calvino negli anni ’80, forse quelli latini hanno una marcia in più grazie alla loro innata concretezza e alla loro facoltà di dare sfogo all’immaginazione e a quelle “fantasie sostitutive” che rinnovano il rapporto tra mente e mondo.

Continua a leggere qui Siblings: quando la difficoltà diventa risorsa

L'articolo Giornalismo: gli articoli degli alunni del liceo delle Scienze Umane di Biancavilla sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/giornalismo-gli-articoli-degli-alunni-del-liceo-delle-scienze-umane-di-biancavilla/feed/ 0
Saldi: i consigli Adiconsum per acquistare bene. https://www.cataniapubblica.tv/saldi-i-consigli-adiconsum-per-acquistate-bene/ https://www.cataniapubblica.tv/saldi-i-consigli-adiconsum-per-acquistate-bene/#respond Fri, 30 Dec 2016 13:31:00 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=26659 Un decalogo preparato dall'Associazione dei consumatori per evitare brutte sorprese.

L'articolo Saldi: i consigli Adiconsum per acquistare bene. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Un decalogo preparato dall’Associazione dei consumatori per evitare brutte sorprese.

Manca poco all’inzio dei saldi che in Sicilia partiranno oggi lunedì 2 gennaio.
Sono in tanti ad attendere questo periodo per fare acquisti e risparmiare, prendendo d’assalto i negozi alla ricerca di occasioni imperdibili.
Sempre più spesso però ci si lascia trasportare dalla frenesia del momento, ritrovandosi alla fine dello shopping con capi inutili o di scarsa qualità, che magari non piacciono più, che non sono stati provati e non vestono bene e per i quali il negozio non offe la possibilità di cambio.

Per evitare tutto questo e aiutare il consumatore a difendersi da possibili piccole truffe di commercianti poco onesti, ecco le dieci regole stilate da Adiconsum.

1. Sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale;

2. È meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo: sconti superiori al 50-60 per cento nascondono spesso merce non proprio nuova;

3. Fate attenzione all’eventuale presenza di merce venduta a prezzo pieno insieme alla merce in sconto;

4. Confrontare i prezzi con quelli di altri negozi, magari annotando il prezzo di un capo o della merce a cui si è interessati;

5. È bene verificare che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che verrà presentato in negozio;

6. Nel periodo dei saldi i negozianti che normalmente accettano pagamenti con bancomat o carte di credito ed espongono il relativo logo sono tenuti ad accettare i pagamenti elettronici;

7. Diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati, anche se è a discrezione del commerciante consentire o meno di fare provare la merce;

8. Chi vuol fare regali faccia attenzione perché si può cambiare solo ed esclusivamente la merce difettosa che deve essere riconsegnata al commerciante entro 2 mesi dalla scoperta del difetto (non si può sostituire la merce se avete cambiato idea sul colore o sul modello);

9. È bene conservare sempre lo scontrino per potere eventualmente cambiare la merce difettosa;

10. Qualora il commerciante si rifiuti di cambiare un articolo difettoso in saldo o non voglia restituirvi i soldi rivolgetevi alla Polizia Municipale e segnalate il caso alle sedi territoriali Adiconsum (indirizzi su www.adiconsum.it) e al gruppo Facebook “SOS SALDI”.

L'articolo Saldi: i consigli Adiconsum per acquistare bene. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/saldi-i-consigli-adiconsum-per-acquistate-bene/feed/ 0
Natale: gli auguri dei catanesi. https://www.cataniapubblica.tv/natale-gli-auguri-dei-catanesi/ https://www.cataniapubblica.tv/natale-gli-auguri-dei-catanesi/#respond Fri, 16 Dec 2016 09:15:21 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=17749 Catania Pubblica Tv Vi augura Buon Natale e Felice Anno nuovo.

L'articolo Natale: gli auguri dei catanesi. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Catania Pubblica Tv Vi augura Buon Natale e Felice Anno nuovo.

L'articolo Natale: gli auguri dei catanesi. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/natale-gli-auguri-dei-catanesi/feed/ 0
Calcio: Catania-Lecce 0 -0 https://www.cataniapubblica.tv/calcio-catania-lecce-0-0-2/ https://www.cataniapubblica.tv/calcio-catania-lecce-0-0-2/#respond Sun, 14 Feb 2016 16:37:00 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=34483 Ni iu bona. Du squadri stremati. Speramu a prossima. Do Massimino u Zù Turi vi saluta e vi runa appuntamento pa prossima do Catania.

