Ricostruite la composizione e le attività illecite del clan Santapaola – Ercolano – gruppo di “San Cocimo”, operativo tra piazza Machiavelli e il “Castello Ursino”.
Le indagini hanno preso le mosse dalla denuncia presentata a giugno 2016 da uno dei titolari della società di gestione di un parcheggio ubicato nei pressi dell’aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” di Catania, che ha dichiarato di avere ricevuto una telefonata estorsiva nel corso della quale una voce anonima, in dialetto catanese, gli intimava: ”abbessa – prepara, n.d.r. – 100.000,00 euro, se no facciamo saltare tutto in aria, oppure cercati l’amico!”.
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All’alba di oggi, quindi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere, emessa in data 12.3.2019 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di:
1. Maurizio ZUCCARO (cl.1961), pregiudicato, già detenuto;
2. Rosario ZUCCARO (cl.1982);
3. Filippo ZUCCARO (cl.1985), alias “Andrea Zeta”;
4. Luigi GAMBINO (cl.1967), inteso “Gino ‘u longu”, pregiudicato;
5. Angelo TESTA (cl.1969), pregiudicato, in atto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S.;
6. Carmelo GIUFFRIDA (cl.1968), inteso “Melu ‘u pisciaru”, pregiudicato, in atto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S.;
7. Francesco RAGUSA (cl.1969), intesto “Francu ‘u sceriffu”, pregiudicato;
8. Michele COLAJANNI (cl.1966), pregiudicato;
9. Giuseppe VERDERAME (cl.1954), pregiudicato, in atto sottoposto agli arresti domiciliari;
10. Simone Giuseppe PIAZZA (cl.1986), pregiudicato, già detenuto;
11. Giovanni Fabio LA SPINA (cl.1985);
Sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di:
12. Graziella ACCIARITO (cl.1964);
13. Michela GRAVAGNO (cl.1984).
ritenuti tutti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso (clan Santapaola – Ercolano), estorsione, usura , intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e reati in materia di stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso i fatti per agevolare il gruppo facente capo a ZUCCARO Maurizio, appartenente all’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano ed avvalendosi delle condizioni di cui all’art.416 bis c.p.
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Il provvedimento restrittivo conclude una serie di attività di indagine di tipo tecnico, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro il Patrimonio – “Squadra Antiracket” nell’arco temporale giugno 2016 – maggio 2017 e che ha consentito di ricostruire la composizione e le attività illecite del clan Santapaola – Ercolano – gruppo di “San Cocimo”, nello specifico dell’articolazione operativa nella zona compresa tra piazza Machiavelli ed il “Castello Ursino”, storicamente capeggiata da Maurizio ZUCCARO, elemento di rango apicale del clan Santapaola – Ercolano.
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Gli esiti dei presidi tecnici hanno permesso di individuare in Giuseppe VERDERAME e Simone Giuseppe PIAZZA gli autori della predetta tentata estorsione, evidenziando come la stessa si inserisse in un contesto più ampio di reati fine dell’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano – gruppo di “San Cocimo”.
Ulteriori indagini hanno quindi dimostrato che tra le fila del sodalizio mafioso figuravano anche la moglie ed i figli di Maurizio ZUCCARO, Graziella ACCIARITO, Rosario e Filippo ZUCCARO, oltre a Luigi GAMBINO, ai quali è contestato il ruolo di promotori, capi e organizzatori del gruppo di “San Cocimo”, mentre a Angelo TESTA – cugino di ZUCCARO, – Carmelo GIUFFRIDA, Francesco RAGUSA, Michele COLAJANNI, Giuseppe VERDERAME, Simone Giuseppe PIAZZA e Giovanni Fabio LA SPINA, come componenti della squadra.
È stato accertato che ZUCCARO, attraverso la moglie e i figli e, nonostante fosse detenuto, continuava ad impartire ordini ai propri accoliti, acquisendo anche quote di partecipazione in attività economiche che venivano intestate a prestanome per eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale.
Ancora, nel corso delle indagini è emerso che ZUCCARO Maurizio ZUCCARO Rosario, GAMBINO Luigi, GIUFFRIDA Carmelo e LA SPINA Giovanni Fabio, minacciando l’incolumità personale e l’integrità dei beni aziendali, avrebbe costretto il gestore e l’amministratore di una nota discoteca catanese ad affidare loro il servizio di sicurezza, assumendo quali addetti loro familiari ed altri appartenenti al sodalizio, e a versare la somma di 3.000,00 euro.
Proprio con riferimento al servizio di sicurezza all’interno del locale notturno, le attività tecniche hanno fatto emergere gli accordi per la spartizione del servizio di security con esponenti del clan mafioso Cappello – Bonaccorsi, rappresentati dal Salvatore Massimiliano SALVO, ed i successivi contrasti per la gestione del servizio.
Dal monitoraggio degli investimenti di somme di denaro è emerso un episodio di intestazione fittizia di beni effettuata, col benestare del padre Maurizio, da Rosario ZUCCARO. Questi, per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione, avrebbe acquistato fittiziamente la titolarità delle quote rappresentative del 50% del capitale sociale di una società per azioni, in vista della gestione di un ristorante ubicato al litorale Ognina, impartendo costantemente al prestanome, Michela GRAVAGNO, formalmente intestataria delle quote societarie, direttive in merito alla stipula del contratto di acquisto delle quote della società, alla ristrutturazione dei locali di esercizio di attività di ristorazione.
A ZUCCARO Rosario sono quindi contestati il reato di usura aggravata, per avere prestato ad un esercente di un negozio di abbigliamento, in due soluzioni, la somma complessiva di 4.000,00 euro, facendosi promettere, in corrispettivo, il pagamento mensile di interesse usurai determinati nella misura del 10% del capitale prestato, nonché la detenzione ed il porto in luogo pubblico di armi da sparo.
A VERDERAME, infine, è contestata la detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana.
Uno dei destinatari dello stesso provvedimento restrittivo, allo stato irreperibile, è attivamente ricercato.
Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso la Casa circondariale di Catania “Bicocca”.