Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, furti aggravati e ricettazioni, evasione, tra i reati contestati.
Sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, di furti aggravati e ricettazioni, di evasione. Per questo sei persone, all’alba di oggi, sono state raggiunte da misure cautelari personali emesse dal Gip del Tribunali di Catania il 13 luglio.
Si tratta di:
- Angelo Sciolino, (cl. 1987), pregiudicato, già detenuto per altra causa;
- Luciano Ricciardi, (cl. 1990), pregiudicato, già detenuto per altra causa;
- Matteo Sciolino, (cl. 1960), pregiudicato, già detenuto per altra causa;
- Federico Rosario Cristaldi, (cl. 1993), pregiudicato;
- Salvatore Pietro Azzia, (cl. 1988), pregiudicato;
- Salvatore Giannavola, (cl. 1978).
Angelo Sciolino, è ritenuto, anche responsabile dei reati di tentato omicidio aggravato, lesioni gravi e porto illegale di arma comune da sparo.
All’operazione odierna si è giunti attraverso l’esito di accertamenti investigativi anche di tipo tecnico, avviati a seguito del ferimento di Sebastiano Musumeci (cl. 1976), avvenuto in via Di Giacomo, nel rione San Cristoforo. Musumeci, mentre procedeva come passeggero a bordo di uno scooter, era stato colpito da dietro, da un killer, accompagnato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele i sanitari di turno avevano diagnosticato delle ferite d’arma da fuoco all’emitorace sinistro e fratture e avevano disposto il ricovero in prognosi riservata in pericolo di vita. Durante la sparatoria era rimasto ferito anche un minore di anni 15, raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla gamba destra mentre camminava lungo la stessa via in compagnia della madre e di altri conoscenti, al suo fianco c’era anche un bambino di 6 anni. Il minore era stato condotto presso il presidio ospedaliero dove i sanitari diagnosticavano una ferita d’arma da fuoco alla coscia destra dalla quale derivava un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai 40 gg.
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Salvatore Pietro Azziaclasse 1988
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Federico Rosario Cristaldi classe 1993
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Salvatore Giannova classe 1978
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Angelo Sciolino classe 1987
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Matteo Sciolino classe .1960
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Luciano Ricciardiclasse 1990
La Polizia scientifica, in sede di sopralluogo, aveva rinvenuto e sequestrato 5 bossoli di una pistola semiautomatica calibro 7,65, di cui 4 esplosi e uno integro, ritrovato quest’ultimo in prossimità dell’abitazione di Angelo Sciolino.
Le indagini di tipo tradizionale e tecniche, coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica e condotte dalla “Sezione Reati contro la Persona” della Squadra Mobile, ha consentito quindi di acclarare, inequivocabilmente, che l’autore dei fatti criminosi fosse Angelo Sciolino. Secondo gli inquirenti a suo carico vi sono svariati elementi di prova quali, a titolo esemplificativo, la sua presenza sul luogo dei fatti e la sua fuga immediatamente dopo l’agguato, i suoi rapporti con la persona offesa Musumeci, rea di averne minato tramite facebook l’onorabilità familiare, la mancanza dell’hard disk nel dispositivo dvr del sistema di videosorveglianza dell’abitazione dell’indagato – che riprendeva proprio il luogo dei fatti – il timore per la propria incolumità manifestata dallo stesso Sciolino a seguito dell’agguato patito dal Musumeci, le tracce di residui da sparo rilevate sugli indumenti e sul motociclo dell’indagato. Peraltro, nel corso delle indagini, in data 23 settembre 2016 il figlio minore Musumeci Sebastiano aveva tentato di uccidere Sciolino Angelo.
Nel tardo pomeriggio del 23 settembre 2016, Angelo Sciolino venne raggiunto al viso, agli arti inferiori e a quelli superiori da cinque colpi di arma da fuoco mentre transitava a bordo del proprio scooter in Piazza Federico di Svevia. Pochi minuti dopo l’agguato militari dell’Arma dei Carabinieri fermavano a poche centinaia di metri dal luogo teatro dell’azione criminosa il figlio minorenne di Salvatore Musumeci, il quale, trovato in possesso di una pistola di provenienza furtiva, veniva tratto in arresto in flagranza di reato.
L’attività d’intercettazione ambientale e telefonica, compendiata da numerosi riscontri eseguiti da personale della Sezione Reati contro la Persona, permetteva, altresì, di accertare che Angelo SCIOLINO era a capo di un gruppo criminale, di cui facevano parte il padre Matteo Sciolino, Luciano Ricciardi, Federico Rosario Cristaldi e Salvatore Piero Azzia, dedito alla commissione di furti e alla ricettazione di autovetture nell’area metropolitana catanese, che venivano prevalentemente rivendute nella zona dell’agrigentino a Salvatore Giannavola.
In particolare gli associati, che avevano quale base logistica lo storico quartiere San Cristoforo, al fine di celare il reale contenuto delle loro dichiarazioni, adoperavano un linguaggio volutamente criptico per indicare le automobili da rubare che gli investigatori riuscivano a decifrare.
Il RICCIARDI, inoltre, per realizzare i propositi della consorteria criminale, si rendeva responsabile anche del reato di evasione dagli arresti domiciliari cui era sottoposto.
Il G.I.P. ha quindi disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di SCIOLINO Angelo, SCIOLINO Matteo e RICCIARDI Luciano e l’obbligo di dimora a carico degli altri tre indagati,CRISTALDI Federico Rosario, AZZIA Salvatore Piero e GIANNAVOLA Salvatore.