L'articolo Calcio: Catania-Lecce 0 -0 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Finiu o Massimino cu du squadri stremati. A finali fu 0-0.

Ni iu bona. U ciauru di mottu svaria un pocu ma su i maccaruni ca allinghiunu a panza, e u piattu è leggiu.

Speramu a prossima. Do stadio Massimino u Zù Turi vi saluta e vi runa appuntamento pi n’autra pattita do Catania.

L'articolo Calcio: Catania-Lecce 0 -0 sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/calcio-catania-lecce-0-0-2/feed/ 0
Acireale: dipendenti “strisciano” per i colleghi. 62 denunciati. https://www.cataniapubblica.tv/acireale-dipendenti-strisciano-colleghi-62-denunciati/ https://www.cataniapubblica.tv/acireale-dipendenti-strisciano-colleghi-62-denunciati/#respond Fri, 12 Feb 2016 10:25:32 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=34455 Tra i dipendenti del Comune coinvolti, 3 sono agli arresti domiciliari, mentre 12 hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, prima e dopo gli orari di lavoro.

L'articolo Acireale: dipendenti “strisciano” per i colleghi. 62 denunciati. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Tra i dipendenti del Comune coinvolti, 3 sono agli arresti domiciliari, mentre 12 hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, prima e dopo gli orari di lavoro.

Arresti domiciliari per tre persone sono stati disposti stamattina dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, mentre ad altre 12 sono stati notificati i provvedimenti cautelari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, prima e dopo gli orari di lavoro. I provvedimenti sono stati richiesti per i soggetti le cui posizioni processuali sono risultate di maggiore gravità ma ad essere denunciati sono ben 62 dipendenti comunali.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di cui all’art. 55 quinquies d.lgs. 165/2001 (che riguarda il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente) e di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, reati commessi in concorso (articoli 640, 2° comma nr.1 e 110 del c.p.).

L’attività investigativa è stata condotta nell’arco temporale febbraio – marzo 2015, in sinergia con l’Autorità Giudiziaria dagli agenti del Commissariato di P.S. di Acireale che hanno anche fatto ricorso a intercettazioni ambientali e videoriprese.

L’attività ha consentito di individuare l’esistenza di una consolidata e articolata prassi da parte di numerosi dipendenti del Comune, consistente nella “strisciatura plurima” dei badge personali presso gli appositi “rilevatori di presenza”, in modo da far risultare l’ingresso e la presenza all’interno dell’ufficio di appartenenza di colleghi che, in quel momento, non erano presenti e che, in taluni casi, non avrebbero prestato effettivo servizio.

Le indagini, come detto, sono state supportate dalle immagini ottenute da alcune telecamere nascoste, installate dagli investigatori presso gli ingressi dell’edificio comunale, dalle quali si potevano ben vedere alcuni dipendenti comunali che “strisciavano” un numero di badge (oscillante tra i due e i cinque), talvolta anche consecutivamente, in modo da far rilevare al sistema informatico la presenza dei colleghi in realtà assenti.

Quanto è risultato dalle immagini così acquisite è stato incrociato con i dati estrapolati dal sistema informatico di rilevazione delle presenze del Comune di Acireale che, collegato ai “lettori marcatempo”, permetteva ai dipendenti infedeli di apparire “formalmente” presenti e, quindi, percepire il relativo compenso economico.

L’attività di incrocio dei dati e di riscontro, unita a una individuazione fotografica degli stessi dipendenti, ha permesso di identificare compiutamente e, quindi di denunciare i 62 dipendenti comunali: tra essi alcuni sono gli esecutori materiali delle strisciate, altri sono i beneficiari.

L’indagine, che ha preso vita il 26 febbraio 2015, si è bruscamente interrotta il 13 marzo successivo quando uno dei dipendenti indagati, prima di effettuare la strisciata di routine, guardandosi intorno con attenzione per verificare di non essere osservato, ha notato la presenza della telecamera, nonostante la stessa fosse ben occultata. L’uomo l’ha immediatamente danneggiata, asportandola o comunque rendendola inutilizzabile.

Nonostante il breve arco cronologico dell’indagine, è emersa comunque una situazione di diffusa illegalità che ha riguardato poco meno di un quarto dei dipendenti comunali in servizio presso gli uffici oggetto di indagine.

