“In ballo c’è un servizio fondamentale per i cittadini e il destino lavorativo per 98 dipendenti di tre cooperative storiche”, spiega in una nota la Cgil e prosegue: “L’amministrazione Bianco ha ereditato una situazione pesantissima anche sul fronte dei servizi sociali. Ma è necessario che risolva al più presto la questione degli asili nido che a Catania non possono chiudere”.
L’appello a far presto, e a trovare una soluzione concreta che assicuri il mantenimento del servizio asilo nido in città, arriva per bocca della segretaria confederale Margherita Patti e dal segretario generale Fp, Gaetano Agliozzo. “Se oggi le famiglie catanesi si trovano a dover fare i conti con una situazione così delicata non è certo colpa della nuova amministrazione comunale ma è una pesante eredità del passato- sottolineano le due segreterie del sindacato provinciale- In ballo però ci sono troppi interessi per arrendersi. In primis quello dei cittadini, che pur pagando le tasse non possono contare su un fondamentale servizio pubblico, ma come sindacato non possiamo tacere le conseguenze devastanti che la chiusura degli asili avrà sui dipendenti delle tre cooperative che per anni hanno assicurato al Comune un servizio di alto livello, anche nei momenti di maggiore difficoltà”.
Il sindacato sottolinea poi che circa 130 educatori dipendenti comunali operano, con grande professionalità, negli asili comunali; con la chiusura questi lavoratori rischierebbero la mobilità.
Cgil e Funzione pubblica, proprio perché consapevoli della difficoltà del caso, segnalano dunque all’amministrazione comunale la possibilità di sfruttare alcuni strumenti messi a disposizione dall’Unione Europea: “I fondi PAC potrebbero essere sfruttati per l’occasione. Bisognerebbe puntare su appositi progetti che permettano da un lato di potenziare il servizio assistenziale così come recitano i bandi, e dall’altro di mantenere il servizio esistente. Anche se il momento storico non è dei migliori e il territorio non offre ancora reali chance di recupero, non resta che lavorare con buona volontà, sfruttando tutti gli strumenti che anche il pubblico mette a nostra disposizione”.
Per il sindacato, il risanamento del bilancio comunale non può prescindere dalla tutela delle fasce più deboli della società, prima tra tutti i bambini e gli anziani e dei lavoratori sia pubblici che privati che operano a garanzia dei diritti di cittadinanza e dei servizi a questi collegati.