L’attività investigativa si è, poi, concentrata sull’analisi delle posizioni e dei comportamenti di ciascun dipendente, al fine di distinguere opportunamente le condotte reiterate e continuative – sintomo di un preventivo accordo illecito tra i dipendenti interessati – dalle altre condotte che, in relazione all’intervallo temporale monitorato, sono apparse sporadiche e/o occasionali. In altri termini, si è cercato di capire chi fosse un habituè della strisciata multipla e chi, invece, ne facesse ricorso solo occasionalmente.

Inoltre, nel caso delle condotte ripetute, è stata presa in esame la circostanza che il dipendente possa essere stato, nel corso della giornata lavorativa considerata, del tutto assente o soltanto ritardatario.

Questo approfondimento investigativo è stato necessario per quantificare temporalmente le “assenze” e, ferma l’illiceità di tutti i comportamenti irregolari rilevati, di graduarne il disvalore, nonché di quantificare il danno erariale.

Caso limite, ad esempio, quello di un dipendente il quale, nel periodo interessato, non si è mai recato al lavoro, se non per qualche breve e sporadica apparizione pur risultando presente, in base al registro informatico di rilevazione delle presenze: ciò grazie alle false “strisciate” effettuate da una sua collega compiacente, specificamente incaricata.

Le tre persone che si trovano agli arresti domiciliari sono:

•​PRIMAVERA Mario (classe ’57)

•​LIZIO Venera (classe ’71)

•​MAMMINO Orazio (classe ’67)

I 12 cui sono stati notificati i provvedimenti cautelari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, prima e dopo gli orari di lavoro, sono invece:

•​GRASSO Antonio (classe 65)

•​COCILOVO Mario (classe ’62)

•​CALVAGNO Giuseppe (classe ’60)

•​DI BARTOLO Carmelo (classe ’56)

•​AMORE Carmelo (classe ’68)

•​CURRO’ Pietro (classe ’65)

•​ANASTASI Anna Maria (classe ’51)

•​MESSINA Teresa (classe ’56)

•​MUSMARRA Orazio (classe ’59)

•​VALERIO Pietro (classe ’55)

•​TROVATO Salvatore (classe ’69)

•​TROVATO Santo (classe ’59)

L'articolo Acireale: dipendenti “strisciano” per i colleghi. 62 denunciati. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/acireale-dipendenti-strisciano-colleghi-62-denunciati/feed/ 0
Via Ventimiglia: parcheggio del Pino in fase di realizzazione. https://www.cataniapubblica.tv/via-ventimiglia-parcheggio-del-pino-in-fase-di-realizzazione/ https://www.cataniapubblica.tv/via-ventimiglia-parcheggio-del-pino-in-fase-di-realizzazione/#respond Thu, 28 Jan 2016 18:17:20 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=33909 L’area, che misura circa 7000 metri quadrati, sarà pronta per la festa di Sant’Agata. Oggi sopralluogo del sindaco.

L'articolo Via Ventimiglia: parcheggio del Pino in fase di realizzazione. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
L’area, che misura circa 7000 metri quadrati, sarà pronta per la festa di Sant’Agata. Oggi sopralluogo del sindaco.

 

Il sindaco Enzo Bianco oggi ha visitato, la grande area di via Ventimiglia che a partire dai giorni delle celebrazioni Agatine sarà aperta alla sosta delle auto con il nome di “Parcheggio del Pino”.

La zona, che misura circa 7000 metri quadrati, fa parte del “Piano di Risanamento della Zona San Berillo”, affidata dall’Amministrazione comunale alla Sostare s.r.l. .

“Siamo- ha detto Bianco – nel cuore della città, a due passi dal corso Sicilia e piazza della Repubblica e dietro la Fera o lune ed è qui che nei prossimi giorni, da lunedì, ci sarà un parcheggio aperto ad almeno 200 auto, con tariffe vantaggiose. Qui realizzeremo nelle prossime settimane un parcheggio attrezzato”.

L’area intanto è stata ripulita e gli operai sono al lavoro per attrezzarlo e renderlo fruibile al meglio.

“Abbiamo deciso di aprirlo da subito – prosegue il Sindaco- effettuando dei piccoli lavori di sistemazione per offrire, durante la festa di Sant’Agata un’alternativa a coloro i quali di giorno vogliono venire a fare qui, nel vecchio centro storico le compere, o la sera, per vivere la movida notturna.”

Un progetto che, nelle intenzioni, dovrà  rivalorizzare il quartiere anche sotto il profilo urbanistico, sociale e della mobilità urbana e del commercio.

I tecnici della Sostare sono al lavoro per rendere operativo il parcheggio mediante l’utilizzo dei parcometri, che saranno predisposti all’interno dell’area con tariffe dedicate e concorrenziali. Un parcheggio sarà aperto per Sant’Agata anche in un’area limitrofa . Le due aree saranno scarificate e riasfaltate, recintate e i muri perimetrali rifatti. In una seconda fase si provvederà all’automazione del parcheggio con barre e cassa automatica, alla realizzazione di murales e alla piantumazione perimetrale, destinando in tal senso una parte del parcheggio ad opere a verde.

Al sopralluogo erano presenti l’assessore alla Mobilità Rosario D’Agata, il presidente di Sostare Gilberto Cannavò, il consigliere Nuccio Lombardo, Rosario Marino responsabile degli ” Interventi Speciali” del Comune di Catania, tecnici comunali e rappresentanti di Sostare.

” Si tratta di una iniziativa importante, – ha concluso il primo cittadino – recuperare oggi almeno duecento posti in un città che ha un grande bisogno di parcheggi è il primo passo, ce ne saranno molti altri con il parcheggio sotterraneo che sarà realizzato a piazza della Repubblica, quando inizieranno i lavori di corso Martiri della Libertà. Il tempo del raccolto è iniziato e le azioni che avevo programmato nei mesi passati cominciano a produrre i loro effetti. Invito tutti i catanesi ad utilizzarlo perché è comodo e conveniente”.


L'articolo Via Ventimiglia: parcheggio del Pino in fase di realizzazione. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/via-ventimiglia-parcheggio-del-pino-in-fase-di-realizzazione/feed/ 0
Università: oggi il via ai test di ammissione. https://www.cataniapubblica.tv/universita-oggi-il-via-ai-test-di-ammissione/ https://www.cataniapubblica.tv/universita-oggi-il-via-ai-test-di-ammissione/#respond Tue, 01 Sep 2015 13:04:37 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=32696 Nonostante il calo degli iscritti, soprattutto a Medicina troppi i candidati per pochi posti.

L'articolo Università: oggi il via ai test di ammissione. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
Nonostante il calo degli iscritti, soprattutto a Medicina troppi i candidati per pochi posti.

 

di Rosamaria Di Francesco

Tensione, paura, stress, si avvicinano le date delle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato e i giovani che dovranno sostenere questa selezione sono sempre più in agitazione.

Una corsa a ostacoli dove a volte non basta aver studiato perché anche chi lo ha fatto e pure tanto molto spesso non passa.

Sono infatti pochi i posti disponibili soprattutto a Medicina. Nonostante il calo delle iscrizioni, che ne ha fatte registrare 3175 l’anno scorso e 3486 nel 2013/2014, con -311 iscritti a Catania dal 2013 al 2014, i posti sono 270 rispetto ai 315 dell’anno accademico 2014/2015.

Ma in cosa consistono le prove? Si avranno 100 minuti per 60 domande a risposta multipla di cui una sola è quella esatta, quesiti di cultura generale, ragionamento logico, biologia, chimica, fisica e matematica.

Niente penne, borse, zaini, libri, appunti, carta, telefoni cellulari, apparecchiature elettroniche, calcolatrici palmari pena l’annullamento della prova, uno contro l’altro augurandosi di non entrare in tensione e dimenticare tutto.

Il via oggi con Economia (3 anni) 230 posti complessivi e 460 per il corso di studi in Economia aziendale (3 anni).

Il 2 Settembre si terrà la prova per accedere al corso di studi in Lettere (3 anni) con 230 posti complessivi, Lingue e culture europee euroamericane ed orientali (3 anni) 300 posti, Scienze e lingue per la comunicazione (3 anni) 300 posti e Scienze Motorie (3 anni) con 102 posti.

Il 3 settembre si terrà la prova per Scienze dell’educazione e della formazione (3 anni) con 230 posti disponibili e in Scienze e tecniche psicologiche (3 anni)con 300 posti disponibili.

Il 4 settembre sono oltre 3000 i candidati che dovranno affrontare la fatidica prova in Professioni sanitarie con solo 313 posti disponibili.

Il 7 settembre Scienze biologiche (3 anni) con 250 posti, Scienze ambientali e naturali (3 anni) con 75 posti, Scienze farmaceutiche applicate (3 anni) con 150 posti, Chimica e tecnologia farmaceutiche (5 anni) con 140 posti, Farmacia (5 anni) 140 posti, Informatica 150 posti e Mediazione linguistica e interculturale (3 anni) 230 posti disponibili.

L’8 settembre si terrà la tanto attesa prova in Medicina e Chirurgia (6 anni) 270 i posti disponibili e in Odontoiatria e Protesi dentaria (6 anni) con 15 posti disponibili.

Infine il 9 settembre si terrà la prova in Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione (3 anni) con 230 posti, in Storia, politica e relazioni internazionali (3 anni) con 200 posti e in Sociologia e servizio sociale (3 anni) con 200 posti disponibili.

Il 10 settembre Architettura (5 anni) con 100 posti e Ingegneria edile-architettura (5 anni) 98 posti disponibili.

Non ci resta che fare un grosso in bocca al lupo a tutti i ragazzi che dovranno sostenere le varie prove, e come diceva il pedagogista e storico francese Pierre de Coubertin “L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”.

 

L'articolo Università: oggi il via ai test di ammissione. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/universita-oggi-il-via-ai-test-di-ammissione/feed/ 0
Cesarò: “Arrivano le bollette ma siamo senza acqua”. https://www.cataniapubblica.tv/cesaro-arrivano-le-bollette-ma-siamo-senza-acqua/ https://www.cataniapubblica.tv/cesaro-arrivano-le-bollette-ma-siamo-senza-acqua/#respond Thu, 27 Aug 2015 15:57:21 +0000 http://www.cataniapubblica.tv/?p=32674 È più di un mese che nel paesino montano si deve fare economia di acqua, nonostante questo le bollette sono salate. Il Comune è già corso ai ripari.

L'articolo Cesarò: “Arrivano le bollette ma siamo senza acqua”. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
È più di un mese che nel paesino montano si deve fare economia di acqua, nonostante questo le bollette sono salate. Il Comune è già corso ai ripari.

 

di Rosamaria Di Francesco

L’acqua, un liquido prezioso che costa anche caro, lo sanno bene gli abitanti di Cesarò, piccolo comune del Parco dei Nebrodi, che ogni anno nei mesi estivi devono fare i conti con la sua mancanza.

“Soprattutto ad agosto, ci spiegano alcuni residenti, l’acqua arriva un giorno si e l’altro no, ma quest’anno si è superato ogni limite, siamo rimasti senza acqua per giorni, anche i serbatoi sono vuoti infatti, oltre a ricevere l’acqua a intermittenza e quindi non avendo la possibilità di accumularla, da lunedì e per diversi giorni non ne riceviamo proprio più”.

“Ci arrangiamo come possiamo, dicono a Catania Pubblica, andando nelle fontane vicine, ma non è più accettabile una cosa del genere”.

La gente che vive a Cesarò è stanca e pretende delle spiegazioni, soprattutto in questi giorni che sono arrivate le bollette del biennio 2010/2011. “Ci sentiamo anche presi in giro, dicono, visto che gli importi sono scandalosi”.

Dal Comune ci assicurano che si è fatto il possibile per correre ai ripari e che il problema è dipeso dal fatto che “si sono spezzate due tubature, una il 18 agosto in contrada Tre arie e l’altra lunedì sul fiume Simeto a 6 metri di profondità; inoltre il 19 agosto è andato in tilt il motore che è stato però già sostituito”.

I danni sono stati riparati, spiegano inoltre, è stata riattivata la centrale di Maniace e l’acqua da ieri sera è in funzione e fruibile nelle case.

Ma ciò che si chiedono gli abitanti del paesino è perché puntualmente ogni estate il paese rimanga senza acqua e si constatano guasti alle condotte.

Dal Comune ci rispondono che i guasti non si possono prevedere e che in questo mese il motore è messo maggiormente sotto stress visto la maggiore richiesta, inoltre le tubature sono obsolete e dunque appena arriva l’acqua dove trova resistenza spacca i condotti.

Il Comune, inoltre, informa che se le bollette corrispondono al consumo effettuato ovviamente vanno pagate, altrimenti basta fare delle segnalazioni all’ufficio Ente acquedotti siciliani (Eas) per avere tutte le informazioni.

 

L'articolo Cesarò: “Arrivano le bollette ma siamo senza acqua”. sembra essere il primo su Catania Pubblica web-tv.

]]>
https://www.cataniapubblica.tv/cesaro-arrivano-le-bollette-ma-siamo-senza-acqua/feed/ 0